“Stasera Ovulo”… perché certe cose vanno dette
Antonella Questa, tra esami medici e false speranze, ci racconta di infertilità e maternità con ironia ed emozione.
Nell’era della farfalla tatuata di Belen c’è chi in un teatro di periferia racconta la difficile condizione dell’infertilità femminile over 35.
Un monologo intenso e mai retorico: è questo Stasera Ovulo, pièce che dal 2009 gira lo stivale e vince premi (Premio Calandra 2009 – Miglior Spettacolo, Miglior Attrice) e vede in scena Antonella Questa per la regia di Virginia Martini su testo di Carlotta Clerici. Uno spettacolo ligure che al TAN di Piscinola (coraggioso stabile) dove è andato in scena, ha meritato il plauso di tutti.
È facile parlare della condizione femminile della donna in una società che propina in tv immagini di seni e fondoschiena senza sosta. È facile indignarsi, è facile dire non sono d’accordo. Ma Stasera Ovulo affonda le sue radici in un tema delicatissimo, spesso messo da parte, tabù per molti, ovvero l’infertilità. Le corde che fanno vibrare la scena non sono certo patetiche o tragiche, ma si spostano continuamente tra l’ironico e il paradossale, tra il “non ci avevo mai pensato” e il “diamine è vero”.
Una donna vuole a tutti i costi un figlio, si muove in una scena scarna, desidera la maternità, desidera che la pancia cresca. E mentre il mondo maschile non comprende il dramma, le difficoltà in cui si incorre, lei le prova tutte, dal contare i giorni fecondi, all’attuare pratiche folli, fino all’inseminazioni artificiale.
Nonostante, per certi versi, si viva in un società aperta, il sentir parlare di ovulazione, di follicoli che esplodono, vedere in scena una donna con le gambe all’aria dal ginecologo, lascia il segno. Segno che testimonia che non siamo abituati a parlarne. Antonella Questa ci fa vivere insieme a lei nei mesi di 28 giorni, nel susseguirsi di mestruazioni che arrivano sempre puntuali, di mutande sempre sporche. L’attrice, infatti, cosparge la scena di decine e decine di mutande, mutande che indossa e che toglie, perché rosso sangue, perché annunciano che bisognerà aspettare un altro mese, che bisognerà riprovarci ancora.
In questo testo vengono fuori dinamiche particolari, vedi il rapporto con il mondo maschile, con il sesso che perde la magia a discapito di una concretezza biologica spesso imbarazzante, al contempo, però, emerge con forza anche il rapporto d’amicizia tra donne gravide e non, così come l’incisività deii consigli che ci si scambia, delle critiche, di quella maledetta frase che annebbia la mente della protagonista: «NON CI DEVI PENSARE»
Il problema dell’infertilità colpisce il 15% delle coppie italiane, ma al sud è molto spesso tenuto nascosto, negato, per non calpestare l’onore, la pancia di terra arida, il ventre secco.
Stasera Ovulo è un prontuario ironico che fa sentir bene innanzitutto chi questo problema lo vive sulla propria pelle, lo sente, si confronta con esso tutti giorni e ci mostra decine di punti di vista diversi (donna, amiche, uomini, ginecologi, familiari, ostetriche).
Sensibile e veritiero racconto di una maternità che non sempre fa rima con fertilità, concepimento, parto. Una maternità che può, con coraggio e impegno, fondersi con l’adozione, con chi su questo mondo c’è già ed ha bisogno soltanto, senza retorica, di un amore di mamma.
Rosario Esposito La Rossa