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«Napoli ha bisogno di un regolamento comunale sull’arte di strada»

Giulio Barbato, ideatore e responsabile della rassegna di teatro di strada “Ramblas” promossa dal Napoli Teatro Festival Italia e Taverna Est Teatro, ci racconta nascita, crescita e futuro di uno dei progetti più importanti a livello internazionale dell’arte di strada.

Dove nasce Ramblas e cosa vuol trasmettere?

Ramblas nasce a Napoli due anni fa dall’esperienza come artisti di strada di noi, Taverna Est. Ci confrontavamo costantemente con una duplice realtà di questa città: da un lato facevamo spettacoli “a cappello” con un grande entusiasmo da parte del pubblico; dall’altro lato eravamo sempre sotto scacco con le varie polizie municipali, carabinieri e guardie di finanza che (molto spesso a loro malgrado) erano costrette a mandarci via nel momento in cui anche una sola persona chiedeva che ce ne andassimo. Man mano in noi è nato il sogno che anche Napoli come moltissime capitali e metropoli europee riconoscesse e tutelasse con un regolamento l’arte di strada in città; così è nato Ramblas il progetto per creare delle vie permanenti dell’arte di strada a Napoli, vie in cui turisti e abitanti sappiano che è possibile vedere spettacoli di strada oltre che vetrine di negozi.

Napoli e Barcellona cosa hanno in comune?

Napoli e Barcellona hanno sicuramente in comune un forte tessuto artistico e culturale che cerca sempre nuovi scenari per esprimersi e la strada è sicuramente uno di questi.

La nuova direzione del Festival come ha reagito alla riproposizione del progetto?

Devo dire che la nuova direzione del Festival ha capito immediatamente una cosa molto importante che tra le altre cose caratterizza molti festival internazionali. L’arte di strada può fungere da punto di unione tra gli abitanti della città ed il Festival, poiché porta l’evento nelle strade e dunque avvicina al teatro anche una parte di pubblico che altrimenti non sarebbe stata assolutamente coinvolta.

Quali scenari futuri?

Il nostro obiettivo principale è ottenere un regolamento comunale che riconosca e tuteli l’arte di strada in città. Per ottenere ciò sin da ora ci rivolgiamo alla nuova amministrazione comunale (come fino ad ora ci siamo rivolti alla precedente) per instaurare un tavolo di discussione che miri il prima possibile a creare un regolamento comunale. Abbiamo già preparato, studiando gli altri regolamenti presenti in altre città e regioni, una proposta di regolamento che può già essere una base di partenza per la discussione, ora aspettiamo solo di poter parlare con le istituzioni alle quali stiamo scrivendo una lettera aperta. Una ulteriore sviluppo del progetto Ramblas è inoltre rivalutare nuove piazze della città rendendole punto di riferimento per l’arte di strada.

Cosa ne pensa dei fatti avvenuti a via Toledo?

In questo momento la cosa più importante è che Marie Therese stia bene e che gli aggressori paghino per quello che hanno fatto. Detto questo i fatti avvenuti a via Toledo sono l’ennesima dimostrazione che un regolamento comunale serve in questa città! Per educare persone violente che si sentono addirittura i padroni della strada, non c’è altra via che arginare la loro violenza con una legge che dica chiaramente loro che la città in cui viviamo permette agli artisti di strada di esercitare liberamente la loro arte e che oltretutto l’arte di strada è un patrimonio per la città; un patrimonio che arricchisce anche il loro commercio rendendo una via di negozi anche una via di cultura e spettacolo.

Cosa risponde a chi dice che “Ramblas” è una vetrina per gruppi internazionali ma c’è poco di Napoli?

Questa osservazione non l’avevo ancora sentita. Ramblas nasce dai gruppi napoletani che hanno deciso di sostenerla, e per i primi due anni in modo totalmente gratuito; solamente (e finalmente!!) da quest’anno siamo riusciti a pagare tutti gli artisti partecipanti. Diciamo che Ramblas è, con noi di Taverna Est che fungiamo da promotori, un’espressione degli artisti di strada campani che vogliono far riconoscere l’arte di strada in città. Rispetto all’osservazione che lei mi pone io direi invece l’opposto, cioè ora è tempo che Ramblas si apra un po’ di più all’esterno per unire alle nostre esperienze le esperienze di artisti di altre zone d’Italia e d’Europa. Esperienze che possono arricchirci da un punto di vista artistico ed anche organizzativo per quanto riguarda le modalità in cui crescere in città. Sarebbe bello avere uno spazio comune per allenarci, sarebbe bello fare dei cabaret, organizzare dei corsi intensivi e molto altro e invitare artisti con esperienze a riguardo ci può aiutare a crescere velocemente. Per noi quest’anno è stato un momento di forte crescita, aver avuto la possibilità di invitare Loco Brusca (clown argentino di grande esperienza) che oltre ad aver apprezzato il nostro progetto, ci ha dato ottimi consigli per sviluppare Ramblas nelle prossime edizioni.

Rosario Esposito La Rossa

 

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