C’era una volta… Barbablù
Dalla fiaba di Perrault una riflessione sui pregiudizi, la paura e il mistero.
«Vi siete mai guardati negli occhi degli altri come fossero specchi… specchi… che ti ricordano ad ogni passo che la tua barba è troppo blu… troppo blu per il resto del mondo?». Se lo domanda incessantemente Barbablù, con sofferenza, senza che alcuna risposta possa placare i suoi interrogativi. Senza che alcuna spiegazione possa fermare i sussurri, il vociare, i pregiudizi che lo avvolgono e che lo fanno descrivere come un mostro. Da cui stare lontano, difendersi. Il cui sguardo non bisogna ricambiare mai. Solo Giuditta rompe gli indugi. È una bambina, sta giocando con le sue amiche, Luana, Martina, Arianna, quando si imbatte in quell’uomo che non conosce. Ha gli occhi bendati lei, non può vederlo. Lui non vuole essere guardato. E così le solitudini di entrambi si incontrano. L’ingenuità, il coraggio, la curiosità di Giuditta, si fondono con il rancore e la rabbia del “mostro”. «La sua barba non è poi così blu» si convince la bambina per accettare di sposare Barbablù. Per vincere le dicerie maligne di tutti gli altri sul suo conto. I commenti diffidenti di chi ha paura di tutto ciò che da sé è diverso.
Da bambina a donna: questa è la trasformazione che subisce. Costretta a crescere, ad abbandonare l’adolescenza, a non rivedere più le sue bambole nuove con cui non ha ancora mai giocato, i colori con cui non ha ancora mai colorato. Eppure il blu sarà a segnarle la vita. Ad allontanarla dal mondo esterno e rinchiuderla nella gabbia in cui vive il suo sposo. Che non conosce veramente. Che le impedisce di conoscerlo veramente costringendola a non aprire mai la porta della sua stanza. Ma Giuditta non resisterà. E scoperto il segreto terribile che nasconde, i corpi senza vita delle sue precedenti mogli che ha amato e poi ammazzato, lo tradirà uccidendolo.
È una storia d’amore che sfocia in tragedia quella rappresentata nello spettacolo Barbablù, ancora in scena questa sera alle 21:00 presso la serra del Real Orto Botanico di Napoli che si presta a scenografia naturale.
Tratto dalla favola di Perrault e prodotto da o.n.g. Teatri & Etérnit in collaborazione con Benevento Città Spettacolo, lo spettacolo è stato scritto da Pino Carbone e Francesca De Nicolais, diretto da Pietro Carbone e molto bene interpretato dagli applauditi Luca Mancini e Francesca De Nicolais, perfetta nel ruolo e nelle movenze.
Degne di nota le musiche, a cura del complesso “Camera”, che fanno da sfondo alla rappresentazione, e che con energia e ritmo, segnano, talvolta con ironia, talvolta con gravità, i passaggi più significativi della storia.