Fondi pubblici: in arrivo 11 milioni di euro
L’impero De Fusco-Miraglia si alimenta con nuovi stanziamenti ad hoc mentre l’ordinario muore. A seguire il testo integrale apparso sul Burc.
Fondazione Campania dei Festival
La Campania dei Festival verso il Forum Universale delle Culture
progetto per le annualità 2011/2012
17/11/2011
fonte: http://burc.regione.campania.it
CAPITOLO 1 LA FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL
La Fondazione Campania dei Festival, promossa dalla Regione Campania, è un istituzione molto giovane: costituita, nel luglio 2007.
É nata con alcuni obiettivi strategici molto ben definiti. Il primo punto individua la programmazione e la gestione operativa del Napoli Teatro Festival Italia. Questo obiettivo ha poi natura strumentale rispetto ad altre finalità che la Fondazione Campania dei Festival ha perseguito. Si crea quindi un’interessante catena di differenti obiettivi che sono tra loro collegati da relazioni mezzi-fini. Da questo punto di vista, in primo luogo, si fa riferimento al miglioramento (indiretto e mediato) dell’offerta culturale della città di Napoli e della Regione Campania, anche attraverso un rafforzamento delle connessioni con le correnti culturali di respiro internazionale. In secondo luogo, la realizzazione del FESTIVAL serve anche a stimolare l’interesse e la partecipazione del pubblico al teatro, operando, ancora una volta in maniera indiretta, per la promozione di forme di turismo culturale.
CAPITOLO 2 LA CAMPANIA DEI FESTIVAL VERSO IL FORUM UNIVERSALE DELLE CULTURE
La Fondazione Campania dei Festival intende perseguire una nuova prospettiva strategica di lungo termine per trasformare il territorio stesso, la Regione Campania, in un ‘marchio culturale’ specifico, così da attirare e convogliare investimenti, turismo e forza lavoro qualificata, facendolo divenire una meta internazionale contenitore di esperienze culturali. Strategie simili sono alcuni Festival Internazionali più prestigiosi al mondo, da Edimburgo ad Avignone, da Santiago a Mils a Singapore, già partners della Fondazione, sino all’esempio di Salisburgo che da molti anni e con notevole successo, ha moltiplicato i propri periodi di svolgimento varando oltre alla tradizionale edizione estiva, un Festival di Pasqua ed uno di Pentecoste.
La Fondazione Campania dei Festival intende uscire dai confini temporali del più importante Festival del Teatro Italiano ovvero del nostro “Napoli Teatro Festival Italia” che pure già con la quarta edizione ha sdoppiato il proprio periodo di svolgimento, accostando alla tradizionale tranche di giugno un epilogo nei mesi di settembre e ottobre. Nell’ottica di sviluppo temporale la Fondazione intende arricchire la propria offerta culturale presentando eventi distribuiti in più mesi dell’anno, che possano moltiplicare il valore attrattivo culturale del Napoli Teatro Festival, in città e nella Regione Campania, sia nel tempo sia nello spazio.
L’obiettivo di fondo è, quindi, quello di offrire una scelta ricca di attività in una logica di ‘sostenibilità culturale’ in cui le “tappe” dei festival si integrino, traendone e dando maggior forza attrattiva, con altre manifestazioni ed eventi locali regionali ed in particolare con quelli a vocazione internazionale al fine di aprire il territorio campano ad un turismo culturale lungo tutto l’arco dell’anno, ricercando sempre modalità adatte per coinvolgere il pubblico, sia quello residente che quello dei visitatori, garantendo l’accessibilità a tutte le fasce sociali.
Per poter fare ciò, è necessario lavorare su due fronti: quello della formazione del pubblico, perché nasca sul territorio campano, nazionale ed internazionale un pubblico fidelizzato alle proposte culturale, che col tempo sia esso stesso promotore delle iniziative; sul fronte produttivo, costruire un repertorio di proposte di qualità ‘sostenibili’ dal punto di vista economico ed anche organizzativo.
La sostenibilità organizzativa ed economica di questo progetto sul fronte produttivo, è assolutamente innovativa e certamente vincente. La Fondazione stessa organizzatrice del Napoli Teatro Festival, e quindi committente e produttrice diretta di nuove creazioni per il festival, in quest’ottica di sviluppo intende riprendere e valorizzare gli spettacoli già prodotti dalla stessa e da altre grandi istituzioni del territorio, beneficiando dei costi di produzione già sostenuti, ammortizzandoli nelle riprese e nella circuitazione degli spettacoli già allestiti, introducendo nel panorama culturale della Regione, importanti economie di scala.
Altre due linee di fondo, tendenti ad ottimizzare le attività produttive e le capacità comunicative e promozionali, attraversano tutto il progetto: quella dei laboratori/atelier propedeutici alla nascita degli spettacoli e quella di occasioni di debutto offerte a giovani registi campani.
Con la prima linea, si realizzeranno atelier di grandi registi come ad esempio Peter Brook, Bob Wilson, Antonio Latella e Luca de Fusco, preparatori di spettacoli che saranno presentati nel corso del 2012 e del 2013. In questo modo si terrà alta l’attenzione mediatica puntando ad incrementare il turismo in modo diretto ma anche a modificare l’immagine della Campania, diffondendo in Italia e nel Mondo notizie sulla nostra Regione di valenza positiva ed attraente.
Con la seconda si incentiverà la nascita di spettacoli firmati da giovani registi campani: in ogni “tappa” del Festival sarà inserito uno spettacolo della nuova leva di registi in un disegno che punta allo svecchiamento e alla liberazione di nuove energie nel teatro napoletano.
CAPITOLO 3 IL FESTIVAL DI NATALE
Durante il periodo natalizio, le Istituzioni teatrali napoletane si presentano con una straordinaria offerta culturale, che punta alla promozione di una immagine positiva delle attività organizzate nella città di Napoli, basata sulle eccellenze artistiche.
Con il traino del fascino universalmente riconosciuto alla città di Napoli, nel periodo natalizio, nasce la prima “tappa” di questo progetto: il “Festival di Natale”.
In considerazione delle riconosciute caratteristiche del Teatro di San Carlo, prestigioso per la sua architettura di Teatro Lirico e storicamente il più antico d’Europa, della indubbia attratività turistica, grazie anche alla qualità della sua offerta artistica, il Festival di Natale inaugura consolidando con il “Massimo”, una solida collaborazione pluriennale.
La Fondazione ed il Teatro di San Carlo, in forza di un accordo di coproduzione, presenteranno presso il Massimo, spettacoli di evidente qualità artistica, firmati da grandi registi e direttori di orchestra, quali l’importante allestimento di Semiramide di Rossini, per la prestigiosa regia di Luca Ronconi, uno degli appuntamenti più importanti del sistema lirico italiano. Seguirà la presentazione di un gioiello dell’Opera Buffa “Il marito disperato” di Cimarosa, che verrà rappresentato in un nuovo allestimento al Teatrino di Corte, di Palazzo Reale. Appuntamento d’eccezione sarà poi l’esecuzione della “Messa da Requiem”, di Verdi, con la direzione del Maestro Riccardo Muti.
Nello stesso periodo il Teatro Stabile di Napoli in una coproduzione con la Fondazione Campania dei Festival riapre il Teatro San Ferdinando nel periodo natalizio con una recita in anteprima gratuita offerta alla popolazione del quartiere ed ai turisti natalizi. Lo spettacolo è un omaggio a Totò firmato da uno dei maggiori registi napoletani, Giancarlo Sepe e interpretato da uno dei più brillanti attori napoletani di ultima generazione, Francesco Paoloantoni. Dopo l’anteprima natalizia, aperta gratuitamente alla città, lo spettacolo di Giancarlo Sepe resterà in cartellone per tutto il periodo natalizio. Sempre nell’ambito del periodo natalizio della Campania dei Festival, al Teatro Mercadante sarà presentata una abbinata basata su due attori napoletani di grande rilievo: Geppi Gleyeses e Peppe Barra, che presentano due spettacoli di grande rilievo: “L’affarista” di Balzac, che sarà presentato al Teatro Mercadante, mentre il secondo ripropone un appuntamento tradizionale tipico della Napoli natalizia: “La cantata dei Pastori”, la cui prima recita sarà sempre offerta gratuitamente alla città.
