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Saluti da…(Napoli), in replica stasera alle 21:30 alla Galleria Toledo nell’ambito del  Fringe Festival, si apre con una video-istallazione. Una donna, vestito rosso a fiori, capelli raccolti, cammina lenta tra le strade e i vicoli di Napoli fino ad arrivare al mare. Quella stessa donna, con lo stesso abito e la stessa acconciatura, dopo pochi minuti, la ritroviamo che ci accoglie  sul palco mentre cammina sul posto a passo veloce e ritmato. La scenografia è scarna, solo degli elementi sono sparsi sul pavimento: fiori colorati, una borsa, le bacchette di legno dello shangai, un nastro adesivo rosso, un impermeabile. A riempire lo spazio intorno le movenze ritmate, nervose della danzatrice il cui il corpo è protagonista.

«Tentativo di incontrare e conoscere l’anima di una città, catturare il senso del luogo, svelare la dinamicità e l’imprevedibilità dell’ambiente. Spostarsi da un luogo all’altro, svelare nuovi paesaggi, vivere  l’esperienza del perdersi e dello spaesamento, costitutiva dell’esistenza». È con queste parole che spiega il suo lavoro l’ideatrice nonché protagonista del progetto, Lucia Citterio: «il corpo, come mappa sensoriale del luogo, come corpo-pensiero».
Sì, perché Saluti da…(Napoli) non è solo una performance di danza contemporanea, ma un più articolato progetto in continuo divenire e trasformazione. Coinvolgendo città ogni volta diverse, infatti, lo studio parte da un periodo di permanenza nel luogo ospitante durante il quale la performer registra la video-istallazione che funge da riflesso dello spazio circostante, su cui ha fermato il suo sguardo e composto la sua danza. Poi, continua in scena con la coreografia dal vivo.

È così, allora, che Napoli viene presentata agli spettatori presenti in sala attraverso uno sguardo nuovo, altro, contaminato dalle sollecitazioni che il corpo ha ricevuto dall’esterno. Da quei luoghi che ha attraversato, conosciuto, vissuto e a cui ciascuno può aggiungere proprie interpretazioni, in una crescita collettiva del significato dell’opera.

Il risultato finale è quello di uno spettacolo bello, che avrebbe meritato un maggiore numero di spettatori.

Ileana Bonadies

 

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