“Parole parole parole” per Lea Barletti ad Alto Fest
L’attrice-scrittrice condivide il suo lavoro letterario con il pubblico di casa Gesualdi-Trono
Ha cominciato a recitare quindicenne, ma asseconda la sua passione per la scrittura solo da tre anni: presentandosi, Lea Barletti introduce per Alto Fest Le parole non dicono, lo spettacolo in cui sono convogliati parte dei suoi componimenti. Il passaggio dai fogli alla performance è sembrato un atto naturale all’autrice, che debutta sostenendo di aver sempre ravvisato un interlocutore nei suoi testi. E nell’atmosfera creata dal sottofondo di basso di Mimmo Pesare, l’interlocutore c’è: un folto pubblico che affolla il terrazzo di casa Gesualdi-Trono. Ma rischia di annoiarsi.
Dopo una descrizione poetica delle sue caratteristiche, l’attrice interpreta il proprio repertorio letterario, svelandone man mano i due filoni principali. Innanzitutto le enumerazioni – cui appartiene anche la suddetta descrizione di attributi, – che si susseguono ordinate secondo la logica degli stati d’animo, delle domande senza risposta, degli aggettivi e degli avverbi accostati per scherzo, delle fasi di un corteggiamento.
Il secondo, il rapporto uomo-donna, le difficoltà a cui la comunicazione e la convivenza inevitabilmente conducono, affrontate con ampie volute di giochi di parole.
La ripetitività dei temi e dei termini in cui si sviluppa lo spettacolo, sembra pesare anche sulla lettrice e l’uditorio, poiché ad una prestazione dall’approccio volutamente leggero, consegue un’energia generale scarsa, che fatica a crescere. Elemento positivo a tale scopo può essere stato il coinvolgimento di alcuni spettatori per la lettura dei pochi dialoghi previsti, che sono seguiti a un paio di duetti del servizievole Pesare con la Barletti.
Così trascorre parte dell’esibizione nella notte di via Mezzocannone, tra rivendicazioni femminili, propositi traditi, richieste di appagamento per la vita di coppia e velleità – dicevamo enumerazioni, appunto.
Infine si presentano alcune composizioni di Ronald Laing, tratte da Nodi: lo stile della Barletti si avvicina indubbiamente a quello dello psichiatra, autore del testo dall’eloquente sottotitolo Paradigmi intrapsichici e interpersonali. I problemi di impenetrabilità della psiche umana ancora una volta quindi, riproposti in forme e toni che, come dichiara l’attrice, facciano delle parole un’ossessione. Obiettivo raggiunto.