Sempre nel periodo pre-natalizio Luca de Fusco avvierà l’iter delle produzioni della quinta edizione del Napoli Teatro Festival, tenendo un laboratorio aperto agli studenti universitari e all’Accademia di Belle Arti sulla drammaturgia e la preparazione scenografica propedeutici di un nuovo spettacolo destinato a concludere l’edizione 2012 della rassegna. Altro “atelier” di preparazione a futuri spettacoli sarà diretto da Antonio Latella, in vista di un suo spettacolo di rilettura della sceneggiata napoletana il cui titolo provvisorio è “La sceneggiata”, destinato poi a debuttare nella prossima edizione del Napoli Teatro Festival Italia.
Già questa prima “tappa” del festival ha lo specifico intento di creare sinergie artistiche ed economiche tra i teatri più importanti della città di Napoli, oltre a lanciare con gli atelier in programma i nuovi processi creativi che porteranno nei palcoscenici della città ed in luoghi non convenzionali, la presentazione di nuove produzioni per il 2012 e 2013.
CAPITOLO 4 IL FESTIVAL DI PASQUA
Agli inizi di Aprile Napoli riproporrà la propria immagine di laboratorio delle arti.
Proprio ad Aprile inizierà il ciclo di Atelier che Peter Brook ha stabilito di allestire con la Fondazione Campania dei Festival. I tre ateliers si terranno a Napoli e porteranno ad una creazione teatrale di rilievo mondiale: uno dei più importanti registi teatrali viventi presenterà in prima assoluta nell’edizione 2013 del Festival uno spettacolo dedicato ai “Frammenti” di Beckett.
Nella continuità del processo creativo, lo stesso Bob Wilson presenterà un atelier in aprile, che rappresenterà la prima tappa del processo creativo che sfocerà in una prima mondiale nel 2013, basata su un testo di Raffaele Viviani.
Compie invece un processo inverso “Ferito a morte”, spettacolo in coproduzione, dedicato al romanzo di La Capria che, dopo essere stato presentato in forma di lettura scenica nel corso del Napoli Teatro Festival 2011 e poi in forma prettamente teatrale al Festival di Benevento, approda finalmente a Napoli nel corso della seconda “tappa” del progetto, il giorno 11 aprile al Teatro Mercadante.
Infine, il suggestivo spettacolo “Lei, cinque storie per Casanova”, grande successo della prima edizione del Napoli Teatro Festival nel 2008, basato su testi di cinque brillanti scrittrici contemporanee ed esportato poi con successo al Grec di Barcellona, sarà rappresentato negli spazi della Reggia di Caserta, analogamente a quanto fatto nel Napoli Teatro Festival che vide debuttare il lavoro nella Certosa di San Martino.
CAPITOLO 5 IL FESTIVAL ESTIVO
In concomitanza con la edizione 2012 del Napoli Teatro Festival, al fine di rinforzare ulteriormente l’idea della Campania capitale del Teatro Italiano, saranno attivati progetti di collaborazione biennale con alcuni tra i massimi registi e coreografi internazionali.
In particolare :
Peter Brook porterà nell’estate 2012 in prima italiana il suo nuovo lavoro “The suit” di cui la Fondazione sarà coproduttore e che sarà ripresentato in autunno nel cartellone anche del Teatro Stabile di Napoli. Per l’intero anno 2012, La Fondazione avrà l’esclusiva in Italia della distribuzione dello spettacolo. Parallelamente Peter Brook inizierà tre atelier a Napoli di cui uno in occasione del festival di Pasqua, basati sullo studio dei “Frammenti di Beckett”, il cui spettacolo conclusivo, debutterà in prima mondiale nell’edizione 2013 del festival.
Robert Wilson porterà nell’estate 2012 uno spettacolo in prima europea, per proseguire con le attività di creazione artistica, organizzata in atelier a Napoli nell’anno successivo, destinati a sfociare in una edizione di “Circo equestre Sgueglia” di Raffaele Viviani, che sarà portata in scena nel 2013 a Napoli, dal grande regista texano.
Josè Montalvo, il grande coreografo direttore artistico del Theatre National de Chaillot presenterà in una piazza della città, nell’estate 2012, “Naples est une féste”. Successivamente Montalvo presenterà nel 2013 il nuovo spettacolo del Teatro da lui diretto di cui Napoli si riserva l’esclusiva per il 2013: titolo provvisorio “I vecchi e i giovani”.
Arricchiranno ulteriormente il periodo estivo, altri due nomi importanti della scena internazionale, accompagnando la produzione teatrale, da primi assaggi nel 2012 per sfociare con nuove produzioni nel 2013, commissionate direttamente dalla Fondazione Campania dei Festival: Christoph Marthaler e la nuova scoperta, il giovane regista argentino Claudio Tolchacir. Inoltre, la Fondazione presenterà spettacoli non solo nella città di Napoli, ma in un progetto di diffusione territoriale, cercherà parternariati con Enti ed Istituzioni culturali e turistiche nelle isole e nelle altre province della Regione Campania.
“Capri letteratura”, si svolgerà negli ultimi dieci giorni del mese di giugno 2012. Il progetto farebbe rinascere il rimpianto “Premio Malaparte”, che Graziella Buontempo portò all’attenzione della comunità letteraria internazionale negli anni ’90. Attorno a questa rinnovata edizione del Premio, la Fondazione intende presentare alcuni spettacoli di forte matrice letteraria contemporanea, che hanno conosciuto un ottimo successo nelle edizioni passate del Napoli Teatro Festival. Si inizia con “Lei, cinque storie per Casanova” e si prosegue con la “Giovanna d’Arco”, della Spaziani. Degna conclusione, molto letteraria e molto “caprese”, la lettura scenica di “Ferito a morte”, il romanzo napoletano più pieno di riferimenti al Mare, con la quale Mariano Rigillo riporterebbe a Capri uno scrittore caprese per eccellenza, come Raffaele la Capria.
La settimana suggestiva a Capri, volta a coinvolgere i luoghi paesaggisti e storici dell’isola, sarà arricchita con la presentazione dello spettacolo “Variazioni sul Mito” – femminile sotterraneo (Arianna o il labirinto. Palinodia per elena. Antigone, nozze di morte), spettacolo itinerante nato per l’edizione 2011 del festival, su testi di Monica Centanni e Daniela Sacco, riadattati da Omero, e di “Otello e Iago”, prologo e viaggio in mare – navigazione teatrale a vela liberamente tratta dall’Otello di Shakespeare, ideazione e regia Antonella Monetti.
Nella circuitazione degli spettacoli tra i suggestivi paesaggi di mare, dopo la presentazione degli spettacoli a Capri, si continuerà in questa “navigazione culturale” verso Positano. Saranno riproposti nei primi giorni di luglio, in suggestivi scenari, gli spettacoli “Ferito a morte”, “Variazioni sul mito”, “Giovanna d’Arco” e “Lei, cinque storie per Casanova”.
Questa “tappa” estiva del Festival oltre a produrre forti economie dovute alla vicinanza temporale con il Napoli Teatro Festival rafforza il cosiddetto settore del ‘turismo culturale’, che fa diventare destinazioni turistiche competitive luoghi della Campania, che non solo possiedono un patrimonio artistico e storico o paesaggistico già naturalmente attrattivo, ma fanno in modo che questi luoghi possano ‘parlare’ al mondo intero, e alle nuove generazioni, attraverso nuovi linguaggi e simboli.
Quali stimoli, idee, associazioni, attese, suscita un luogo e lo spinge a diventare destinazione di un viaggio o di un soggiorno o di un trasferimento permanente? Ciò è molto più legato alla capacità di quel luogo di essere destinazione ricca di opportunità e di esperienze culturali innovative, propositivo e aperto, più di quanto lo faccia la morfologia del suo territorio o le rovine delle sue residenze storiche.
