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Il cinema di via Monteoliveto fa spazio alla catena Superò.

Lentamente muoiono i presidi di cultura a Napoli. Lentamente muoiono le case degli artisti. Lentamente muoiono i luoghi d’incontro tra l’arte e il suo pubblico. L’ultimo ad essere lapidato è il Cinema Adriano, storica sala del centro storico napoletano.
Chiuso da anni e più volte al centro di promesse in campagna elettorale, molti si son riempiti la bocca auspicando fantomatiche riaperture, il Cinema Adriano chiude definitivamente i battenti. Niente più film, niente più incontri, niente più file, pellicole, poltrone, biglietti, la magia dei film.

Al posto di tutto ciò un supermercato della catena Superò. Mortadelle, banconi, pomodori, mozzarelle e corridoi ricchi di merce sostituiranno Fellini, De Sica, Monicelli e le nuove leve.
Dopo lo strangolamento del Trianon, le chiusure dell’Auditorium di Scampia, di Piazza Forcella, un altro spazio creativo chiude in città tra lo straziante silenzio della popolazione che oramai preferisce lamentarsi su facebook piuttosto che utilizzare i vecchi metodi di protesta.
Anche via Monteoliveto rimane orfana di spazi culturali, orfana di una politica dell’industria, del dollaro, dell’euro, che in pubblica piazza decapita l’arte nel nome dell’economia capitalista. Al di là dei movimenti, delle proteste che nascono e periscono, c’è solo da chiedersi quale sarà la prossima porta, il prossimo teatro, galleria, cinema, sala, a chiudere definitivamente i battenti?

Rosario Esposito La Rossa

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