Manlio Boutique

Da sinistra: Luigi De Filippo, Luca De Fusco e Sergio Sciarelli

Platea gremita tra posti a sedere e gente in piedi al Mercadante, per la presentazione della stagione 2011/2012 tenuta dal direttore dello Stabile di Napoli Luca De Fusco. Assieme al Presidente del c.d.a. Sergio Sciarelli sul palco, il neo-dirigente ha illustrato alla stampa e agli addetti ai lavori i temi e le linee guida su cui si basano i 25 spettacoli che da ottobre si succederanno presso lo stesso Mercadante, il Ridotto e il San Ferdinando. Il principio è quello “della scena napoletana e dei suoi grandi protagonisti”, ma con uno sguardo rivolto a “tanti volti e nomi eccellenti del panorama teatrale nazionale e internazionale”.

Cambio di stagione. Questo il titolo che esprime “un punto di svolta nella programmazione dello Stabile”. Infatti De Fusco, in primis regista di prosa e lirica, riflette sul fatto che «c’è stata una logica singolare nell’organizzazione di questo teatro» per cui egli stesso non avrebbe mai inscenato un proprio lavoro a Napoli negli ultimi anni, se non in un solo caso al Bellini. «Esistono tre scuole di attori in Europa: quella inglese, la russa e la napoletana. Se non ne approfittassimo faremmo danno a noi stessi – e pare che finora proprio quest’ultima – non sia stata abbastanza valorizzata».

Spazio ai napoletani. La stagione si aprirà quindi il 19 ottobre al Mercadante con La casa di Bernarda Alba, il capolavoro di García Lorca, con la regia di Lluís Pasqual e Lina Sastri in scena. La rappresentazione richiederà un palco a pianta centrale, «un’operazione insolita per il Mercadante, che contribuirà a suscitare un gioco di straniamento nel pubblico» – come sottolinea il direttore.
Frutto di una collaborazione tra teatro San Carlo, Napoli Teatro Festival Italia e Mercadante è L’opera da tre soldi di Brecht e Weill, a cura dello stesso De Fusco: l’atteso lavoro vedrà esibirsi prima nell’imminente NTFI, poi dal 17 al 22 gennaio 2012 al San Carlo, Massimo Ranieri e nuovamente la Sastri. L’attrice-cantante chiuderà inoltre la stagione del San Ferdinando con un monologo autobiografico.
Da un’altra collaborazione, stavolta con Benevento Città Spettacolo, nasce la produzione di Ferito a morte, con Mariano Rigillo per la regia di Claudio Di Palma. L’allestimento è tratto dal romanzo di La Capria, di cui l’attore segnala l’importanza «per tutti i napoletani della mia generazione, cresciuti in questa “foresta vergine”, come il protagonista del romanzo definisce la città».
Particolare rilevanza viene attribuita a Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo, diretto e interpretato da Carlo Giuffré al San Ferdinando, coprodotto dal Teatro Stabile di Napoli e dal Teatro Diana, al ritorno di Luca De Filippo con Le bugie con le gambe corte, ed a Luigi De Filippo con A che servono questi quattrini?, commedia di Armando Curcio riadattata dal regista con il padre Peppino.
Tra gli altri artisti di spicco che si avvicenderanno nei tre teatri ricordiamo Francesco Paolantoni e Giovanni Esposito diretti da Giancarlo Sepe; Enzo Moscato con la rivoluzione napoletana riproposta in Sull’ordine e il disordine dell’ex macello pubblico; Benedetto Casillo in scena con Le cinque rose di Jennifer a 25 anni dalla scomparsa di Annibale Ruccello (regia di Pierpaolo Sepe); Mariangela Melato in Nora alla prova, elaborazione di Luca Ronconi tratta da Casa di bambola di Ibsen; Isa Danieli diretta da Sara Sole Notarbartolo in La iena.
Qui il programma completo.

