La risposta della Angiulli alle polemiche dei biglietti falsi
Il direttore di Galleria Toledo fa chiarezza sulla questione sorta intorno all’annullamento dello spettacolo della Guarro.
La notizia è balzata in rete pochi giorni fa. La regista Luisa Guarro invia al nostro giornale un comunicato stampa lamentandosi di una cattiva condotta di Galleria Toledo, precisamente scrive: «Kan Ma Ya Kan (spettacolo scritto e diretto dalla stessa Guarro ed in cartellone dal 15 al 25 febbraio a Galleria Toledo) non è stato annullato per motivi tecnici come ha comunicato il teatro. I tecnici che ieri hanno smontato l’allestimento assicurano che non c’era nessun problema tecnico! La verità è che Galleria Toledo, durante le sere del nostro spettacolo, emetteva biglietti falsi su cui non compariva il nome del nostro spettacolo, ma il nome di un vecchio spettacolo della direttrice Laura Angiulli. Avevano dichiarato un altro spettacolo alla Siae (Figure quadro di Laura Angiulli) e facevano borderò falsi. Scoperto l’imbroglio invece di scusarsi con noi, ci hanno chiesto di rinunciare ai nostri diritti e siccome ci siamo rifiutati, ci hanno buttato fuori».
Ovviamente tutto ciò ha scatenato una grossa discussione sia sui social network che tra gli addetti ai lavori teatrali. Per tale ragione abbiamo voluto sentire il direttore artistico di Galleria Toledo, Laura Angiulli.
La Angiulli immediatamente ha precisato l’impegno di Galleria Toledo nei riguardi del Medio Oriente e in particolare della Palestina, sottolineando il lavoro di anni svolto con l’ausilio dell’Università e di illustri personalità che conoscono a fondo una terra martoriata dalle bombe. Dichiarazione, questa, che si contrappone alle accuse di razzismo e condotta filoisraeliana apparse su facebook e twitter dopo la polemica.
Ma entriamo nel vivo del discorso. «“L’accordo” – spiega l’Angiulli – tra noi e la compagnia non prevedeva affatto uno spettacolo. Per ovvie ragioni etiche e politiche abbiamo deciso di ospitare presso il nostro stabile una performance dedicata alla Palestina, e sottolineo performance, momento post-laboratoriale che prevedeva l’utilizzo di una tenda posta nell’avanpalco di Galleria Toledo, che la compagnia doveva adoperare per ospitare persone a cui donare te e fiabe palestinesi. La compagnia, senza nemmeno avvisarci, ha eliminato la tenda e utilizzato il palco. Noi abbiamo ospitato questo progetto per il valore politico, come spesso negli anni abbiamo fatto con Omar Suleiman. Abbiamo ospitato il progetto senza badare al valore artistico, se ci fossimo soffermati sul valore teatrale non avremmo ospitato l’operazione presso il nostro teatro».
Sulla questione dell’ospitalità la Angiulli apre una parentesi particolare: «In quanto autrice e responsabile di uno stabile d’innovazione, avrei potuto nel corso degli anni utilizzare la penosa pratica dello scambio, che ammazza il teatro, per vendere e portare in giro i miei spettacoli, cosa che assolutamente non abbiamo mai fatto. Non a caso ospitiamo compagnie che non hanno spazi, vedi Motus, Babilonia Teatri o lo stesso Gifuni. Abbiamo solo ed esclusivamente mirato alla qualità».
Ritornando alla questione Luisa Guarro aggiunge: «Quello che doveva essere uno spettacolo post-laboratoriale in tende, si è trasformato in qualcosa di teatrale che ha avuto notevoli difficoltà anche con le scolaresche. Noi ci siamo fatti carico della pubblicità e degli oneri, lasciando alla compagnia gli incassi. Questa operazione ci è costata diverse migliaia di euro. L’emissione dei biglietti (tanto contestata) serviva quantomeno a giustificare uscite e recuperare quantomeno una parte dei soldi. Ma figuriamoci se un teatro come il nostro aspettava la signora Guarro per fare truffe o borderò falsi, un teatro che 365 giorni all’anno ospita maestri illustri del teatro nazionale. Io mi chiedo perché la Guarro, che ha depositato il suo testo il giovedì (venerdì noi di Galleria abbiamo sospeso le repliche) non sia venuta da me, che sono il direttore del teatro, a contestare o chiarire la vicenda dei biglietti, ma invece sia andata dal direttore della SIAE a far casino. Noi non avremmo avuto problemi a dare l’autorizzazione per le rimanenti due repliche dello spettacolo, ma dopo l’intervento della SIAE ci è sembrato eticamente ingiusto continuare il nostro rapporto con la Guarro».
Il nostro giornale rimane a disposizione per eventuali repliche della controparte.
