Fermentaciòn: che il viaggio dell’uva abbia inizio
Dal Teatro di Tarragona una esperienza poetica sensoriale che profuma di vino.
“Dove è custodito il segreto della trasformazione?”. È con questa domanda che ha inizio Fermentaciòn – Il viaggio dell’uva di Enrique Vargas, ed è appunto il piccolo chicco del succoso frutto ad essere preso ad esempio, quale miglior elemento rappresentante il mutamento.
Prodotto dal “Teatro de Los Sentidos” in collaborazione con il FITT, “Festival International de Teatre de Tarragona”, si tratta di una “esperienza ludico sensoriale” attraverso la quale lo spettatore, coinvolto in prima persona e reso partecipe di quanto accade lungo il percorso, impara, nel buio pesto in cui è immerso, a vedere coi soli occhi della mente, del tatto, dell’olfatto e dell’udito. Appena si entra nella Sala Museo Arcos in cui è allestita la performance, infatti, ciò che solo si avverte è un intenso odore di vino mentre resta ignoto tutto ciò che è intorno; poi, guidati dagli attori/contadini che fanno luce con piccole lanterne, ecco che ha inizio il viaggio e la narrazione, sussurrata, del “segreto” custodito, molto tempo fa, solo da alcuni uomini e donne che si riunivano sulle rive di un fiume all’ombra di un grande masso e cantavano e danzavano consapevoli del “rischio di svelare l’anima che abita nel vino…”.
Chiamati a confrontarsi essi stessi con la magia legata alla nascita del vino, i partecipanti vengono avvolti, così, dalla sua storia e dagli odori che gli appartengono quando è ancora legno per poi diventare vigna ed infine liquido prezioso che inebria il corpo e l’anima, ed intanto la mente, se accetta, nel tempo di durata del viaggio, di lasciarsi trasportare dalle sensazioni suscitate, dall’atmosfera e dal vento che leggero e fresco soffia, fluttua, si distende e ne serba ricordo.
Al termine del rito di trasformazione, spazio ai brindisi, alla musica, alle danze e alla luce che inneggia alla nascita, alla libertà e alla condivisione mentre il richiamo alla terra, da cui tutto ha avuto inizio, lascia una tangibile traccia di sé nelle mani di ciascuno con l’invito, ora che lo si conosce, di continuare a custodire il segreto e tramandarlo ancora di generazione in generazione.
Rappresentazione che sperimenta la “Poetica del Sentire”, partendo dall’idea di voler proporre un diverso metodo di fare teatro e di condividere l’esperienza che si vive, Fermentaciòn incuriosisce, lascia perplessi, piace molto, insomma, provoca reazioni diverse e molteplici ma certamente non lascia indifferenti; il rammarico personale, piuttosto, è che si concluda presto, quando ormai anche gli occhi si sono abituati al buio ed hanno iniziato a guardarsi intorno con nuova consapevolezza.
Ileana Bonadies
La foto in basso a sinistra fa parte della fotogallery Benevento Città Spettacolo