Lo schiaccianoci di Ciaikovskij tra danza, prosa e canto
Al Palaeden di Fuorigrotta uno spettacolo per ragazzi che volge il viso ad una platea ben più ampia.
Chi, per esperienza o sentito dire, pensa che il teatro per le scuole sia abitualmente amatoriale (tanto sono bambini, mica capiscono se un testo è ben inscenato o meno?) alzi la mano. Bene, ora potete anche abbassarle… non è sempre vero. Anche una messa in scena per ragazzi può avere un suo spessore artistico ed è il caso de La magica notte dello schiaccianoci in scena fino al 22 dicembre (per le scuole) e fino a gennaio (per gli spettatori del parco giochi Edenlandia) al Palaeden di Fuorigrotta.
Come intuibile da quanto già detto, quello che colpisce è l’attenzione dedicata allo spettacolo e all’inscenamento dello stesso che fa pensare alla volontà di dare vita ad uno spettacolo non solo per ragazzi ma soprattutto per chiunque ami le fiabe.
All’apertura del sipario si è immersi, grazie ad una splendida scenografia, in un’atmosfera che richiama anche, tra le altre cose, l’immaginario di Dickens e del suo Canto di Natale. Siamo in casa della zia di Clara ed è appunto la vigilia di Natale, fuori un paesaggio innevato che contrasta con i colori caldi della stanzetta della ragazza.
Il filo seguito dal racconto riprende fedelmente il percorso seguito da Hoffmann, autore della novella Lo Schiaccianoci: Clara (Yuliya Mayarchuk), dormendo, sogna il paese delle bambole, messo in pericolo da madama Sorciona (Anna De Nitto) e dalle sue figlie. Con l’aiuto del coraggioso Schiaccianoci sconfiggerà madama Sorciona salvando il regno e al suo risveglio, incontrerà Adam, un amico di famiglia in tutto e per tutto simile allo Schiaccianoci. La sua realtà si confonderà quindi col sogno.
I 70 minuti della messa in scena scorrono velocemente, tra danza, canto e prosa. L’atmosfera è quella di uno spettacolo musicale che tanto ricorda le atmosfere dei classici Disneyani (non a caso le musiche de Lo schiaccianoci vennero utilizzate nel classico Fantasia del 1940). Di conseguenza un plauso particolare va alle eccezionali musiche di Ciaikovskij (curate per l’occasione, anche nei testi, da Salvio Vassallo) che rendono il tutto davvero incantevole (e pensando ai musical sfornati in serie, negli ultimi anni, da Maurizio Costanzo, forse sarebbe interessante aprirci alla rivalutazione e al riutilizzo del grande repertorio della musica classica).
Un ultimo appunto positivo al lavoro registico di Manuela Schiano Lomoriello, curato nei particolari e valorizzato da effetti scenici che coinvolgono in maniera diretta il pubblico (vedi la nevicata sulla platea) e che suggestionano in modo estremo i piccoli spettatori coinvolgendoli in pieno in un gioco che, divertendo, li educa ai vari messaggi positivi che accompagnano il testo.
Gennaro Monforte