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Ai sei immigrati uccisi a Castelvolturno nel 2008, la coreografa Erminia Sticchi dedica lo spettacolo per non dimenticare.

È andato in scena il 28 gennaio alle 21 al Teatro Mediterraneo a Fuorigrotta, la docudanza Kalifoo Ground, che fonde la denuncia politica e sociale con l’arte dello spettacolo, ispirata ai sanguinosi eventi di Castelvolturno del 18 settembre 2008 in cui sei immigrati ghanesi, Francis Julius Kwame, Eric Affun Yeboa, Christopher Adams, Ababa El Hadji, Samuel Kwako e Alex Jeemes vennero brutalmente trucidati da un commando di camorra guidato da Peppe Setola detto “o’ cecato”, a capo dell’ala stragista del clan dei casalesi, ovvero l’organizzazione criminale del Casertano che Roberto Saviano ha ampiamente descritto e documentato in Gomorra.

«Rendere socialmente utile l’arte cercando forme nuove di comunicazione»: è quanto afferma la stessa ideatrice dello spettacolo, la coreografa napoletana Erminia Sticchi che con la compagnia Skaramacay Art Factory da lei fondata nel 2005 e che nel tempo ha radunato ballerini, attori e musicisti italiani e africani insieme, punta alla diffusione di più culture con artisti di vario genere e nazionalità per una miscela di discipline che generano nuove forme di espressioni.

Kalifoo Ground «è lo sgomento, la frustrazione, la rabbia di popoli che fuggono dal Purgatorio della propria Terra – spiega la Sticchi – per ritrovarsi nell’inferno dell’ignoranza di chi giudica un uomo dal colore della pelle».

Lo spettacolo è stato portato per la prima volta in scena proprio a Castelvolturno nella primavera del 2009 ed ha recentemente rappresentato l’Italia al Festival internazionale del teatro di Amman, Giordania; prossimamente sarà proposto al Festival internazionale di Cartagine.

In scena insieme alla stessa Schicchi e la compagnia Skaramacay Art Factory anche l’attore Ernesto Mahieux.

 

Irene Bonadies


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