CAPITOLO 6 IL FESTIVAL D’AUTUNNO
Questa ultima “tappa” del progetto ha lo scopo di riproporre nelle province della Regione gli spettacoli di maggior successo prodotti o coprodotti dalla Fondazione Campania dei Festival. L’Opera da tre soldi sarà presentata ad Avellino, promuovendo e permettendo la presenza del pubblico anche da Benevento, e quindi al Teatro Verdi di Salerno.
Si continuerà quindi con la presentazione di una nuova produzione di danza del coreografo Ismael Ivo, in un percorso iniziato nel 2009, che coinvolge i promettenti danzatori della Regione Campania “Les danseurs napolitain”.
In questo modo spettacoli già presentati, recensiti e promossi verrebbero offerti ai cittadini ed ai turisti in una ambientazione diversa da quella precedente in coincidenza con l’appuntamento delle festività di inizio novembre 2012.
Nello stesso periodo Peter Brook effettuerà il secondo atelier in vista dello spettacolo beckettiano del 2013; sempre in autunno inizierebbe il ciclo di Atelier di Bob Wilson. Il grande maestro americano inizierebbe un laboratorio con attori e cantanti della tradizione napoletana, destinato a sfociare in uno spettacolo dedicato a Viviani che sarebbe uno dei punti di forza del cartellone del Festival 2013.
Finalmente Ivo van Hove, uno dei più importanti spettacoli europei degli ultimi anni, presentato nei maggiori Festival europei e mai rappresentato in Italia approda in prima ed esclusiva italiana, in autunno. Si tratta di Roman tragedies, spettacolo che presenta in una unica grande serata (la durata è di quasi sei ore) Antonio e Cleopatra, Giulio Cesare, Coriolano. Le tre tragedie vengono presentate come un grande congresso politico secondo una straordinaria idea registica che ha raccolto le lodi di tutta la stampa internazionale. Sia il Piccolo che il Festival Roma Europa avevano tentato di portare in Italia lo spettacolo senza riuscirvi. Nel 2013 Van Hove e la sua grande compagnia realizzeranno un sequel dello spettacolo che riguarda un altro lavoro shakesperiano riguardante il mare: Il mercante di Venezia.
Infine nell’ottica sinergica, tra cultura e tradizione, questa sessione “conclusiva” porterebbe a coprodurre con alcuni dei teatri importanti della città di Napoli, inaugurando assieme nei mesi da settembre a novembre, le rispettive stagioni invernali. In questa ottica la Fondazione Campania dei Festival, condividendo anche le linee artistiche, e sostenendo la presentazione di queste nuove “produzioni d’apertura”, del Teatro Stabile di Napoli, del Teatro Bellini, del Teatro Diana per finire con il Nuovo Teatro Nuovo.
PIANO FINANZIARIO
COSTI
Per l’elaborazione delle voci di costo riferite al progetto “La Campania dei Festival” si è proceduto alla individuazione di macrovoci di costi e spese in maniera da rendere organico e funzionale l’intellegibilità del quadro economico di riferimento.
La voce di spesa “per i costi artistici e le attivita’ laboratoriali e collaterali” vuole rappresentare nel suo complesso ciò che di valore artistico-tecnico-culturale si propone in senso stretto. In buona sostanza si può affermare che tale voce rappresenta il costo della materia prima, ossia la organizzazione degli eventi rappresentati nell’ambito del progetto.
Le voci di spesa “per servizi tecnici” e “per affitto spazi” indicano la spesa necessaria per la messa in sicurezza dei luoghi e l’allestimento degli stessi, oltre al costo per la locazione degli spazi necessari per la rappresentazione degli eventi.
La spese in comunicazione sono direttamente proporzionali a ciò che gli eventi in quanto tali, avranno la capacità di creare in termini di impatto distrattivo rispetto al contesto di riferimento ed al macro-ambiente con il quale andrà ad impattare.
Di conseguenza, la capacità di impressionare, interessare ed interagire con l’ambiente esterno avrà peso grazie anche agli investimenti in termini economici della funzione promozione e marketing. L’attrazione di nuova utenza e nuovi flussi turistici verrà sviluppata attraverso l’interazione e la promozione in ambienti qualificati quali associazioni, teatri e festival nazionali ed internazionali, università, scuole di ogni ordine e grado, cral, oltre che in occasione di eventi ad hoc organizzati quali, partecipazione a fiere specifiche (BIT di Milano, ITB di Berlino e la WTM di Londra). Tale funzione avrà l’obiettivo di veicolare e generare valore aggiunto per l’intero indotto, con risvolti sicuramente costruttivi e positivi in termini di incremento occupazionale e di capacità reddituale pro-capite sul territorio di riferimento.
L’attività di promozione turistica sul territorio, che si individua come strettamente necessaria per lo sviluppo di una politica attività sul territorio capace di coinvolgere flussi nazionali ed internazionali in occasione degli eventi.
Inoltre, è stata prevista la quota di costo di funzionamento e spese generali della Fondazione Campania dei Festival per la realizzazione degli eventi.
Nello specifico viene rappresentata in termini di previsione il costo del personale. Pertanto, la voce “Personale e collaboratori di staff” ricomprende la valorizzazione dei costi e spese legati al personale di funzione coinvolto stabilmente e che, in maniera trasversale, opera per l’organizzazione e gestione degli eventi. L’importo preventivato consente anche la copertura degli oneri tributari e previdenziali diretti ed indiretti legati alla gestione dei rapporti di lavoro.
Di seguito si riportano per macrovoci di spesa, i costi eleggibili del progetto.
MACROVOCI DI SPESA
2011
2012
PER I COSTI ARTISTICI E LE ATTIVITA’ LABORATORIALI E COLLATERALI
€ 4.900.000,00
3.075.000,00
PER I SERVIZI TECNICI E LOGISTICI
500.000,00
1.200.000,00
PER AFFITTO TEATRI E SPAZI NON TEATRALI
800.000,00
400.000,00
PER I SERVIZI DEL CERIMONIALE E ACCOGLIENZA E OSPITALITA’ INTERNAZIONALI
25.000,00
450.000,00
PER ATTIVITA’ DI COMUNICAZIONE, PROMOZIONE E MARKETING
€ 250.000,00
800.000,00
PER ATTIVITA’ DI PROMOZIONE DELL’OFFERTA TURISTICA
€ 300.000,00
400.000,00
SPESE GENERALI, PERSONALE E COLLABORATORI DI STAFF DEL PROGETTO
€ 100.000,00
800.000,00
TOTALI USCITE
6.875.000,00
7.125.000,00
TOTALE
14.000.000,00
FONTI DI COPERTURA
I costi sopradescritti in tabella saranno così sostenuti:
– contributo a valere sui Fondi POR/FESR 2007-2013 per un totale di € 11.000.000,00
– stima ricavi da bigliettazione e sponsorizzazioni € 3.000.000,00
FONTI DI COPERTURA
2011
2012
CONTRIBUTO POR CAMPANIA 2007-2013 OB. OP. 1.10
4.685.000,00
6.315.000,00
STIMA INCASSI E SPONSORIZZAZIONI DAL PROGETTO
2.190.000,00
810.000,00
TOTALI ENTRATE
6.875.000,00
7.125.000,00
TOTALE
14.000.000,00
La stima dei ricavi dal servizio di biglietteria, riferiti agli spettacoli del progetto, è stata determinata, considerando:
– le capienze medie degli spazi teatrali e non;
– prezzi medi di vendita rispetto alle politiche singole di ogni teatro o festival partner;
– la campagna abbonamenti dei teatri in città;
– l’applicazione di prezzi popolari, negli spettacoli del festival internazionale del teatro.
