Intervista a Manuela Schiano Lomoriello
In vista della VII^ Edizione de “La corte della formica” festival per corti teatrali, QuartaParete intervista Manuela Schiano Lomoriello regista, attrice e fondatrice dell’associazione Teatro a Vapore.
Manuela Schiano Lomoriello
Debutta nel 1998 con la compagnia di Mario Scarpetta partecipando a vari spettacoli fino al 2002. Nel 2001 fonda l’associazione culturale Teatro a Vapore, di cui è tutt’ora presidente, e gestisce Il Formicaio, un piccolo spazio teatrale attivo fino al 2006. Grazie all’associazione Teatro a Vapore produce, a partire dal 2005, La corte della formica, il primo festival napoletano per corti teatrali nazionali. Dopo l’esperienza con il teatro classico napoletano sperimenta altri tipi di teatro lavorando con Michele Monetta, Luciano Saltarelli, Franco Zaccaro, Ciro Pellegrino, Lucio Allocca. Nel 2010 ha preso parte allo spettacolo La gabbia che ha debuttato, in occasione del Fringe Festival, al teatro Elicantropo con la regia di Tony Laudadio. Il suo ultimo impegno teatrale è stato Vive le ruà per la regia di Ciro Pellegrino.
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Come e quando hai iniziato a lavorare nel mondo del teatro?
Ho cominciato nel ’98 facendo un provino col bravissimo Mario Scarpetta ed ho cominciato a lavorare con la sua compagnia facendo, chiaramente, delle parti piccolissime. Avevo 21 anni, ero molto giovane ma è stata una gavetta molto importante perché ho fatto 5 anni di compagnia e di tournee con loro e ho capito veramente cosa significa fare teatro come lavoro.
Come e perché nasce Teatro a Vapore?
Teatro a Vapore nasce nel 2001, quest’anno compie 10 anni di attività, e nasce per gestire uno spazio teatrale denominato il Formicaio. Con tutta una serie di attori giovani, tra cui un sacco di attori della compagnia di Mario Scarpetta (Roberta Serrano, Giampiero Schiano, Luciano Saltarelli, Francesco Mastandrea, Giovanna Giuliani) decidemmo di dare vita ad uno spazio teatrale a Soccavo e per gestire questo spazio creammo questa associazione culturale che cominciò a debuttare con vari spettacoli tra cui Morte di un pupazzo paralitico che ebbe molto successo e fu inserito in cartellone a Galleria Toledo.
Quali sono le attività che svolge attualmente Teatro a Vapore?
Oggi Teatro a Vapore non avendo più uno spazio da gestire si occupa principalmente di tre cose: innanzitutto si occupa dell’organizzazione del festival di corti teatrali “La corte della formica” (con la direzione artistica di Gianmarco Cesario) che quest’anno è alla settima edizione e ci ha dato tante soddisfazioni. Quest’anno si svolgerà all’auditorium del Bellini e questo è un passo importante per il nostro piccolo festival che è partito da Soccavo, ha sperimentato vari spazi off e poi è approdato al San Carluccio. Un’altra attività importante è la produzione di spettacoli ovviamente con le proprie forze e grazie a questo gruppo di attori che va avanti come compagnia e come altra attività gestisce laboratori per le scuole e per ragazzi a rischio.
Cos’è per te la quarta parete?
È la cosa che secondo me andrebbe sempre infranta. Ovviamente non parlo del cabaret o del contatto becero col pubblico ma di un qualcosa per cui va tenuto presente che esiste un pubblico e quindi non bisogna fare questo teatro troppo autoreferenziale… io vedo il teatro sempre come un grande gioco; soprattutto quando facciamo spettacoli con un certo spessore, mi piace inserire sempre degli elementi di leggerezza, di grottesco perché comunque credo che far arrivare un messaggio importante con la comicità sia una delle risorse più grandi che ha in particolare la cultura napoletana ma che dovrebbe avere in generale il teatro.
Come riesce una compagnia giovane a mantenersi autonomamente?
Non ci riesce, non ce la fa… nel senso che noi riusciamo a finanziarci gli spettacoli che facciamo ma sicuramente nessuno di noi riesce a vivere con quello che guadagna facendo gli spettacoli di Teatro a Vapore. Per questo Teatro a Vapore si finanzia anche con laboratori e tutti gli attori lavorano anche in altre compagnie. È certo bello rimanere insieme ma anche a volte difficile, faticoso perché magari molti sono in giro, in tournee; il che non guasta perché poi si ritorna sempre all’interno della compagnia con nuove esperienze.
L’attuale situazione della cultura a Napoli risulta essere critica, basti pensare alle proteste riguardanti l’organizzazione del Napoli Teatro Festival. Quale potrebbe essere la strada giusta per risollevare la cultura a Napoli?
È una domanda complicatissima che tutti ci stiamo facendo e che si sta cercando di porre al sindaco e alle istituzioni. Credo che la cosa importante ora sia rimanere uniti e ci sono attualmente dei comitati, ci sono riunioni che gli attori fanno per tentare di riunire le forze. Onestamente non saprei bene come rispondere, non c’è una formula magica e la situazione è davvero complessa ma non solo per i tagli ai finanziamenti ma anche perché c’è tanta approssimazione in giro, molto piangersi addosso per la situazione ma poca inventiva per affrontarla. Spesso che chi fa le cose per i soldi e non cerca invece il modo di trovare i soldi perché ha veramente un’idea da portare avanti.
Progetti futuri.
In questo momento, però non come Teatro a Vapore, sto lavorando ad uno spettacolo con Yuliya Mayarchuk con la quale ho curato la scrittura del testo; uno spettacolo estivo che verrà poi presentato anche in stagione dal titolo Io mammeta e tu con la stessa Yuliya Mayarchuk per la regia di Franco Graferia. Per settembre invece riprenderemo un progetto di Teatro a Vapore che è il Seminario teatrale di cultura alimentare che l’anno scorso ci ha dato molte soddifazioni. È un progetto in collaborazione con l’istituto di studi contro i tumori della Federico II che, parlando appunto delle cose serie dette però con grande leggerezza, grazie ad uno spettacolo divertente della nostra compagnia che si chiama Maccarune, con la regia di Giampiero Schiano e la cui scrittura ho curato sempre io, introduce i ragazzi al mangiare sano attraverso poi un dibattito con i medici nutrizionisti e un pranzo finale a base di cibi sani della cultura mediterranea.
Ci sono persone,che ti cambiano la vita…e Manuela Schiano ha portato nella mia vita creativa un ondata di entusiasmo e grande capacita di realizzare le idee,che avevo in testa da qualche anno.E una persona piena di talento ed espirienza professionale.Il mio augurio,che il teatro a vapore,diventa un teatro,che darà opportunità ai giovani(lo sta già facendo) di realizzare propii sogni,come sta accadendo a mme,avendo Manuela,come guida creativa!