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Approda al Napoli Teatro Festival la prima assoluta di Sécheresse et pluie – Recréation 2011

 

Lo spettacolo, nato per la prima volta nel 1995, si presenta oggi in nuova versione innovativa, curata come sempre dalla coreografa franco-vietnamita Ea Sola con testi di Nguyen Duy e della stessa Ea Sola. Cambia innanzitutto il tema centrale, si passa da memorie di guerra a memorie del mondo e quindi al rapporto tra uomo e natura.
La natura è espressa dagli elementi contrastanti della pioggia (interpretata da Doan Thanh Binh) e del sole (Pham Van Mon). Sebbene sia cambiato il rapporto di fondo dello spettacolo è ancora ben evidente il richiamo alla guerra vietnamita: il sole e la pioggia, come metafore di due paesi in guerra, che si sfidano per il dominio di un territorio e poi, come in una visione utopistica e di speranza, per un attimo si umanizzano e danno ascolto al canto di dolore dell’Anonimo (Doan Thi Ket) metafora della popolazione civile inerme, che subisce senza colpa, gli effetti dello scontro. Come è ovvio, nel personaggio dell’Anonimo va ricercata la rappresentazione del popolo vietnamita.

Da sottolineare il fatto che tutte le interpreti del coro, sebbene non abbiano partecipato in prima persona alla guerra, hanno comunque vissuto quella realtà bellica supportando i soldati col loro canto. Molto suggestivo il gioco iniziale con veli e luci soffuse che confondono le intepreti tra sagome con sembianze umane e creano una vivida rappresentazione dell’umanità (nello specifico del popolo vietnamita) che è alla base del canto del prologo.

L’uso di vestiti d’epoca rende ancora più suggestiva la scena (del tutto priva di scenografia) e immerge lo spettatore al centro della vicenda. Il canto e l’uso di strumenti musicali orientali completa l’atmosfera creando un quadro che si allaccia perfettamente alla tradizione del teatro orientale.
A squarciare questa magica visione, seppure per poco, il legame con il futuro rappresentato da una ragazza in abiti moderni che balla, gioca, accompagna un manichino di pezza simbolo di memoria, una lunga danza per non dimenticare. Perfette le coreografie curate nei minimi particolari e buone le interpretazioni dei tre interpreti principali, un gradino più su la performance di Pham Van Mon nel ruolo del sole.

Unica nota stonata i sottotitoli, necessari per capire il testo del cantato, che in alcuni punti distraggono lo spettatore da uno spettacolo che necessita estrema attenzione per comprendere a fondo il bisogno di un popolo, di non perdere la propria memoria.

Gennaro Monforte

In scena: 27 e 28 giugno presso il Teatro San Ferdinando, via E. De Filippo 20 (NA), ore 20:30, durata 1h e 15 min

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