Rosario Esposito La Rossa
Ha detto bene il Sindaco De Magistris nel suo discorso al consiglio straordinario sulla palestina nel mese di Dicembre quando ha parlato dell’importanza della presenza palestinese in questa città, presenza che ha accompagnato la crescita politica e culturale di un intera generazione di giovani e meno .
Sono fiero e orgoglioso di aver dato un contributo a tutto questo in varie forme e in vari incariche negli ultime 35 anni di storia della città di napoli ed ho l’onore di farlo negli ultimi anni come presidente dell’Osservatorio Palestina ed afianco di validissimi amici stracariche di energeie e di voglia di fare . Non mi vergogno di vantarmi delle tantissimi cose svolte e portate avanti dall?osservatorio nonostante i pochi mezzi a disposizione..e tutto questo lo abbiamo fatto gratuitamente e messo a servizio della citta e della sua crescita culturale dai corsi di lingua araba gratuiti ,ai cineforum di film arabi ,agli incontri e presentazioni di libri di autori arabi e non ,alla produzione di spettacoli teatrali fino alla grande e splendida rassegna estiva di concerti ,incontri e cinema “contaminAzione” svoltasi in piazza bellini per ben Sei mesi senza chiedere un centisimo a nesun ente pubblico . tutto questo vogliamo continuare a farlo con il vostro aiuto .
L’ultima esperienza, non ancora finitosi, parla dello spettacolo “Kan ya ma kan” messo fuori alla porta dalla direzione del teatro per delle incompressione che si potevano risolvere . si fa tra amici. Ora: dovevamo stare ancora in scena altri due giorni il 24 e 25 febbraio, in aggiunta ancora una settimana nel mese di Maggio perché in cartellone dovevamo stare dal 9 febbraio al ventisei, perché abbiamo ceduto una settimana, su richiesta del teatro, allo spettacolo “l’ingegnere gadda va alla guerra” con la promessa che avremmo avuto una settimana inizio maggio. Chi è del metiere del teatro “fatto in casa” sa meglio di me quanta energia e quanti sacrifici per investire dei soldi che magari non si hanno in quel momento, e noi contavamo sugli ultimi giorni e su maggio per ricavare qualche centisimo.tutto andato per aria..
La cosa piu preziosa andata in aria con quei soldi spesi che non torneranno mai più, e, un rapporto quasi ventinnele di collaborazione con galleria toledo per leggerezza e per mancanza di rispetto nei nostri confronti e nei confronti delle persone che abbiamo portato noi in quella struttura nell’ambito di un nostro progetto nel quale ci hanno creduto e continuano a crederci ancora di più dopo tutte le offese ricevute .
Tutto quello ch’è successo al nostro lavoro a teatro NON E’ UNA NOVITA’…lo sanno tutti quelli che lavorano nel settore..quello che stupisce e la VIGLIACCHERIA e la mancanza di volontà di voler dare un contributo al cambiamento della situazione del teatro e della cultura in questa città e in questo paese…sapete quanti attestati di solidarietà e di indegnazione di moltissime persone “teatranti “e meno..ma in privato . Avremmo voluto vedere qualche intervento pubblico ,non dico di condanna ,ma come contributo al miglioramento della situazione che porti alla fine del “Monopolio” da pochi situazione decente di teatro stabile,instabile,rivoluzionario o meno..La cultura amici miei non può essere “rinchiusa” nei piccoli orticelli ricentati con il filo spinato come le colonie ebraici in palestina.
Esorto tutti gli amici e persone di “questo” settore a darsi da fare per cambiare la situazione,trovare nuovi spazi pubblici e chi ne ha di spazi di aprirli ad accogliere progetti,sperimentazioni ,idee ..L’Osservatorio palestina farà la sua parte fino in fondo..promettendo di offrire il suo spazio”la casa araba” alla città entro il prossimo autunno ..
Ancora due cose..
-credo che lo “spettacolo” dell’anno scorso “mi chiamo omar” della stessa compagna non sia stato “schifato” come “kan ya ma kan”..con tutto il successo di pubblico e critica..l’anno scorso e per un entero mese sui biglietti emessi da gelleria toledo risultava il nostro spettacolo ..e se andiamo a vedere il sito dello stesso teatro troviamo ancora “spettacolo teatrale”..e non lavoro di fine laboratorio..”usato ,credo in maniera offensiva”.. e neanche “performance” che avrei potuto farlo con i miei colleghi in piazza bellini..nel mio articolo precedente ho spiegato la dinamica della “famosa questione tenda”..
– per quanto riguarda la questione SIAE : quando ci siamo accorti dell’imbroglio siamo andati “prima” a parlare con uno dei responsabile del teatro Sig Rosario Squellaci che ci promesso che la cosa si sarebbe risolta …
se una persona rivendica i propri diritti ..non credo che lo si puo chiamare “fare casino”…