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QuartaParete intervista in esclusiva l’attrice napoletana Tina Femiano.

 

Tina Femiano

Attrice teatrale e cinematografica, partecipa a vari progetti importanti e collabora con registi teatrali quali Sergio Bruni, Santanelli, Catalano, Gelardi e Roberto Azzurro. Tra i vari spettacoli che l’hanno impegnata in scena ricordiamo: ‘O miedeco dei pazzi per la regia di G. Morra, Liolà e Il berretto a Sonagli con la regia di Riccardo De Luca, Eleonora Pimentel De Fonseca con P. Catalano, La fabbrica delle creature, Virginia e sua zia e Per disgrazia ricevuta di Manlio Santanelli, Il viaggio di W. Manfrè, Agata e le nuvole di M. Gelardi, Corpi Celesti di Sandro Dionisio nell’ambito di “Benevento Città Spettacolo 2007″.
Tra le tante partecipazioni cinematografiche segnaliamo La lunga notte con P. Sorrentino, Mater Natura di M. Andrei, Alla fine della notte di S. Piscicelli, Il conte di Montecristo di Josè Dayan.

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Come si è avvicinata al teatro? C’è un evento o uno spettacolo che l’ha portata a dire: “io voglio fare l’attrice?”

Credo di essere nata con l’istino di fare l’attrice. Una mia zia è stata una delle prime sciantose del Salone Margherita e un altro mio zio era un attore drammatico d’inizio ‘900. Quindi credo di averne ereditato il DNA, ho sempre desiderato fare teatro. Solo che fare teatro, quando ero più giovane, per i miei genitori non era una cosa “corretta” e quindi mi è stato vietato ma dentro di me c’era sempre quel desiderio, rimuginavo, aspettavo i miei tempi. Poi mio padre non ha ceduto, mi sono sposata, ho avuto dei figli… però quel desiderio era sempre lì, aspettava… Cominciai a fare filodrammatica per iniziare. Non appena i miei figli sono cresciuti e diventati autonomi, ho preso il volo. Però, siccome ero in ritardo sugli anni, ho voluto recuperare con gli studi: ho fatto 6 anni di studio teatrale con Riccardo De Luca e contemporaneamente 6 anni con Maria Binoni, che era l’ultima assistente di Etienne Decroux, per gli studi sul corpo, mimo, improvvisazione. Mi sono voluta preparare per affrontare gli anni perduti.

È vero che c’è crisi e la gente non va a teatro?

La crisi c’è ed è inutile che ce lo nascondiamo. E gran parte è dovuta alla televisione che propone le solite fiction e programmi demenziali che la gente accoglie per comodità. È pur vero che non c’è la possibilità di dare molto, ci sono meno spettacoli, meno possibilità proprio a causa della crisi.

Che consiglio si sente di dare ai giovani che vogliono lavorare in teatro?

Devono farsi molto le ossa se vogliono fare gli attori sul serio. Devono lavorare, sudare, sgobbare ma non poco, molto con laboratori, stage. Devono andare molto, moltissimo a teatro a vedere i grandi attori e ad apprendere da loro.

“Presente indicativo” è ormai una realtà consolidata da diversi anni. A causa dei tagli alla cultura anche questo progetto cesserà di esistere?

È un progetto che portiamo avanti da tanti anni. L’anno scorso lo abbiamo fatto con le nostre forze, aiutati dalla regione, per i teatri della legalità. Quest’anno non abbiamo proprio voluto abbandonarlo per non spezzare il filo che si era creato. L’anno prossimo speriamo di farlo come si deve.

Crede nella rinascita culturale auspicata da De Magistris? In che modo è possibile ottenere la necessaria attenzione?

Sì, ci credo molto e l’ho anche sostenuto. Conosco l’assessore alla cultura Antonella Di Nocera che ha sempre lavorato sul sociale e sono sicura farà il possibile. Purtroppo ora non ha i mezzi perché ha trovato solo macerie ma ci auguriamo, in futuro, che lavorando insieme ci sia una rinascita della cultura a Napoli. Io ci credo.

Cos’è per lei la quarta parete?

C’è stato un periodo in cui io non sapevo cosa fosse questa quarta parete. Poi feci uno spettacolo e il regista mi disse: «hai sfondato la quarta parete»! La quarta parete è quando sei tu, quando sei tutt’uno col pubblico, quando non c’è stata alcuna differenza tra te e il personaggio. È tutto un insieme. Quando me l’ha spiegato mi sono veramente emozionata ed ero felice di aver raggiunto questo “stadio”.

Progetti futuri?

Quest’anno ho debuttato con lo spettacolo Amori criminali, a Napoli e a Roma. Vorrei riportarlo a Napoli, forse al teatro Elicantropo. Poi ci sono anche tanti sogni nel cassetto… speriamo di poterli realizzare.

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