Gli incassi da sponsorizzazioni sono state valutate, considerando il periodo particolare di crisi economica che coinvolge l’intero panorama internazionale, laddove i benefici si possono individuare maggiormente nelle sponsorizzazioni tecniche, piuttosto che nel introito finanziario. Qualora le fonti aggiuntive che saranno generate dal progetto, stimabili in 3.000.000,00, nell’ottica strategica della Fondazione, di reinvestimento sinergico dei fondi, verranno rivalorizzate, investendoli ad integrazione dei progetti moltiplicatori e collaterali.
CAPITOLO 8 RISULTATI ATTESI
Il grafico a seguire, frutto di un’analisi storica di dati raccolti nel primo triennio di attività della Fondazione Campania dei Festival (2007 – 2009), rappresenta l’elaborazione grafica della spesa sostenuta per la presentazione dei progetti della Fondazione e conseguente visibilità e indotto.
Nel primo triennio di attività la Fondazione Campania dei Festival ha messo in campo un sistema che, come accade a Edimburgo e Salisburgo, si propone come offerta complessiva ed articolata della città, sia a livello immaginario della sua storia, identità, trasformazioni sociali, che infrastrutture e partecipazione sociale;
Tale sistema ha coinvolto diversi luoghi della città di Napoli e della Campania, non limitandosi mai alla semplice dimensione relativa alle parti “teatrali”, ma cercando di allargarne i confini ed i limiti ad altre attive parti economiche, dalla ricerca, della formazione, della comunicazione, del sociale, ponendosi gli ambiziosi obiettivi di:
– mobilitare significativi flussi di visitatori e turisti, attraendo differenti segmenti di domanda e destagionalizzando i flussi di visita,
– rioccupare e rigenerare spazi della città,
– riattivare forme di partecipazione sociale, anche attraverso produzioni complesse e corali, come attraverso una programmazione che stimoli le diverse componenti delle comunità napoletane e campane, nelle diverse espressioni di gusto ed attese culturali delle diverse espressioni,
– rappresentarsi anche come utile contenitore per azioni culturali prodotte e promosse da altri soggetti attivi in ambito cittadino, territoriale, interregionale,
– esprimere una identità nuova del sud Italia, basata sulla propria creatività e sostenere processi creativi, dare fiducia e coraggio a tutti coloro che hanno idee e talenti da esprimere,
– assumere un ruolo di fulcro per reti europee ed internazionali per la definizione di progetti e programmi di lavoro comuni.
% territorio REGIONALE, NAZIONALE, INTERNAZIONALE60%29%11%IMPATTO IN REGIONE CAMPANIAIMPATTO IN ITALIAIMPATTO ALL’ESTERO
Gli obiettivi prioritari del progetto “La Campania dei Festival verso il Forum Universale delle Culture” è di consolidare, in una prospettiva di potenziamento, i risultati ottenuti con precedenti eventi organizzati dalla Fondazione: Napoli Teatro Festival Italia, Festival d’Oltremare, Campania Teatro Festival.
Di seguito si elencano i risultati attesi dal nuovo progetto accennando ad un’analisi dei costi e benefici indotti dalle attività della Fondazione.
IMPATTO SUL TERRITORIO REGIONALE
Nella strategia che ha caratterizzato la programmazione del FESTIVAL dal 2008, di consolidare il festival nella città di Napoli, e a seguito delle prime esperienze di circuito regionale culturale, iniziate con il Campania Teatro Festival, con la presente progettualità si vuole consolidare i risultati di impatto ottenuti, superando le barriere della città ricercando collaborazioni in nuovi luoghi della Regione Campania. Con tale obiettivo strategico, nascono le collaborazione con gli enti storici e culturali dell’isola di Capri, sino a raggiungere le province della Regione, da Avellino a Benevento, da Caserta a Salerno, sino al coinvolgimento del Comune di Positano.
– Costi e benefici:
Da un centro di costo comune, dato dalle spese già sostenute per la produzione, creazione ed allestimento ex novo di spettacoli della Fondazione, presentati nelle precedenti edizioni del Festival, con il nuovo progetto di ricerca della continuità di vita delle produzioni, nuova strategia della Fondazione è rappresentata dal riallestimento di tali spettacoli e la rappresentazione delle repliche in un circuito regionale. Grazie a tali riprese i costi già fonte: sostenuti, oltre a beneficiare dell’ammortamento degli stessi, creando economie di scala, aumentano anche la forbice tra costi “inferiori” e “maggiori” risultati attesi, in termini di:
– di impatto in termini di spettatori;
– comunicazione e promozione congiunta.
– Visibilità sul territorio;
– Continuità di occupazione di artisti e maestranze;
– Crescita della maturazione artistica dello spettacolo;
ECONOMIE DI SCALA ORIZZONTALI – DESTAGIONALIZZAZIONE DELL’OFFERTA CULTURALE
Oltre al festival di giugno, dopo i successi ottenuti con la presentazione dell’epilogo di settembre, con il nuovo progetto della Fondazione Campania dei Festival, si estende la presenza della proposta culturale, nell’arco di tutto l’anno, presentando spettacoli nei periodi di maggior afflusso turistico, legato alla mobilità del turismo, o alla chiusura di scuole e aziende, delle festività e dei periodi vacanzieri, come i periodi di Natale, Pasqua, Estate e Autunno. Con tale strategia di destagionalizzazione dell’offerta artistica, si beneficia di una redistribuzione della ricchezza sia territoriale sia temporale, beneficiando di costi strutturali diretti della organizzazione interna alla Fondazione, che offre i propri skill in maniera continuativa e maggiormente produttiva.
– Costi e benefici:
La continuità di offerta culturale destagionalizzata, è organizzata da una struttura interna di personale di progetto della Fondazione, con continuità nell’anno. L’aumento di produttività risulta essere più che proporzionale rispetto alle spese di struttura della Fondazione. L’eventuale incremento dello staff interno organizzativo, tecnico, di promozione e comunicazione risulta essere proporzionalmente inferiore rispetto all’efficienza ed all’efficacia dei risultati ottenuti.
COLLABORAZIONE E RETE CULTURALE: SINERGIE TRA ENTI CULTURALI, STORICI E TURISTICI DELLA REGIONE CAMPANIA
Tale progetto, nella strategia di partenariato sul territorio, vedrà soggetti direttamente attivi coinvolti dalla Fondazione (teatri, festival, istituti culturali e turistici) e soggetti che si aggregheranno naturalmente, per conoscenza indotta, risonanza e attenzione al progetto.
– Costi e benefici:
In una prospettiva quindi, di condivisione ed attrattività del progetto, gli enti e le istituzioni culturali e turistiche coinvolte direttamente ed indirettamente, presenti nel circuito di partenariato e non, porteranno ad un potenziamento e sviluppo sinergico, naturale e non programmato, delle attività di promozione e comunicazione degli eventi.
Da una progettualità definita ad una sinergia naturale di diffusione a “catena” dell’informazione, in un circolo virtuoso di sviluppo della promozione e comunicazione, della presenza degli eventi.
NUMERO DI SPETTATORI ATTESI ED INDOTTO
La stima degli spettatori attesi del nuovo progetto della Fondazione, calcolato sulla base del crono programma di cui in allegato 1, ammonterebbe a circa 60.000 spettatori.
Oltre agli spettatori degli spettacoli, come fruitori del servizio spettacolo, si considera il target degli ospiti, giornalisti ed operatori culturali nazionali ed internazionali, per una percentuale pari a circa il 20%, portando ad un valore aggiuntivo di circa 12.000 di addetti ai lavori che assisteranno agli spettacoli.
Rispetto agli ultimi risultati raggiunti, nelle precedenti edizioni del FESTIVAL, ipotizzando un risultato medio per l’edizione 2012 del FESTIVAL, si stima una presenza di 70.000 tra spettatori ed operatori, in occasione della quinta edizione del festival, tra giugno e settembre 2012.
La Fondazione Campania dei Festival, con il nuovo progetto, porterebbe ad un pubblico complessivo di circa 142.000 spettatori.
