Vittorini va in scena a Sala Ichòs
Tra memoria, storia e realtà un viaggio che attraversa l’Italia del periodo fascista per arrivare fino in Sicilia.
Un viaggio. A ritroso. Nel tempo e nello spazio. Da nord verso sud, verso quella Sicilia abbandonata tempo addietro ed ora raggiunta di nuovo. Silvestro, il protagonista, l’io narrante, dell’opera scritta da Elio Vittorni, Conversazione in Sicilia, è impersonato nella versione teatrale proposta da Ichòs Zoe Teatro, per la regia di Salvatore Mattiello, dallo stesso Mattiello che già 10 anni fa gli aveva dato corpo e voce e che ora ritorna a dargli vita e pensieri nel più ampio percorso di avvicinamento all’opera di Brecht a cui quest’anno la programmazione di Sala Ichòs si ispira. Ed è da un treno, dai binari su cui esso viaggia, dal rumore del lento avanzare e da una lettera che tutto ha inizio.
La lettera è quella che il padre di Silvestro, andato via con un’altra donna, gli indirizza perché vada a trovare la madre rimasta sola; il treno è quello che lo riporterà da Bologna dove è tipografo, nella sua terra natia e gli farà incontrare figure dal valore simbolico, personaggi con cui si fermerà a “conversare”, espressione della condizione italiana durante il periodo fascista ma anche di coloro che a tale realtà guardavano con criticità e vi si opponevano. Ed è così che incontrerà, e lo spettatore con lui, il raccoglitore di arance piegato dalla miseria insieme alla sua famiglia; il Gran Lombardo, ricco latifondista che non smette di ripetere quanto sia giunto il momento «di assumere una nuova coscienza, di aspirare a nuovi e più alti doveri», inneggiando, dunque, alla libertà; e ancora l’arrotino che in cerca di lame da affilare che non trova quasi più, si rallegra per il temperino di Silvestro quasi a voler affermare che sebbene quasi nessuno più sia disposto a ribellarsi, una speranza, in fondo, ancora c’è.
Altamente intriso di significati, poi, l’incontro con la madre Concezione che al figlio racconterà della figura di suo padre, uomo debole, contrapposta a quello di suo nonno, invece, risoluto e con forte senso del dovere e del suo unico tradimento consumato con un soldato ai tempi della prima guerra mondiale. Così come evocativo è il momento in cui Silvestro, giunto nel cimitero, si ferma a parlare con un soldato che non vuole farsi vedere, che resta nell’ombra ma dalle cui parole intuiamo possa essere suo fratello Liborio, morto in guerra e a cui, nel testo scritto, così come nella trasposizione teatrale, è affidato l’ “ … ehm…” di Vittorini, pronunciato – scrive il regista nelle sue note – così come è scritto, lasciato precipitare così, nel buio del teatro a sottolineare l’inadeguatezza della lingua a riferire ciò che di complicato a volte accade agli uomini e alla loro vita.
Rappresentazione corale intensa, asciutta in cui non una parola, non un gesto sono pronunciati e compiuti oltre ciò che è necessario per coglierne il significato profondo, nella quale gli elementi scenici, a loro volta essenziali, si combinano di volta in volta dando vita ai quadri che fanno da sfondo ai singoli dialoghi, … Conversazioni… porta in scena l’inquietudine di un tempo non lontano, con affanni non sconosciuti a noi contemporanei, in cui reale e simbolico si intrecciano, confondono e solo lo scricchiolio delle tavole di legno del palcoscenico così come i respiri degli attori riconducono al presente. Ad una piccola, accogliente sala della periferia napoletana in cui, per una sera, ci si è sentiti tutti, attori e spettatori, «… poeti di una poesia che ha in sé il segno della rivoluzione permanente…».
Lo spettacolo sarà in scena ancora sabato 26 novembre, ore 21:00 e domenica 27 alle ore 19:00.
Per info: www.ichoszoeteatro.it – email: mattielli4@alice.it
335 7652524 – 081 275945
Ileana Bonadies