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Il repertorio del Quartetto Cetra in versione rock per un insolito viaggio  tra musica e teatro.

Musica rock, luci psichedeliche e le canzoni del Quartetto Cetra  rivisitate in chiave moderna. È con questa formula che è andato in scena ieri sera presso il Teatro De Simone, per un’altra prima assoluta del “Benevento Città Spettacolo”, Mi manca la giraffa del regista e drammaturgo Paolo Coletta. Musical dai colori vivaci e le sonorità forti, racconta dell’universo musicale e di quello teatrale attraverso un lungo viaggio nel tempo e nello spazio, che va dai grandi compositori di musica classica come  Haydn, Mozart, Beethoven, agli autori di teatro più celebri come i De Filippo, il tutto interpretato da personaggi bizzarri e poliedrici che ballano e cantano. Filo conduttore della storia, che unisce la realtà con il sogno, la voce di una Donna Invisibile che di tanto in tanto fa capolino accompagnando il personaggio femminile (vestito di una improbabile tutina azzurra e parrucca biondo sgargiante) e con esso lo spettatore, alla ricerca di una giraffa non meglio identificata, che poi, però, si scoprirà avere nulla a che fare con il mondo animale. 

Insomma, come del resto recita il sottotitolo, si tratta di un “imprevisto esotico”, surreale e divertente (molte le risate con cui il pubblico in sala l’ha accolto) attraverso cui si vuole porre l’accento sullo stato attuale dell’Arte nelle sue molteplici forme, ma che, come spiegano le note che accompagnano lo spettacolo, è, “più che una riflessione sulla condizione dell’artista oggi, una ‘genuflessione’ dinanzi al creativo di questi tempi bui, stretto tra un passato incancellabile sempre più gonfio e un futuro sempre più asfittico”.

In scena, quattro giovani e brillanti attori (Stefano Ferraro, Massimo Masiello, Adriano Mottola, Nicola Vorelli) accompagnati dalle musiche dal vivo di altrettanto quattro bravi musicisti (Davide Esposito alla batteria, Mariano Bellopede alle tastiere , Valerio Fluido Celentano al basso e Filippo D’Allio alle chitarre).

Nota stonata della rappresentazione, il volume eccessivamente alto nelle parti cantate tanto da impedire la comprensione delle parole, e la location in cui lo spettacolo si è svolto che, a giudizio di chi scrive, è apparsa poco idonea per dimensioni e stile ad ospitare un musical del genere che avrebbe necessitato di spazi più ampi e meno “classici”, consentendo, così, di apprezzare maggiormente anche il disegno luci e le coreografie. E – perché no – danzare al ritmo frenetico di canzoni che hanno fatto la storia della musica leggera italiana a partire dagli anni Quaranta, unendo con gusto umorismo e leggerezza, ma senza per questo scadere in banalità, e che, a distanza di tempo, dimostrano ancora la loro modernità e versatilità.

Si replica stasera, 7 settembre, alle 20.30.

Ileana Bonadies

 

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