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Nella suggestiva location della Catacomba di San Gennaro viene presentato lo spettacolo La Tana di Franz Kafka con la regia e l’adattamento di Francesco Saponaro. Tra le gallerie di tufo, i cubicoli funerari e gli affreschi della Catacomba, un’impeccabile Mascia Musy dà vita al monologo di un imprecisato animale che descrive se stesso e la costruzione della sua tana.

«Ho assestato la tana e pare riuscita bene. Dal di fuori, in verità, si vede solo un gran buco che non porta in nessun luogo». Queste sono le prime parole pronunciate dall’animale che accompagna gli spettatori in un affascinante percorso mostrando di volta in volta, con fierezza, l’architettura e il sistema difensivo che è riuscito a creare con il duro ed estenuante lavoro. In questo luogo cupo, la piece si propone con l’intento di introdurre gli astanti nell’angusto mondo dell’insetto, nella sua solitudine, e soprattutto nella sua paura per l’altro: l’ossessivo proposito di difendersi da un ipotetico nemico provoca angoscia, afflizione, tormento.
Ma chi è veramente il nemico? Il protagonista, in realtà, non l’ha mai visto ma ipotizza, anzi ne è convinto, che possa essere ovunque, sempre pronto all’attacco, a demolire quella sua fortezza, quel suo rifugio blindato. Costringe se stesso a vivere un’esistenza inquietante in cui non gode mai di un attimo di serenità.

L’animale sembra indirizzare i suoi pensieri agli spettatori, o forse a interlocutori immaginari, che lo seguono nel suo tragitto scrutando ogni singolo movimento, ogni affanno, ogni sospiro. In alcuni momenti si ha persino paura che un piccolo rumore, un semplice respiro possa turbare l’insetto. L’atmosfera creatasi all’interno della Catacomba offre al pubblico l’impressione di trovarsi davvero all’interno di quel nascondiglio raccontato da Kafka.

La performance non poteva non usufruire di un’ambientazione così suggestiva come quella della Catacomba di San Gennaro che si afferma come uno dei luoghi più incantevoli di questa edizione del Napoli Teatro Festival. I temi trattati da Kafka, vengono,così, elaborati attraverso un connubio perfetto fra l’attenta ed efficace regia di Francesco Saponaro, le luci Pasquale Mari, le scene e i costumi di Lino Fiorito e i suoni suggestivi di Draghi Rondanini. Una considerazione particolare va alla meravigliosa Mascia Musy che con talento, esperienza e attenta cura dei particolari è riuscita ad addentrarsi in pieno nella psiche del personaggio facendo vivere agli spettatori momenti unici e inimitabili.

Giulia Esposito

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