Manlio Boutique

4 mesi fa la manifestazione dinanzi al Teatro San Carlo, oggi le condanne per D’Angelo, Manzo e Nocerino.

Induzione a manifestazioni violente e occupazione di suolo pubblico: è con questa accusa che sono stati condannati in contumacia il neo assessore alle Politiche Sociali Sergio D’Angelo, l’operatore sociale Gianni Manzo e la giornalista Maria Nocerino per i fatti avvenuti la sera del 21 gennaio c.a. quando la protesta di 200 operatori non pagati da 2 anni a causa del blocco dei fondi da parte della Regione, portò all’occupazione dell’ingresso principale del teatro San Carlo di Napoli, impedendo così, l’inizio in orario della prima dello spettacolo di Roberto De Simone, Pergolesi in Olimpiade e causando l’allontanamento anche di molti spettatori, compreso l’allora sindaco Rosa Russo Iervolino, che per solidarietà ai manifestanti, disertarono l’evento.

La condanna fissata, in virtù di un regio decreto del 1931 (il numero 773), a quattro mesi di reclusione, pena poi sospesa e commutata nel pagamento di una ammenda di 15 mila euro, raggiunge i tre in quanto, rispettivamente, portavoce del comitato “Il welfare non è un lusso”, operatore nonché rappresentante  del Collettivo degli operatori sociali, addetta stampa del comitato e perché colpevoli di essere andati in delegazione alla Regione nel pomeriggio. L’incontro però non andò a buon fine e da qui il sit-in organizzato fuori il teatro.

«La manifestazione in questione è stata assolutamente pacifica», ribadiscono in una nota, alla notizia della condanna, gli esponenti del comitato «e Sergio D’Angelo, in qualità di portavoce del comitato stesso e degli operatori, ha svolto, nello specifico, un ruolo di mediazione con gli operatori, fondamentale per evitare che la protesta assumesse contorni estremistici, estranei alla natura stessa del lavoro sociale».

Solidarietà arriva anche da parte del Coordinamento giornalisti precari della Campania che hanno dichiarato vergognosa ed ingiusta la condanna per la loro collega, per di più assente all’esterno del teatro perché «dopo il vertice in Regione, la collega Nocerino, era andata a scrivere. A fare il suo lavoro» e che, dunque,  facendo «appello a tutte le forze sane e non compromesse di questa città, affinché percepiscano questa condanna come uno schiaffo sul volto del libero e pacifico diritto di pensare e manifestare», si dichiarano pronti a riconsegnare i tesserini di giornalista «visto che sono considerati pericolosi come un’arma».

«Lo Stato italiano anziché chiederci scusa e pagare gli stipendi ai lavoratori del terzo settore che hanno operato per suo conto tra i soggetti più deboli della società, infierisce e addirittura ci condanna penalmente chiedendoci dei soldi. Un atto grottesco che va nella direzione di una grave  criminalizzazione delle lotte sociali ad opera di un modo di governare che sta distruggendo il futuro di una intera generazione precarizzata», il commento di Gianni Manzo.

Alla sentenza emessa tutti e tre i coinvolti hanno deciso di opporsi.

Ileana Bonadies

Print Friendly

Manlio Boutique