Quattro mamme non “a caso”
L’opera di Ruccello dedicata alla figura materna nelle parole e nelle storie di quattro giovani drammaturghi 25 anni dopo.
Quattro autori. Quattro attrici. Quattro storie pensate, scritte e rappresentate per omaggiarne uno: Annibale Ruccello.
Ispirato liberamente ai monologhi di Mamma – Piccole tragedie minimali dell’autore stabiese scomparso prematuramente 25 anni fa, Quattro mamme scelte a caso racconta quattro spaccati di vita: quelli di quattro donne, di quattro madri che pur diverse tra loro sono accomunate dalla stessa solitudine e dalla stessa condizione di fallimento e disincanto nei confronti dei tempi e della vita.
Prive di un compagno di vita, di un riferimento maschile stabile per sé stesse e per i propri figli, queste donne sono costrette ad attraversare il presente, a vivere la quotidianità con affanno, senza false illusioni, con crudo realismo. Affrontando da sole le problematiche legate alla maternità, il cambiamento che tale condizione determina, gli squilibri che comporta nell’inconscio di ciascuna ed in relazione con gli altri.
Il dramma dell’aborto, la vecchiaia ai tempi della tecnologia, l’incesto e la follia ed, infine, la giovinezza resa eterna dalla morte, sono i punti focali su cui sono incentrate le storie che hanno come protagoniste, narratrici uniche del proprio stesso destino, le mamme del titolo. Quelle mamme a cui gli scrittori Massimiliano Virgilio ne Il fatto più bello, Luigi Romolo in 70 mi dà tanto, Alessio Arena in Sciore Arancia e Massimiliano Palmese in La Pocalisse costruiscono un passato, un presente, una vita portata, poi, in scena e resa viva, che respira, gesticola, urla, dalle straordinarie interpretazioni di Rosaria De Cicco, Antonella Romano, Gea Martire ed Imma Villa, il cui entrare in scena in punta di piedi, sembra proprio voler sottolineare il rispetto e la riconoscenza per ciò che si accingono a rappresentare.
«Fantasmi arguti che abitano un mondo arrivato al capolinea, non più costretto a credere a nessuna resurrezione»: così le presenta Massimiliano Palmese, curatore del progetto nato dall’idea non di fare un remake dell’originale, bensì di indagare sull’influenza che la drammaturgia di Ruccello ha sulle nuove generazioni. Lasciando che sue tracce si intravedano ma al contempo distanziandosi da esso. Riconoscendo alla musica un ruolo primario, di sottolineatura e identificazione del tempo in cui le vicende si svolgono; affidando alla cura dei dettagli, alla lingua, alla corporalità delle attrici il compito, riuscitissimo, di completare una scenografia scarna in cui solo un leggio e quattro sedie fanno da sfondo. Sebbene sembra di sentirle le voci del vicolo in cui abita Stella, il fruscio delle foglie dell’albero sui cui è abbarbicata Sciore Arancia, la voce della tv davanti alla quale trascorre intere giornate il nipote della nonna hi-tech, i complimenti insistenti fatti alla quindicenne Vincenzina prima che lo stridere dei binari arrivi a mettere a tacere tutto.
Diretto da Roberto Azzurro, prodotto da Nuovo Teatro Nuovo e Medea.net e pubblicato, nella sua versione cartacea, dalla casa editrice Caracò che inaugura, così, la sua collana “Teatri di carta”, Quattro mamme scelte a caso ha debuttato ieri sera nella sala Assoli del Teatro Nuovo accolto da applausi riconoscenti e fragorosi che hanno premiato uno spettacolo in cui si ride, tanto, ma in cui spazio è lasciato anche alla riflessione, alla inevitabile presa di coscienza del presente, difficile e buio, forse senza vie di uscite e a causa del quale una madre non esita, in sogno, a supplicare: «Figlio mio, fujtenne! Fujtenne ‘ ll’Italia», ed, infine, a lasciarci con una esortazione amara ed incredula – «E voi che fate? Non venite? Rimanete?» che ancora una volta, però, strappa un sorriso: «Il Grande Fratello sia con voi»
Ileana Bonadies
Nuovo Teatro Nuovo, via Montecalvario 16 ( Napoli)
Orario spettacoli (8 – 18 dicembre): ore 20.30 (dal martedì al sabato); ore 18.00 (sabato 10, domenica 11 e 18).
Per info e biglietti: tel. 081 49 76 267 | botteghino@nuovoteatronuovo.it.
grazie, grazie davvero… una bellissima recensione!
Ma, soprattutto, una bellissima e significativa pièce.