Giuseppina la cantante ovvero il popolo dei topi
Al Teatro Romano di Benevento Toni Servillo legge Kafka.
Scritto da Franz Kafka durante il suo ultimo anno di vita, quando ormai era già gravemente malato e pubblicato dopo la sua morte, il racconto Giuseppina la cantante ovvero il popolo dei topi, ha debuttato con successo ieri sera al Teatro Romano per “Benevento Città Spettacolo”. A dargli voce, corpo e carattere con maestria, eleganza e ironia, Toni Servillo, per un’ora protagonista assoluto ed incontrastato della scena, scarna e nuda nella sua imponenza, e lettore finissimo.
“Tra tutti i topi Josephine è l’unica a cantare e, quando lo fa, ogni animale si ferma ad ascoltare. In realtà Josephine, convinta di cantare, semplicemente fischia, come tutti gli altri topi, anzi, forse persino peggio, ma solo lei, forse perchè matta o arrogante, folle o geniale, si separa dalla miseria, consacrando tutta se stessa al suo flebile canto indisponente. Il suo allora diventa un fischio che scioglie le catene del quotidiano e consente al popolo dei topi un’esperienza liberata dalla fatica del sudore, del pane e della sopravvivenza. Non importa che sia una topolina arrogante, faccia le scene, crei persino pericoli per i suoi simili”.
È dunque la storia della dispotica e orgogliosa Giuseppina, forse troppo vecchia per cantare, e del rapporto col suo pubblico che impotente la ascolta e la protegge pur non riconoscendo la sua arte, il tema intorno al quale si sviluppa il racconto; ed è il punto di vista di un suo simile, che esamina la vicenda apportando anche prove del suo canto indisponente, che ci viene offerto. Che sia forse la sua capacità di far sognare, o forse prolungare la giovinezza che loro, in quanto razza assai prolifera, non conoscono essendo veloce il passaggio dalla nascita alla vita adulta, non è possibile stabilirlo, ma è certo che, tra tanti, lei si distingue.
Ma non è alle soli doti di una topolina ambiziosa che l’autore ceco vuole dedicarsi: ad una lettura più profonda, piuttosto, è l’arte, la figura d’artista (presunta) e come tutto questo venga percepito ed interpretato dall’esterno, ciò su cui egli sembra voler catturare l’attenzione ed indurre alla riflessione. Senza mancare, al contempo, di rendere omaggio alla musica e all’arte dei suoni in generale, rispetto alle quali è forte la sua sensibilità e l’interesse tanto da riversarne le peculiarità di ritmicità ed espressività evocativa nei suoi scritti e nel modo di concepire il linguaggio e la letteratura.
Al termine, senza evidenti motivi, Giuseppina si sottrae alle scene e scompare distruggendo da sola “il potere che si era conquistata sugli animi”. Di lei , così, si perde ogni traccia, ma non altrettanto accadrà del suo canto di cui si continuerà a serbare il ricordo. E allora: “che il popolo, nella sua saggezza, abbia collocato il canto di Josephine così in alto proprio perché in tal modo non potesse andar perduto?”. A noi la possibilità di trovare, se vogliamo, la risposta.
Ileana Bonadies