De Fusco, 160 mila euro per la direzione del Festival
Dopo le dichiarazioni dei giorni passati, che vedevano Luca De Fusco al centro di numerose polemiche per i privilegi ottenuti grazie al contratto da direttore artistico del NTFI (minisuite vista mare al Hotel Royal e autista personale), il regista napoletano è passato al contrattacco per mano dei suoi più stretti collaboratori. Sergio Sciarelli del Cda del Mercadante ha infatti dichiarato che il cachet di De Fusco è lo stesso del suo predecessore Andrea De Rosa, parliamo di circa 110 mila euro. A De Rosa venivano pagati anche alloggi e rimborsi spesa illimitati. Graziella Pagano del Cda della Fondazione Campania dei Festival sostiene che De Fusco percepisca la metà rispetto a Quaglia. Insomma un direttore che mira al risparmio.
Ma le cose non stanno perfettamente così. Le clausole del contratto di De Fusco per il NTFI ci raccontano tutt’altro.
Da contratto De Fusco dovrebbe guadagnare 65 mila euro netti, pari a 54 mensilità di un operaio, 4 anni e 5 mesi. A questi vanno aggiunti i soldi di una speciale clausola che prevede per De Fusco il 35% degli incassi del NTFI. Avete capito bene, 65 mila euro più il 35% su tutti i biglietti venduti. Più di un terzo dei soldi che uno spettatore paga per vedere uno spettacolo del festival va direttamente nelle tasche di Luca De Fusco.
Ma guardiamo i dati Siae della scorsa edizione del Festival. Incasso totale: 300 mila euro. Se tali dati venissero riconfermati anche per questa edizione De Fusco otterrebbe altri 100 mila euro per un totale pari a 160 mila euro per la direzione di un festival. Ecco perché il direttore, durante la conferenza stampa di presentazione de L’opera da tre soldi che dirigerà nel Festival, dichiarò che da questa edizione venivano eliminate tutte le tessere che permettevano agli addetti ai lavori di accedere gratuitamente a tutti gli spettacoli in programma.
Erano due decenni che non si vedeva in Italia un contratto a percentuale, va bene la tradizione ma un ritorno alla preistoria per percepire 160 mila euro in un anno solare, pari a 11 anni di lavoro di un operario, ci sembra davvero troppo.
E tra questi calcoli abbiamo omesso lo stipendio da direttore del Mercadante e la paga per la direzione della faraonica Opera da tre soldi. Lavoro coprodotto dal Mercadante e dal NTFI per un totale di circa 700 mila euro. Il Mercadante, il Teatro Stabile della città, spenderà 450 mila euro per un solo spettacolo, tra l’altro già proposto durante il NTFI e quindi nemmeno una prima nazionale. 450 mila euro e poi si fanno fuori progetti del calibro di “Arrevuoto”, vincitore del Premio Girulà, del Premio ETI e Ubu, progetto che ogni anno coinvolge circa 300 persone tra ragazzi e addetti ai lavori.
Menomale che la sinistra sperperona non c’è più, i nababbi sono andati in ferie e hanno lasciato il posto al Faraone.
Rosario Esposito La Rossa
bravo Rosario! Sono d’accordo con te.
imma villa
De Fusco ignora che il biglietto per i possessori della card professionale non era gratuito ma costava 3 euro nella prima edizione, 4 nella seconda e 5 nella terza. Quest’anno il prezzo è addirittura raddoppiato arrivando a 10 euro!
Verissimo! Allora ricordavo bene che non costava 10,00 € l’anno scorso!
..è il solito schifo. Che dite…andando via De Fusco, cambieranno le cose? Io credo di no.
Degli indignati che condividono su FB, chi c’era davanti all’albergo dei poveri, alla prima della “Faraonica Opera” a protestare? (per la cronaca eravamo 12).
Per Rosario Esposito La rossa: Parli del progetto Arrevuoto. Ma sai chi lo sponsorizzava? Sai quanto è costato? Sai quante figure di merda ci hanno fatto fare i “ragazzi” in tutta Italia?(Da una consolle dell’800 distrutta all’allagamente di un piano di un albergo). Sai come ha vinto i “premi”. Sai quanti progetti sono stati messi da parte per favorire Arrevuoto? Informati e facci sapere.
Grazie
Rosario…nessuna risposta? Ti stai documentando?