Rispetto a questa considerazione, il beneficio aggiuntivo è legato alla visibilità e risonanza, ed al conseguente naturale beneficio del passaparola. Ovvero, la presentazione di spettacoli, in un circuito regionale e turistico, oltre che in luoghi storici, porta a rendere noto al turista la presenza degli spettacoli e delle attività collaterali, della Fondazione. Il turista potrà divenire nell’immediato o nel futuro un potenziale spettatore, aggiungendo alla sua presenza nel territorio, per svago culturale e storico, quello culturale più propriamente teatrale.
POTENZIAMENTO DELLA PRESENZA DI STAKEHOLDER
I soggetti che direttamente interagiranno sostenendo, collaborando o ottenendo beneficio da questo progetto, saranno:
– dalle istituzioni direttamente collegate al turismo (hotel, ristornati, caffè, compagnie di navigazione ed altri enti pubblici o privati di trasporti,…),
– gli stessi enti, teatri ed associazioni culturali e non del territorio, con cui la Fondazione entrerà in partenariato;
– i soggetti privati o pubblici, culturali e non, che indirettamente si sentiranno coinvolti nel circuito promozionale;
– il cittadino dei vari comuni e provincie in cui si disloca il progetto.
Oltre evidentemente:
– ai collaboratori e fornitori della Fondazione, che avranno la possibilità, in un concetto di mobilità, di agire, farsi conoscere e quindi sostenere in questa nuova impresa culturale, la Fondazione, fidelizzando alcuni partner di servizi, creando nuove opportunità o interscambi di lavoro.
Per finire:
– la possibilità di coinvolgere tour operator e agenzie di viaggio
– opportunità di nuovi sponsor dato l’aumento dei benefit di visibilità che la Fondazione, con il nuovo articolato progetto, potrà fornire.
ATTINGERE AL BACINO DI UTENZA TURISTICO: DAL TURISMO VACANZIERO AL TURISMO CULTURALE, VERSO FORUM UNIVERSALE DELLE CULTURE
La strategia di destagionalizzazione, oltre a dare continuità di offerta culturale nel territorio campano, cerca di attingere e attrarre anche il turista, al fine di integrare l’immagine della regione partenopea ed incrementare i servizi offerti.
La Regione Campania diverrà in occasione di vari eventi programmati, centro culturale e di attrattività nazionale e internazionale, grazie alla programmazione del Forum Universale delle Culture.
In questa piattaforma culturale programmata, il progetto della Fondazione, si inserirà nel bacino di questi importanti eventi.
Nell’ambito della piattaforma programmatica del Forum Universale delle Culture, per la Regione Campania i progetti di investimento afferenti la filiera del prodotto teatrale e delle arti dello spettacolo con l’approccio sistemico già sperimentato dalla Fondazione Campania dei Festival, assumono un ruolo strategico nella mobilitazione di significativi flussi di visitatori e turisti di cui sia valutata la domanda potenziale, anche ai fini di destagionalizzazione dei flussi di visita, dell’allungamento della stagione e di una maggiore attrazione di differenti segmenti di domanda.
CAPITOLO 9 SCHEMA DI CRONOPROGRAMMA
Vedi allegato 1 – cronoprogramma
(stima eventi e incassi del progetto)
Il presente riepilogo sintetizza la prospettiva di quantità di eventi programmati e relativa stima incassi derivanti dal servizio di biglietteria, da dicembre 2011 a dicembre 2012, che rientrano nel progetto.
In particolare:
Totale eventi: rappresenta nel dettaglio la sommatoria di spettacoli in debutto e relative repliche, come conteggio reale risultante dal cronoprogramma dettagliato di attività;
Stima incassi: la stima degli incassi ha seguito metodologie differenti, sulla base della tipologia di accordi con gli enti teatrali della città, rispetto a differenti forme di collaborazione o coproduzione, con enti teatrali e non, rispettando le stagioni di abbonamento o la tipologia di biglietteria e prezzi dei teatri partner del progetto.
In particolare:
* per gli spettacoli presentati nelle stagioni del Teatro Mercadante e San Ferdinando (Festival di Natale), si è considerata la quota parte di abbonamenti della stagione, per la quota parte della Fondazione pari al 60% degli incassi;
* per gli spettacoli presentati al Teatro San Carlo, si è considerata una media dei prezzi dei biglietti in vendita in stagione del teatro, considerando una capienza media di vendita di 1.000 spettatori, per la quota parte della Fondazione pari al 60% degli incassi;
* per gli spettacoli presentati a giugno, luglio e settembre 2012 in concomitanza del Napoli Teatro Festival Italia,considerandoli gestiti direttamente da Fondazione Campania dei Festival, si è utilizzato un prezzo medio popolare di vendita del biglietto di 15,00 euro moltiplicato per le capienza medie dei teatri e spazi non teatrali (festival estivo, compresa presenza degli spettacoli a Capri e la circuitazione durante il festival d’autunno);
* le attività laboratoriali non portano ad incasso per la Fondazione, come anche gli spettacoli presentati in occasione dei debutti delle stagioni invernali dei teatri della città ed in regione (Avellino-Benevento, Salerno e Caserta), nel progetto di circuitazione.
FESTIVAL DI NATALE
FESTIVAL DI PASQUA
QUANTITA’ DEBUTTI
7
QUANTITA’ DEBUTTI
2
QUANTITA’ REPLICHE
37
QUANTITA’ REPLICHE
13
QUANTITA’ EVENTI COLLATERALI
14
QUANTITA’ EVENTI COLLATERALI
21
TOTALE EVENTI
58
TOTALE EVENTI
36
TOTALE STIMA SPETTATORI
24100
TOTALE STIMA SPETTATORI
5660
TOTALE STIMA INCASSI
€ 2.190.000,00
TOTALE STIMA INCASSI
€ 333.200,00
FESTIVAL ESTIVO
FESTIVAL D’AUTUNNO
QUANTITA’ DEBUTTI
16
QUANTITA’ DEBUTTI
13
QUANTITA’ REPLICHE
42
QUANTITA’ REPLICHE
15
QUANTITA’ EVENTI COLLATERALI
1
QUANTITA’ EVENTI COLLATERALI
25
TOTALE EVENTI
59
TOTALE EVENTI
53
TOTALE STIMA SPETTATORI
9430
TOTALE STIMA SPETTATORI
12400
TOTALE STIMA INCASSI
€ 141.450,00
TOTALE STIMA INCASSI
€ 208.500,00
fonte: http://burc.regione.campania.it
19
RIEPILOGO
QUANTITA’ DEBUTTI
38
QUANTITA’ REPLICHE
107
QUANTITA’ EVENTI COLLATERALI
61
TOTALE EVENTI
206
TOTALE STIMA SPETTATORI
51590
TOTALE STIMA INCASSI
€ 2.873.150,00
CAPITOLO 10 LINEE STRATEGICHE COMPLESSIVE
Con riferimento alle complessive linee strategiche della Fondazione ed all’analisi dei progetti negli anni, per poter poi essere in grado di esprimere una valutazione in termini di coerenza rispetto al sistema di attività realizzate, si ritiene necessario approfondire, in particolare, il tema delle relazioni interorganizzative attivate dalla Fondazione per stabilire rapporti di collaborazione con Enti e Istituzioni culturali, sia locali sia nazionali e internazionali. Si ritiene, infatti, che la capacità di creare un network di relazioni di collaborazione possa consentire il perseguimento dei diversi obiettivi ora indicati, per quanto riguarda, quindi, sia l’inserimento della città di Napoli in circuiti internazionali, sia il consolidamento dell’offerta culturale locale.
