Camorra, disagio, voglia di verità: Gomorra ritorna a Napoli
A quattro anni dal debutto e dopo un lungo tour europeo, lo spettacolo di Mario Gelardi e Roberto Saviano torna in scena al Teatro Nuovo ed un pubblico numeroso lo applaude.
Tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano e per la prima volta in scena a Napoli nel 2007, Gomorra non invecchia mai. Così come, del resto, non invecchiano mai le storie di cui parla, i personaggi a cui da voce. Specchio di una realtà che cambia i volti, i nomi, le vittime ma che non si modifica, né scompare, lo spettacolo scritto da Mario Gelardi, che ne cura anche la regia, e dallo stesso Saviano, è un flash che abbaglia. Che illumina tutto ciò che la camorra vorrebbe mantenere nell’oscurità e che, pertanto, si muove nel sottobosco, in quel sottobosco in cui chi sa non parla e chi parla viene messo a tacere per sempre.
Lo spaccato su cui si indaga, è una fetta di vita, di città, di società in equilibrio precario, dove tutto si costruisce e si distrugge, proprio come un cantiere. Quello stesso cantiere che campeggia sul palco, che fa da sfondo alla messa in scena ed in cui i protagonisti si muovono con agilità, velocità, forza, rumore. Il rumore delle lamiere che stridono, che squarciano il silenzio del buio della sala, che riproducono la violenza dei gesti e delle parole. Senza lasciare scampo, senza lasciare indifferenti rispetto a quanto si assiste, a quanto si ascolta e che non è lontano dalla realtà di tutti giorni, quella in cui abitiamo, di cui troppo spesso si legge sui giornali.
Pikachu, Kit Kat, l’imprenditore milanese, il sarto sono i protagonisti delle storie rappresentate, storie di ordinaria quotidianità in una periferia degradata, in cui è l’illegalità a prevalere, in cui sono le pistole lo strumento per far valere le proprie ragioni, in cui è lo spaccio la fonte prediletta di guadagno per chi si illude di poter far tanti soldi in poco tempo. ‘O sistema, del resto, è questo. Ed entrarci, se si è cresciuti con certi ideali, con certi miti, è facile quanto uscirci, seppure molto spesso ammazzati.
Le storie si susseguono, così come i dialoghi, a ritmo serrato, mentre la musica sottolinea i passaggi più importanti e gli attori – veri e perfettamente credibili nei ruoli che interpretano e a cui regalano in maniera eccellente una vita, col suo passato e presente, ed un carattere, quasi animalesco – si muovono con scioltezza, arrampicandosi sui tubolari della scenografia, non risparmiandosi in scontri fisici e regalando incondizionata veridicità ai propri personaggi.
In particolare, colpisce la regia che con sapienza ha il merito non solo di saper trasporre il libro in opera drammaturgica, ma anche di conferire a quest’ultima la modernità di un documentario che racconta il reale e la sua drammaticità esortando a prendere coscienza e consapevolezza dell’esistenza del fenomeno.
Ottimo l’intero cast composto da Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Adraino Pantaleo, Giuseppe Miale di Mauro, Ernesto Mahieux così come il lavoro di adattamento e riduzione compiuto per la versione teatrale e che il regista Gelardi così sintetizza con efficacia: «Gomorra a teatro è come una sventagliata di kalashnikov rapida, violenta, che si staglia su un vetro blindato facendo fori più grandi e fori più piccoli».
Ileana Bonadies
Nuovo Teatro Nuovo
via Montecalvario, 16 – Napoli
tfx + 39 081 406062
Ultima replica lunedì 26 dicembre ore 21:00.