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«Diamo luogo alla cultura. Ospitiamo il teatro perché lo spazio cittadino si risvegli quale scena pulsante dell´iniziativa artistica e sociale, come palcoscenico di azione, passione e riflessione». E in questo caso alla cultura si da luogo in maniera inusuale, la palestra di pugilistica Pizzo in via dei Banchi nuovi, dove si è tenuta la conferenza stampa di Alto Fest.

«La scelta di questo posto per la conferenza ha un duplice significato», spiega Giovanni Trono, fondatore di TeatrInGestAzione assieme ad Anna Gesualdi, il gruppo che si occupa dell’organizzazione del festival: innanzitutto quel luogo è un forte simbolo di lotta contro la malavita e le difficoltà di quella zona. Una sorta di resistenza che si collega alla resistenza del teatro, della cultura e dell’arte. Nel frattempo rappresenta anche un punto di scambio, di energie che si incontrano, un luogo di purificazione: quella a cui si sottopone il pugile durante gli allenamenti prima dell’incontro, paragonabile allo stesso impatto che il teatro può causare, su chi lo guarda e chi lo pratica.

Il festival si sviluppa a 360° tra mostre fotografiche, installazioni musicali e spettacoli teatrali, il tutto completamente autogestito, proponendosi come mezzo di aggregazione, scambio e condivisione nel quotidiano. Non a caso i location scelte per le performance sono abitazioni messe a disposizione da donatori entusiasti, comuni cittadini o esercizi commerciali come la pizzeria Sorbillo e l’Hotel de Charme – tutti situati nel centro storico di Napoli. Anna Gesualdi fa notare che questo tipo di attività nasce proprio per lanciare un forte messaggio, quello di non aver paura del confronto, tra sconosciuti ma anche tra artisti, del donare senza aspettarsi subito un ritorno e soprattutto un ritorno non necessariamente economico.

Per documentare e rendere partecipi il maggior numero di persone possibile, ogni artista avrà all’interno del sito uno spazio dedicato, dove racconterà il processo creativo che sta affrontando per arrivare alla performance definitiva. Quindi il teatro inteso come possibilità per lo più di ricerca, non più come un prodotto finito ma come un progetto in costruzione, in continua evoluzione, che lascia si modellare anche dallo spazio di rappresentazione.

Gli artisti che hanno avuto il compito di disegnare delle performance site-specific sono considerati punte di espressione e di avanguardia in Italia, frutto di una sorta di selezione naturale, avvenuta negli anni durante il percorso di scambio e collaborazione di TeatrInGestAzione.
Il festival è inoltre strutturato con una logica ecosostenibile, impegnato nella riduzione dell’impatto ambientale delle attività e dei consumi. A ritmi incalzanti gli spettacoli si susseguiranno tra l’1 e il 3 luglio: tutte le informazioni sono reperibili qui.
Concordemente con l’idea dell’incontro, gli organizzatori invitano tutti coloro che prenderanno parte alla manifestazione – come donatori, stampa, artisti o pubblico – all’AfterFest presso casa Gesualdi-Trono. Tutte e tre le serate, ore 00:45, si discuterà attraverso una riflessione comune sulla necessità di nuove pratiche di condivisione tra pubblico e scena.

Non è mai stato tanto adeguato come in questo caso, dire che se la gente non va a teatro, il teatro va a casa della gente.

Giovanni Esposito

Le foto pubblicate sono di Francesca Paciello.
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