Un’altra finalità strategica di natura indiretta che può essere collegata alla realizzazione delle diverse edizioni del FESTIVAL, consiste nel contribuire allo sviluppo economico e sociale del territorio napoletano e campano. La realizzazione di un evento articolato e complesso come un Festival del Teatro rappresenta, infatti, una leva di intervento potenzialmente efficace. L’aver sottolineato questo punto, consente di comprendere in maniera più chiara e completa le diverse linee di attività svolte dalla Fondazione. In termini strumentali rispetto a tale obiettivo strategico, si può leggere la volontà della Fondazione di procedere alla rivalutazione di luoghi di particolare valore e significato artistico e culturale. tal senso, la particolare ricchezza dell’area napoletana in termini di risorse storiche, culturali, archeologiche, ambientali ha sicuramente rappresentato una sfida stimolante, anche in ragione del momento particolarmente difficile attraversato dal territorio. Di conseguenza, nella fase di analisi delle attività si è ritenuto opportuno guardare a quanto è stato fatto dalla Fondazione, nel recupero di luoghi di significato sociale, culturale e storico prima chiusi o difficilmente accessibili.
Su di un piano diverso, la Fondazione ha perseguito l’obiettivo di dare un contributo a sostegno dell’occupazione giovanile. Le attività e la stagionalità degli eventi della Fondazione, hanno sostenuto l’occupazione dei giovani. I cicli occupazionali creati dalla stessa, oltre al coinvolgimento di nuove risorse nel territorio, senza l’ambizione di risolvere il problema, hanno creato formazione e miglioramento delle professionalità.
Su un livello diverso, la Fondazione ha deciso di realizzare il Festival ponendosi come obiettivo il rispetto di tutti i rigorosi regolamenti stabiliti dall’Unione Europea in tema di eco-sostenibilità e di compatibilità ambientale. Si tratta di un obiettivo strategico di grande rilevanza sociale, economica e culturale, il cui significato è reso anche più evidente per il contrasto che si viene a creare con la situazione di disagio ambientale, derivante dai noti problemi relativi alla gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani. É chiaro che, di fronte ad una città che già nei primi mesi del 2008 era investita dal problema della gestione del ciclo integrato dei rifiuti, la decisione strategica di puntare ad un Festival ad impatto ambientale zero, rappresentava un elemento di forte significato culturale.
Sul piano della struttura organizzativa, la Fondazione ha puntato sin dagli inizi a costituire un sistema organizzativo, che benché assolutamente snello, fosse in grado di assicurare e sostenere lo svolgimento delle successive edizioni del Napoli Teatro Festival, e a seguire del Festival d’Oltremare, del Campania Teatro Festival e dell’attuale Campania dei Festival, garantendo comunque alla Fondazione la possibilità di svolgere le sue ulteriori attività culturali.
Le linee artistiche
Per quanto riguarda le finalità più direttamente artistiche, è possibile affermare che il Festival è stato progettato con l’obiettivo di offrire al pubblico lavori di autori realizzati da istituzioni culturali nazionali e internazionali. Si è perseguito, quindi, l’obiettivo di realizzare un Festival che si segnalasse nel panorama artistico internazionale, per la qualità, il numero ed il rilievo:
– delle rappresentazioni;
– degli artisti coinvolti;
– delle istituzioni culturali chiamate a collaborare. fonte: http://burc.regione.campania.it
21
Sempre sul piano artistico, altro obiettivo perseguito può essere sintetizzato nella ricerca di originalità e di innovazione artistica. La forte tradizione culturale e teatrale napoletana ha, infatti, rappresentato uno stimolo ad organizzare un calendario che, pur in un rapporto di continuità culturale, si differenziasse e si distinguesse.
L’obiettivo perseguito assume una portata nazionale o talvolta internazionale, mentre in altre circostanze, l’ambito di riferimento ha dimensioni locali.
Obiettivi strategici
Altro criterio di differenziazione è rappresentato dalla natura delle finalità perseguite che in alcuni casi sono socio-economiche, mentre, in altri dichiaratamente artistiche e culturali.
Fonte: Elaborazione propria
In tal senso, incrociando le due dimensioni e partendo dal primo quadrante, la prima finalità può essere definita di networking internazionale. In altre parole, la prima finalità strategica di garantire apertura internazionale, innovatività e originalità, può essere meglio compresa, facendo riferimento alla creazione di relazioni di cooperazione internazionale con Festival e Istituzioni culturali di altri Paesi. Lo sviluppo di relazioni internazionali rappresenta una soluzione organizzativa di grande interesse dal momento che, attraverso la creazione di forme di cooperazione, si perseguono anche obiettivi a carattere locale. Come noto, i servizi dello spettacolo non possono essere comparati, per reddito ed occupazione ai grandi settori industriali tradizionali, ma includendo l’indotto, producono significativi effetti sulle dinamiche sociali. In questo senso, una strategia di networking internazionale appare collegata alla finalità di rafforzare e consolidare gli ulteriori effetti, che derivano dall’organizzazione di un evento complesso ed articolato quale deve essere considerato un Festival del Teatro.
Miglioramento 2134Miglioramento della reputazione/immagine della cittàdi Napoli a livello internazionale Creazione di un indotto / recupero di siti di interesse/Compatibilitàambientale Creare relazioni con operatori culturali e teatrali di altri PaesiRafforzamento dell’offerta culturale napoletanaInternazionale/ Nazionale FinalitàLocaleSocio-economicheArtistiche Ambito 2134
Il secondo quadrante, invece, individua una finalità che può essere collegata alla promozione dell’immagine della città di Napoli e più in generale della Campania. In realtà, a questo discorso si collega anche la finalità di rafforzare e migliorare il senso di identità collettiva della città di Napoli, consolidando l’immagine di cittadini in grado di produrre ed organizzare eventi riconosciuti anche in un confronto internazionale. A questo riguardo, si vuole sottolineare che il perseguimento di una finalità strategica di tale portata, è fortemente, ed inevitabilmente, condizione ripetuta come opportunità nei successivi progetti della Fondazione, in una costante crescita e confronto di capacità in una piattaforma di produzione e cultura internazionale.
Si vuole, in altre parole, mettere in evidenza il forte rapporto che sussiste tra tutti i differenti tasselli indicati nel grafico precedente, e che costituiscono aspetti diversi di un medesimo fenomeno. Salta agli occhi con evidenza la natura di lungo periodo della finalità ora individuata. A conferma dei risultati ottenuti, e la realizzazione delle ulteriori edizioni dei Festival potranno rafforzare gli effetti realmente prodotti sull’immagine della città di Napoli e della Campania. Un risultato ulteriormente apprezzabile da questo punto di vista, potrebbe portare con sé aggiuntive conseguenze positive, molto rilevanti, anche in ragione della possibilità di effetti positivi a cascata, che animerebbero un circolo virtuoso.
Il terzo quadrante individua, invece, finalità di diretto impatto socio-economico. In questo caso, si ritiene più corretto agganciare il processo di valutazione delle azioni collegate al perseguimento di tale finalità, all’intero periodo di programmazione del Festival a Napoli. L’impatto economico e sociale non può essere ricondotto esclusivamente alla creazione di un indotto. Infatti, si sono affiancate altre finalità che presentano una natura socio-economica, riconducibili, in primis al recupero di siti storici ed artistici, alla realizzazione di un Festival eco-sostenibile, ed alla attivazione ed al coinvolgimento di risorse giovani. L’impatto socio-economico prodotto da un Festival del teatro può essere declinato in vario modo, mettendo in evidenza la presenza di una prima serie di effetti che possono essere considerati diretti e che includono, ad esempio, l’occupazione direttamente generata. Allo stesso tempo, la presenza di un indotto di natura commerciale (pensiamo ad esempio ai rapporti con i fornitori di beni e servizi) consente di individuare una ulteriore area di impatto che si può considerare indiretta. Allargando ulteriormente il raggio, si possono includere gli effetti che si producono su settori collegati ed assolutamente nevralgici: in primis, il riferimento può essere fatto al settore del turismo e del turismo culturale in particolare
Il quarto quadrante individua un’altra finalità che può essere definita di rafforzamento dell’offerta culturale napoletana. In questo caso, sono evidenti i collegamenti con quanto già affermato a commento del primo quadrante. Infatti, la creazione di stabili relazioni con operatori internazionali e nazionali ha un forte significato, anche in rapporto ad un obiettivo di rafforzamento della produzione artistica e teatrale napoletana.
