Accabai: la tradizione sarda raccontata da Alessandra Asuni
Un buio sotterraneo caratterizza l’ambientazione di Accabbai, una breve performance teatrale imperniata sulla figura dell’Accabadora, donna che, come racconta la tradizione sarda, aiutava a morire le persone gravemente malate con tecniche rapide e indolore.
È qui, infatti, che la donna accoglie gli spettatori offrendo da bere e da mangiare. Il ricordo malinconico dei moribondi uccisi attraversa la sua mente per un breve lasso di tempo ma subito, la “sacerdotessa della morte”, servendosi di un martello e un cuscino, mostra una delle modalità adottate nella pratica di eutanasia.
La donna vive immersa nell’oscurità, quasi perseguitata da ricordi e azioni ripetute in passato. Il sotterraneo diventa il suo rifugio, dove può nascondersi e fuggire da una società che non ha più bisogno di lei.
Cerca la luce del sole, un modo per andare via da quel luogo occulto ma è consapevole che ciò è possibile solo per un istante.
La scelta registica prevede uno spettatore attivo, che partecipa alla messa in scena aiutando, in alcuni casi, l’Accabadora nell’esercizio delle sue pratiche.
Con grande talento e attenzione per i particolari, Alessandra Asuni, regista e attrice della performance, crea uno spettacolo molto suggestivo e affronta un tema che oggi è al centro di numerosi dibattiti: il diritto alla libertà di scelta: ciò che era concesso nell’antica tradizione, infatti oggi viene osteggiato tenacemente.
Giulia Esposito