Questione di sistemi. Il direttore De Fusco sostiene la necessità di “fare sistema”, come le numerose collaborazioni intraprese tra enti teatrali dimostrano e per cui «speriamo in futuro potremo legarci al Bellini e ad altre realtà napoletane». È questa una necessità data dalla «condizione problematica in cui versa il Mercadante», ragione con cui si è giustificata la revoca al precedente direttore dello Stabile, Andrea De Rosa, il cui mandato sarebbe scaduto nel dicembre 2013. In particolare «senza il sostegno del Teatro Festival – di cui De Fusco pure è divenuto direttore artistico: i due incarichi sono stati acquisiti a stretto giro tra dicembre 2010 e marzo scorso – la stagione sarebbe stata povera e le produzioni piccole, con uno sparuto numero di attori».
Le due nomine affidate in tempi tanto brevi, a seguito degli avvenimenti intercorsi tra mondo della cultura partenopea e dinamiche elettorali della Regione Campania e della Provincia di Napoli, facevano pensare ad una nuova pratica di spoils system, tanto ostinata quanto mai ammessa. Ma ora De Fusco si getta alle spalle le polemiche parlando di «strumentalizzazione politica che non fa bene alle istituzioni culturali in difficoltà».
D’altro canto molti dei protagonisti del “cambio di stagione” dello Stabile sono stati concordi nel compiacersi di un’avvenuta integrazione: da Ranieri che ha «lavorato in molti stabili, italiani ed europei, ma non qui», a Luigi De Filippo e Giancarlo Sepe, mentre Moscato ha apprezzato «l’istanza conciliativa di De Fusco, significativa per la salute culturale della città». Ad un tale orientamento verso l’“erba di casa mia” non sembra corrispondere tuttavia la proporzionata offerta rivolta al teatro di ricerca, pure riconosciuta all’attività interrotta di De Rosa.

La protesta. Che le direzioni dello Stabile di Napoli e del Napoli Teatro Festival non comportino però solo una doppia poltrona, ma altrettanti oneri, l’ha dimostrato la lettera pubblicamente consegnata a De Fusco alla chiusura della conferenza. Rappresentato da un gruppo di lavoratori della Fondazione Campania dei Festival, il comunicato reclama la mancata retribuzione di «oltre 70 persone tra tecnici, attori, operatori e fornitori – delle passate edizioni del Napoli Teatro Festival. – Molti sono stati pagati, altri no, non si capisce perchè».

Eduardo Di Pietro

Di seguito riportiamo il testo della lettera di protesta:

All’attenzione della FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL
nella persona del suo presidente
CATERINA MIRAGLIA
e del suo direttore
LUCA DE FUSCO

Siamo un cospicuo gruppo di persone che lavorano nel campo dello spettacolo e chead oggi, non sono state saldate dalla Fondazione Campania dei Festival, per il lavoro svolto nell’ambito di vari progetti promossi dalla stessa, nel corso degli anni 2009 – 2010.
Abbiamo deciso di smettere di chiedere ragguagli singolarmente e di iniziare ad agire collettivamente, perchè è impensabile dover attendere – in alcuni casi addirittura 3 anni – per veder retribuito il proprio lavoro, all’interno di un settore tra l’altro già in profonda crisi.
Il nostro lavoro ha determinato la crescita e il successo delle attività della Fondazione, sia a livello locale che nazionale, ottenendo riconoscimenti che indirettamente contribuiscono all’arricchimento culturale, artistico e sociale di Napoli e della Campania.Tutto questo sembra non essere un valore.
Così come il lavoro, in sé, non sembra essere sinonimo di rispetto e correttezza.
Alle nostre domande, esigiamo delle risposte certe e non più continui rinvii.Tenuto conto che il Festival – edizione 2011, sta per iniziare, nonostante la Fondazione abbia maturato nel corso della gestione precedente milioni di debiti persistenti allo stato attuale, con operatori, artisti, compagnie e fornitori
CHIEDIAMO:
1) esiste una reale possibilità che i creditori della Fondazione vengano pagati entro l’inizio della nuova edizione del Festival (26 giugno 2011)?
2) secondo quale criterio si stabiliranno priorità e tempi nell’assolvimento del debito della Fondazione?
3) il pagmento verrà ottemperato in parte o totalmente?
Richiediamo che questo tipo di risposte vengano date anche per iscritto ai singoli creditori che fino a oggi hanno avuto scarso ascolto alle proprie legittime e dignitose domande. Riteniamo l’attuale dirigenza della Fondazione parimenti responsabile della precedente rispetto al risanamento di una situazione ormai insostenibile per molti.
Di fronte a una mancata risposta e assenza di garanzie, per le quali alcuni di noi hanno già intrapreso azioni legali, da oggi – singolarmente o collettivamente – ogni lavoratore deciderà come procedere, allo scopo di ottenere un giusto e dignitoso risarcimento dei danni subiti a livello professionale e economico.
Ogni lavoratore è in possesso di contratti firmati, fatture emesse insieme a tutta la documentazione richiesta come da ordinaria prassi amministrativa.
Le mancate rendicontazioni da parte dell’amministrazione sono conseguenza del fatto che i pagamenti non sono mai stati effettuati o solo in parte, non di incompletezza da parte dei soggetti sotto contratto.
Siamo a disposizione della stampa per fornire tutti i dati e le indicazioni relative ai mancati pagamenti. Ora, attendiamo risposte.

Print Friendly

Manlio Boutique