L’attività di internazionalizzazione
Il processo di produzione artistica si è basato, inoltre, su una strategia di sviluppo internazionale.
Partendo dalla considerazione dell’obiettivo strategico di posizionare il FESTIVAL in un network di rapporti internazionali, la strategia di internazionalizzazione è stata condizionata dalla volontà di penetrare, preferenzialmente, in alcuni mercati. É, infatti, evidente che la scelta dei Paesi con cui stabilire una relazione di collaborazione artistica finalizzata alla realizzazione e/o alla rappresentazione di uno spettacolo ha, o può anche avere, l’obiettivo di rafforzare l’immagine di Napoli e della Campania all’interno di quella particolare area geografica.
La strategia di internazionalizzazione ha avuto, quindi, una doppia finalità:
– portare a Napoli ed in Campania spettacoli e nomi di rilievo internazionale;
– facilitare la circolazione e l’affermazione del nome e del marchio della Fondazione Campania dei Festival, in Europa e nel mondo.
Per quanto riguarda la prima finalità, il programma previsto e realizzato per le attività, ha visto l’attivazione di numerose relazioni di collaborazione con numerosi Paesi, tra i quali:
1. ARGENTINA: Buenos Aires
2. AUSTRIA: Vienna
3. BELGIO: Bruxelles
4. BOSNIA HERZEGOVINA: Sarajevo
5. BRASILE: Brasilia
6. CANADA: Montreal
7. CILE: Santiago
8. CINA:Pechino
9. COLOMBIA: Bogotà
10.CROAZIA: Rijeka
11. EGITTO: Il Cairo, Alessandria fonte: http://burc.regione.campania.it
24
12. FRANCIA: Parigi, Avignone, Marsiglia, Bordeaux, Bayonne, Lione
13.GIAPPONE: Tokyo
14.GERMANIA: Berlino e Norimberga
15.GRECIA: Atene
16. INDIA: Nova Delhi
17. INGHILTERRA: Londra
18. LIBANO: Beirut
19.NORVEGIA: Oslo
20.OLANDA: Maastricht
21. PORTOGALLO: Lisbona, Porto e Almada
22. TUNISIA : Tunisi
23. TURCHIA: Istanbul
24.REPUBBLICA CECA: Praga
25.ROMANIA: Sibiu
26. SCOZIA: Edimburgo
27. SINGAPORE: Singapore
28. SIRIA: Damasco
29. SPAGNA: Madrid(Teatri,INAEM ecc), Siviglia (Teatri), Barcellona(Teatri e Festival)
30. STATI UNITI: New York (Compagnia)
31. SVEZIA: Stoccolma (Compagnia)
32. SVIZZERA: Zurigo (Ambasciata)
33 LETTONIA:(compagnia)
34 SERBIA:(compagnia)
Nella sola edizione del 2011 del FESTIVAL, i 13 Paesi coinvolti sono stati: Canada, Francia, Giappone, Scozia, Inghilterra ed Irlanda, Serbia, Spagna, Stati Uniti, Vietnam, Brasile, Russia, Turchia.
In conclusione, sembra possibile mettere in evidenza, ad oggi, quattro principali aree di attrazione, nella strategia di internazionalizzazione del Festival.
La prima gravita attorno ad un nucleo di Paesi dell’Europa occidentale, con i quali, tradizionalmente, il nostro Paese ha numerose relazioni di collaborazione artistica e culturale: si fa riferimento al Belgio, alla Francia, al Portogallo, al Regno Unito, alla Spagna, alla Svizzera.
La seconda area include alcuni Paesi dell’Europa orientale: Lettonia, Romania, Russia. In entrambi i casi, è importante sottolineare che in tutte le circostanze la scelta di sviluppare i singoli rapporti di collaborazione è stata collegata alla volontà di consentire l’inserimento del Napoli Teatro Festival nel numero dei Festival internazionali del Teatro di respiro
internazionale. La terza area di attrazione include alcuni Paesi dell’America Latina: si ricordano sia il rapporto di cooperazione attivato con l’ILA sia le relazioni di collaborazione diretta con Cile e Colombia. In ultimo, la collaborazione con il Festival di Singapore appare particolarmente significativa, dal momento che ha rappresentato una utile chiave di accesso ad un’area territoriale, quella del Sud-est asiatico di particolare importanza, anche da un punto di vista socio-economico. Il ponte culturale creato tra Occidente ed Oriente, grazie alla collaborazione triennale con il Singapore Arts Festival, ha portato ad ospitare spettacoli dal Giappone e dal Vietnam. Aspetto non trascurabile è che la direttrice artistica del Festival di Singapore ha rivestito un ruolo di coordinamento rispetto ad altre iniziative simili organizzate nell’area del Sud-Est Asiatico.
Emergono, a questo punto del ragionamento, alcuni primi elementi di analisi interessanti. In prima battuta, infatti, sembrano assolutamente significativi i rapporti di collaborazione attivati con i centri culturali europei ed intercontinentali prima elencati. Allo stesso tempo, però, è importante ricordare che il percorso di internazionalizzazione richiederà, anche per il futuro, una forte attività di consolidamento, sia per rafforzare le iniziative e i rapporti di collaborazione già intrapresi, sia per creare nuovi rapporti di collaborazione con Paesi ancora non presenti. In questo senso, la scelta dei Paesi e delle istituzioni culturali con le quali stabilire rapporti di collaborazione potrebbe essere letta anche alla luce di un processo di promozione turistica e di immagine della Città di Napoli e della Campania più in generale.
In questa sezione del rapporto, si vuole quindi mettere in evidenza che l’enfasi attribuita alla creazione di relazioni di collaborazione internazionale va letta alla luce di una relazione strumentale rispetto a due delle finalità descritte nei paragrafi precedenti. Infatti, non vi è solamente un legame con l’obiettivo di creare il tessuto necessario per supportare l’inserimento dei FESTIVAL in un circuito di relazioni di livello internazionale e di standing adeguato. Si tratta infatti, di una soluzione organizzativa che consente anche di perseguire l’obiettivo di lavorare per migliorare l’immagine, della città di Napoli.
Studio dell’indotto e dell’impatto del Festival sul territorio
Nel dicembre 2007, con l’inizio dei preparativi della prima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, la Fondazione Campania dei Festival ha commissionato lo studio dell’impatto che la manifestazione nascente avrebbe avuto sul territorio napoletano e sul Sud Italia. Il Festival di Napoli (come quello di Manchester, nato solo l’anno prima) ha rappresentato un caso speciale in Italia e in Europa: un evento costituito ex-novo, che non poteva collegarsi ad altre esperienze precedenti di festival, con uno start-up serrato e impegnativo, a causa delle aspettative di immediato riscontro e riconoscibilità internazionale che ne accompagnavano la nascita e a cui si univa un atteggiamento concorrenziale da parte delle altre città italiane.
Obiettivo della ricerca, alla quale hanno lavorato quattro dipartimenti (Economia Aziendale, Economia, Sociologia, Matematica e Statistica), era permettere di leggere scientificamente gli impatti e gli esiti delle scelte che la Fondazione avrebbe effettuato nel triennio, e allo stesso tempo dare conto pubblicamente dei risultati di quelle scelte e dell’uso delle risorse pubbliche (soprattutto europee) destinate alla sua realizzazione. L’analisi d’impatto si è svolta nell’arco del triennio 2008/2010, tempo indispensabile a creare una prima serie storica che permettesse di misurare tendenze ed esiti con effettivi criteri di scientificità.
Inizialmente affidata all’Università Luigi Bocconi di Milano (Centro di Ricerca ASK) e poi all’Università degli Studi di Napoli Federico II, alla fine del triennio programmato.
