Gelardi sotto i ponti
L’ex direttore di “Teatri della legalità” racconta dov’era quando De Rosa guadagnava 110 mila euro
Dove eravamo quando De Rosa guadagnava 110 mila euro? Voglio partire rispondendo a questa domanda. Ero a casa mia, come lo era tutta la compagnia di Gomorra. Eravamo a casa e senza lavoro, perché il direttore Andrea De Rosa, chiuse Gomorra e il nuovo progetto che stavo elaborando con il Mercadante. Se ne deduce per forza di cose, che non mi sono stracciato le vesti quando De Rosa è andato via.
Vengo alle domande che mi fa.
Il direttore De Fusco sostiene che i 720 mila euro utilizzati per lo spettacolo L’opera da tre soldi sono ben utilizzati perchè hanno dato lavoro a 24 attori, gli orchestrali del San Carlo e un’intera sartoria. Gelardi ci spiega come ha fatto l’anno scorso a fare uno spettacolo (o meglio, due) con 20 attori con un decimo delle risorse di De Fusco? Quanti “Teatri della legalità” si sarebbero potuti fare con 720 mila euro coinvolgendo quante persone?
Non personalizzerei su De Fusco, Ronconi spende di più per i suoi spettacoli, personalizzare rende poco credibili le nostre ragioni. Quindi le porto come esempio comparabile, due eventi avvenuti a Piazza Plebiscito, il concerto di Elton John, o le istallazioni delle mongolfiere a Natale del 2009, costate 500 mila euro e poi ritirate perche pericolose (fonte La Repubblica). Quindi di sprechi e soprattutto di scelte artistiche opinabili, ce ne sono state davvero tante da tutti gli schieramenti politici. Per il NTFI la scorsa edizione io e Giuseppe Miale di Mauro abbiamo diretto un progetto, La città Perfetta, tratto dal libro di Angelo Petrella, due spettacoli per un totale di 30 attori, più tecnici, scenografo, costumista, disegnatore luci, musicista, insomma quello che ovviamente ci vuole per uno spettacolo.
Il festival ha ritoccato la cifra promessa varie volte, alla fine ci ha proposto 30. 000 euro.
Come abbiamo fatto?
Abbiamo fatto che io e Giuseppe Miale di Mauro abbiamo rinunciato alla nostra paga di registi, molti attori hanno dimezzato il loro cachet, ed io ho chiesto a dieci ragazzi che lavoravano nella mia parte di spettacolo, di lavorare gratis. Ancora non so come ringraziarli. Detto questo, il festival ci ha pagato solo la metà. Siamo tra quelle compagnie a cui l’ Assessore Miraglia ha chiesto di aver pazienza, di aspettare.
È qui il punto. Chi li fa i sacrifici?
Io credo che li debbano fare tutti, ma proprio tutti, per chiedere a chi ha lavorato, dopo un anno, ancora di aspettare, i sacrifici devono essere fatti da tutte le parti.
Non mi interessa quanto guadagnava Quaglia, quanto guadagna De Fusco, i benefit, ecc, mi auguro che il tempo dimostri che sono soldi meritati, se mi concede un termine un po’ passatista, mi sembra roba da teatro borghese, da salotto e non mi riguardano. Anzi non mi riguarderebbero se l’Assessore di cui sopra non ci avesse chiesto di fare sacrifici e di aspettare… ancora! Quando ero piccolo, i miei ci portavano al mare a Licola, non c’erano soldi e si andava ai lidi di Licola, per tre anni poi, mio padre riuscì ad affittare una casa per l’estate a Minturno (che per papà era come Capri), passati i tre anni, non ha potuto più affittare la casa, per fortuna noi figli eravamo troppo grandi per andare al mare coi genitori. Papà e Mamma ritornarono a Licola.
Ecco se hai dieci vai a Licola , se hai venti vai a Minturno. Se hai dieci milioni di euro fai un festival da dieci milioni, se ne hai quattro, fai un festival da quattro. Gli sprechi semmai erano la Birreria Peroni che ancora mi viene un attacco di ulcera a pensarci. Sembra sempre di assistere a miracoli, mentre si dovrebbe parlare di pubblica amministrazione.
Ultima domanda. Dà ragione a De Fusco quando sostiene che non c’è nulla di anormale che un direttore utilizzi i budget del festival che gestisce per mettere in scena propri lavori?
Io credo che non ci sia niente di scandaloso se usa i soldi del teatro che dirige, in qualche modo è previsto che possa scegliere in maniera indipendente cosa fare, se usa quelli di un festival che anch’esso dirige, beh, mi sembra in qualche modo opinabile. Se ne può discutere? Si può non essere d’accordo?
I due signori che hanno inventato il maledetto teatro stabile in questo paese, si dividevano i compiti, uno amministrava (Grassi) uno faceva l’artista, Strehler. Ma sarebbe così scandaloso se anche a Napoli si riuscisse a fare un teatro stabile così? Infine, l’ultima edizione di “Teatri della legalità” è costata come il concerto di Elton Jhon, o se preferite come L’Opera da tre soldi di De Fusco e ci hanno partecipato più di sessanta compagnie. Fate un po’ voi le proporzioni.
Sa quale è la cosa più triste di tutto questo per me? Quando vado in giro e mi capita di incontrare ragazzi giovanissimi, che fanno cose teatrali interessanti, mi viene da andargli incontro per invitarli a partecipare a… a niente, me lo ricordo e resto al posto.
Mi sa che questa volta ho peccato di retorica, che è davvero il peggiore di tutti i mali.
Le posso fare io una domanda? Ma secondo lei quante possibilità ho di partecipare alla prossima edizione del Teatro festival?
Mario Gelardi