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Pina Di Gennaro

Intervistiamo l’attrice e regista napoletana Pina Di Gennaro, che quest’anno curerà nell’ambito della manifestazione “Brividi d’Estate”, promossa da Il Pozzo e il Pendolo, la rassegna “AggregAzioni”, in scena dal 18 al 31 luglio all’Orto Botanico di Napoli.

Come nasce “AggregAzioni” e qual è l’intento della manifestazione?

“AggregAzioni” nasce dall’esigenza di dare un segnale, un segnale forte, in un momento particolarmente delicato per la nostra città, un momento di cambiamento. Si spera. Nasce con l’intento di dare voce, spazio, visibilità alle compagnie giovani, a coloro che hanno fatto del teatro il loro lavoro e si trovano a confrontarsi con mille difficoltà, con l’impossibilità di trovare spazi pur lavorando con una qualità altissima. Il Pozzo e il Pendolo mette a disposizione una bellissima location per creare un momento di espressione e di condivisione, di dibattito costruttivo tra coloro che fanno questo lavoro, al fine di creare un legame forte con la città, affinché il teatro viva con la città, dentro la città. Concludo con le parole di Ciro Sabatino, direttore artistico della rassegna e del festival: “Insomma, un modo per tenere in vita e offrire nuova linfa agli sforzi di tante compagnie che lavorano per mesi e poi magari vanno in scena solo per qualche giorno. Ma anche un modo per incontrarsi, aggregarsi, collaborare, fuori dai salotti virtuali e dagli incontri clandestini.
Nella speranza che l’idea venga accolta, supportata, spinta, aiutata da tutti gli operatori del settore, una volta tanto uniti da un progetto comune.”

Evento o progetto a lungo termine?

Progetto a lungo termine, sicuramente. Nato dal tentativo di creare una rete viva, aperta, capace di realizzare progettualità e di porsi attivamene nel contesto cittadino.

Possiamo parlare di controfestival?

Niente controfestival, assolutamente. Non è in quest’ottica che ci stiamo muovendo.

In cartellone giovanissime compagnie e artisti noti in città, “AggregAzioni” è la vetrina della nuova scena urbana teatrale?

Credo di poter affermare di sì. E credo sia giusto così. Abbiamo provato ad includere il più possibile. Tutte le sere due spettacoli, anche tre in alcuni casi, proprio perché ci sembrava giusto cercare di coinvolgere più persone possibili, tenendo alta la qualità del festival. Abbiamo ricercato la convivenza tra artisti già affermati e realtà emergenti, una sorta di ponte tra generazioni, un confronto aperto, fatto di contaminazioni e scambio.
La scena teatrale urbana è molto ricca e complessa e questa ricchezza merita di essere vista. È un patrimonio comune che può creare sviluppo, confronto, apertura e nuove forme di “aggregAZIONE.”

Rosario Esposito La Rossa

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