La protesta ai “tre soldi” dell’Opera
I lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo della Campania protestano alla prima dello spettacolo di De Fusco
Per i grandi eventi, si sa, quello della sicurezza è un punto fondamentale su cui concentrarsi. In conseguenza di ciò, per la prima de L’opera da tre soldi al Real Albergo dei Poveri di piazza Carlo III, una stazza imponentissima piantona l’entrata tra le inferriate che circondano la facciata dell’edificio. È lo spettacolo di punta del Napoli Teatro Festival, croce e delizia per gli intenditori, grande attrazione per il pubblico, fiore all’occhiello per il duplice direttore e regista De Fusco, punto interrogativo per la distribuzione dei biglietti e i costi monumentali dell’opera.
«Un giorno emblematico» lo definiscono gli artisti (e non solo) che si sono riuniti in tale occasione per denunciare le condizioni e la gestione delle attività culturali pubbliche in Campania. Raccoltisi con il titolo di “Lavoratori e lavoratrici dello spettacolo della Campania”, evidenziando la «centralità del problema del lavoro, che coinvolge tutte le categorie del settore», il gruppo in protesta si è coordinato in rete, come da diverso tempo i maggiori movimenti civili si organizzano. Un tipo di risoluzione con cui, «sull’onda degli eventi di Roma, che quindi denota una problematica e una contestazione che riguarda tutta l’Italia, abbiamo raccolto l’invito del teatro Valle occupato a mobilitarci»: la necessità di manifestare un disagio che accomuna «una varietà di gruppi difficilmente collegabili». Proprio questo l’impegno del movimento, «”linkare” le varie realtà del teatro e della cultura campana – unite da – difficoltà trasversali».
«Al di là della polemiche personalistiche legate alla questione della doppia poltrona di De Fusco, una situazione mai verificatasi prima, – spiega uno degli organizzatori, che volutamente si definisce “lavoratore”, per non “personalizzare la protesta” in alcun modo, – denunciamo tematiche collegate a questioni precedenti nell’amministrazione della cultura a Napoli. Come gli interventi sull’ex birreria Peroni di Miano o i pagamenti del Comune a 36 mesi dalla prestazione lavorativa».
Sono parole appassionate quelle di chi continua il volantinaggio, anche a spettacolo in corso: «chiediamo una diversa gestione della cultura, più trasparenza, una conduzione più pubblica delle cariche, come potrebbe essere l’istituzione di un bando per designare il direttore dello Stabile. Nessuna rivendicazione utopistica, sappiamo che le manovre politiche esistono e determinano fatti come quelli che stanno accadendo».
L’iniziativa ha riscontrato l’interesse e la solidarietà di molti degli spettatori che avrebbero assistito a L’opera da tre soldi, oltre all’attenzione del sindaco De Magistris. Di seguito riportiamo il comunicato distribuito.
Eduardo Di Pietro