Si tratta di una delle prime analisi di impatto svolte su una istituzione e un’attività sin dal suo inizio: occasione per esaminare, nell’arco di un triennio, tutti gli indicatori di sviluppo connessi e misurare sin dal primo passo il loro impatto crescente sul territorio e il contesto che li registrava.
Nei tre anni, la ricerca ha studiato le caratteristiche organizzative e gestionali dell’evento; attraverso interviste e questionari ha disegnato il profilo dei pubblici che hanno decretato dal 2008 al 2010 il crescente successo del Festival; ha calcolato i ritorni economici diretti e indiretti sui diversi sistemi produttivi della città e del territorio; ha monitorato i valori di promozione e di percezione positiva che il Festival ha avuto in ambito internazionale, nazionale e locale nel triennio segnato dalla prima crisi-rifiuti della primavera 2008.
Dall’analisi è emerso che a fronte di un costo di 6,4 milioni di euro all’anno, il Festival ha generato e prodotto economie calcolabili in 17 milioni di euro e la sua attività produttiva ha determinato la creazione di 400 posti di lavoro.
Gli economisti calcolano quindi per il Festival un effetto moltiplicativo dell’investimento in ricchezza creata pari a 2,3 (per ogni euro speso, si sono create nuove economie pari a 2,3 euro).
Lo studio ha valutato l’impatto economico, culturale e sociale, diretto e indiretto, della manifestazione sul territorio e in ambito internazionale.
L’attività di analisi e monitoraggio dei risultati prodotti dal Festival si è concentrata su alcuni assi principali:
– la dimensione economica: il valore degli indotti generati dal Festival (consumi e investimenti);
– la dimensione sociale: le opportunità che rappresenta per la città e il suo rilancio su scala nazionale ed internazionale; le opportunità di socializzazione, promozione e conoscenza;
– la dimensione culturale: i benefici e l’incidenza sull’arricchimento della qualità dell’offerta culturale della città; sui gusti del pubblico; sulla formazione; sulla valorizzazione dei talenti e l’innovazione; sui motivo di attrazione e permanenza nella città.
Il pubblico del FESTIVAL
Il Festival ha raccolto certamente un audience dagli elevati consumi culturali, che si caratterizzano per una fruizione piuttosto casalinga o individuale, come l’ascolto della musica o la lettura di libri, al massimo un’uscita per il cinema. Non si può affermare che il festival abbia attratto solo amanti o praticanti di attività teatrali. L’analisi statistica ha mostrato una complessiva omogeneità nel consumo culturale e quindi una segmentazione degli spettatori del FESTIVAL non può basarsi soltanto su suddetto criterio.
Si riscontra invece una visione più eterogenea e articolata del pubblico rispetto a quello che il festival può fare per Napoli e alle sue prospettive di sviluppo. La parte più consistente degli spettatori (circa il 42%) ha accettato in maniera entusiastica l’offerta del festival e, in modo forse un poco acritico, ne sottolinea tutte le potenzialità. Gruppi più ristretti, ma comunque significativi di spettatori hanno invece preso posizioni abbastanza distinguibili che hanno implicazioni differenti sul piano di possibili programmazioni strategiche per il futuro.
Un primo approccio predilige la dimensione ricreativa e transitoria del festival, che in quanto tale dovrebbe invadere la città per pochi giorni all’anno e permettere a tutti di conoscere il teatro. In questo gruppo di spettatori definiti ‘occasionali’ naturalmente una buona percentuale è rappresentata dai turisti.
Un secondo approccio di natura più identitaria vede nel festival una possibilità di riscatto per la città in termini di partecipazione alla vita sociale e culturale: solo coinvolgendo operatori e istituzioni napoletane è possibile avere un effetto rigenerativo sulla città. Infine, ci sono i puristi del genere, coloro che sono fondamentalmente innamorati dell’arte del teatro e sono attenti quasi solo alla dimensione qualitativa.
I tre approcci descritti richiamano in sostanza tre possibili obiettivi strategici di un festival come quello di Napoli: svago, socialità, qualità. A priori non si può affermare detto che siano incompatibili, ma un orientamento prevalente su un obiettivo può pregiudicare il contemporaneo raggiungimento di un secondo.
Il perseguimento di una dimensione di svago significa puntare a numeri consistenti in termini di pubblico e quindi ad un impatto economico elevato poiché tale offerta diventerebbe attrattiva per i flussi turistici e motore di ricadute indirette e indotte sul sistema economico locale. In una configurazione di “intrattenimento intelligente” l’attenzione è quindi maggiormente rivolta agli elementi di processo, di fruizione e di comunicazione più che a quelli di contenuto.
La focalizzazione sulla dimensione sociale implica una consapevolezza e fiducia nelle esternalità territoriali dell’attività artistica e nella capacità del teatro di mettere in moto processi di sviluppo socio-economico attraverso il coinvolgimento della comunità. E’ chiaro che in questo contesto il pubblico di riferimento diventano i residenti e l’attrattività dell’evento si basa sulla partecipazione attiva e sulla formazione della cittadinanza.
Infine, la ricerca di un’offerta di qualità rischia di limitare il pubblico selezionando gli spettatori in base al capitale culturale, ma dall’altro lato, l’esperienza di buone pratiche mostra che il processo di internazionalizzazione passa quasi sempre attraverso una selezione e curatela del prodotto artistico.
I risultati dell’Edizione 2011 del FESTIVAL
La quarta edizione del Napoli Teatro Festival Italia ha coinvolto più di 400 artisti italiani e stranieri, provenienti da 13 paesi che hanno trasformato la città in un laboratorio di creatività spaziando dalla drammaturgia classica a quella contemporanea, dalla musica alla danza, dalle arti visive alle performance di strada. Tra gli spettacoli andati in scena nel 2011, un riallestimento con un cast tutto italiano del capolavoro di García Lorca, La Casa di Bernarda Alba del maestro catalano Lluís Pasqual; la prosa anglo-russa di The Tempest di Declan Donnellan, uno spettacolo in barca a vela ispirato all’Otello di Shakespeare, una rivisitazione dei patti di Yalta ideata da uno dei protagonisti della scena teatrale giapponese, Oriza Hirata; ma anche spettacoli nei sotterranei ispirati ai miti classici, grandi allestimenti che rinnovano la tradizione del “recitar-cantando” con protagonisti Massimo Ranieri e Lina Sastri ne L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht messo in scena da Luca De Fusco; spettacoli di danza che spaziano dalla toccante verità antropologica di Ea Sola alle coreografie fantastiche di Marie Chouinard e Ismael Ivo. A chiudere la manifestazione un grande fonte: progetto internazionale, Richard III di Sam Mendes con protagonista l’attore due volte premio Oscar Kevin Spacey.
Il Napoli Teatro Festival 2011 ha prodotto, in sintesi:
– 36 GIORNI DI SPETTACOLO
– 21 LUOGHI DI RAPPRESENTAZIONE
– 18 PAESI COINVOLTI (America, Australia, Canada, Francia, Giappone, Inghilterra, Irlanda, Italia, Serbia, Spagna, Stati Uniti, Vietnam, Brasile, Russia, Turchia)
– 8 LINGUE PARLATE (italiano, inglese, francese, mandarino, russo, giapponese, greco antico)
– 104 RAPPRESENTAZIONI
– 13 SPETTACOLI INTERNAZIONALI
– 17 TRA PRODUZIONI E COPRODUZIONI
– 9 SPETTACOLI SITE-SPECIFIC
– 18 PRIME ASSOLUTE
– 9 PRIME EUROPEE E ITALIANE
– 500 ARTISTI COINVOLTI
– 83.000 VISITE AL SITO
– 415.000 PAGINE WEB VISUALIZZATE
– 45.000 SPETTATORI TRA FESTIVAL E FRINGE
La Stampa ha dato notevole risalto alla programmazione 160 Testate accreditate di cui 36 le straniere. Le più prestigiose The Guardian, Suddeutsche Zeitung, El Pais, Pensée russe, El Mundo. Le più lontane Revista Edição dal Brasile e Dans dalla Norvegia.
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