Io purtroppo non conosco i retroscena di tutti i progetti citati nell’articolo e nei commenti. Mi rendo conto che dovunque mi giri vedo soltanto mezzucci e grandi inganni per far soldi. Ho 24 anni e penso che questo sarà uno degli ultimi anni in cui vivrò a Napoli, forse in Italia.
Auguro buona fortuna a tutti quelli che sceglieranno di restare e lottare… ma per cosa? C’è ancora qualcosa per cui lottare? Vi prego datemi una risposta.
Gentile Ciro D’Errico, io credo che anche lei abbia frainteso il senso dell’articolo così come il direttore De Rosa, al quale prima che venisse pubblicato lo stesso articolo abbiamo mandato email a mia firma congratulandoci per l’operato e dichiarando apertamente che ci dispiaceva che era andato via e che ora c’era De Fusco. L’articolo era una semplice panorama sulle discussioni di fb sull’argomento,tutto qui non aveva nessuna pretesa. La cosa triste è che su un intero pezzo dove si accusa pesantemente De Fusco, ciò che abbia fatto scalpore è il paragone con De Rosa.
Per Arrevuoto credo che lei non sappia abbastanza o quantomeno sicuramente meno di me, che da sei anni partecipo costantemente, come allievo e ora come guida. Arrevuoto ha coinvolto in 6 anni 1123 ragazzi, 6 spazi teatrali e non, 40 guide, la riapaertura di un teatro a scampia, un libro, 12 guide pedagogiche, viaggiato in Italia dando prestigio al Teatro e non solo visti i premi vinti. Ha messo insieme Rom, Ragazzi del Centro e della Periferia, abbattendo muri ideologici. Arrevuoto all’inizio è costato 200 mila euro, vuol dire che con i soldi utilizzati dal Mercadante quest’anno per realizzare L’opera da tre soldi si sarebbero potuti fare 2 Arrevuoto. Negli ultimi anni, compreso l’ultimo, è costato 60 mila euro, eppure per sei mesi si sono svolti laboratori per adolescenti in tutta la città. Le guide sono state pagate 800 euro. Quindi non parliamo di sprechi. Ma cosa vuole insinuare con i premi, le sponsorizzazioni? Prima accusa l’articolo di infangare uno come De Rosa, (che come scrive Gelardi ha chiuso uno spettacolo da centinaia di repliche come Gomorra) e poi lascia intende che ci sia un gruppo di potere che abbia favorito Arrevuto? Sicuramente mentre facevamo le prove, mentre si faceva teatro con Martinelli, Montanari, Sara Sole, Sergio Longobardi, Nicola Laieta, Antonio Calone, Maurizio Braucci, Anita Mosca, Antonella Monetti e tutti gli altri, lei sicuramente era da qualche altra parte. Io mi sono informato. Per concludere ripeto che l’articolo non era un attacco a De Rosa, ma una panoramica fortunatamente compresa dai vari Cerciello, Cossia, Di Florio, che hanno ben compreso ciò che ho scritto.
Cordialmente porgo i miei distinti saluti
sperando di aver chiuso la questione intorno a questo articolo
e ringraziandola per aver visitato il nostro sito
sempre a disposizione per discussioni, articolo e dibattiti aperti
Rosario Esposito La ROssa
Gentilissimo Rosario Esposito,
“Prima accusa l’articolo di infangare uno come De Rosa…”…io avrò frainteso…ma lei non ha capito. Chi ha infangato chi? Mah!
Non so cosa centri io con una critica a De rosa, citato da Lei, nell ‘articolo al quale ci rifeiamo, solo per le differenze di paga col nuovo direttore.
Per me l’uno vale l’altro. Credo che siano ugualmente raccomandati dai loro…pesanti curriculum.
..io l’ho visto arrevuoto, sa e mi fa piacere che Lei sappia che ero altrove…altrove…due piani sotto….quindi…
Chi dice che non abbiate lavorato o che non ci siano stati fior di professionisti? (conosco personalmente Sara Sole, Nicola Laieta, Antonio Calone da Lei citati e conosco i tecnici dello stabile e le loro capacità)
Sia chiaro: Ho apprezzato il suo articolo, l’ho condiviso e diffuso anche per mail.
Mi dispiace Lei abbia frainteso.
Questo Le dovevo.
RingraziandoLa per aver cortesemente risposto, cordialmente porgo i miei distinti saluti.