La nuova “Zona d’osservazione” di Baffi: da Totò a Museum, passando per un applaudito spettacolo…
Tante domande ancora senza risposta e alcune certezze da cui ripartire: Giulio Baffi punta lo sguardo su successi e insuccessi auspicando una soluzione.
Museo Totò, quasi un tormento, un rimprovero, un appuntamento che si rimanda e sembra una sconfitta.
Gennaro Capodanno ne ha fatto una scommessa di vita, Francesco Ruotolo del Prc ha inoltrato una dettagliata interpellanza all’intero arco istituzionale che governa ed ignora. O fa finta di ignorare. E’ passata una vita aspettando il “Museo Totò”, mi chiedo, altre volte ho chiesto, che fine hanno fatto i soldi (allora erano milioni, se ricordo bene 500) dati all’Associazione Antonio De Curtis per realizzare il Museo. Se messi in banca nel frattempo avranno fruttato qualcosa. O sono stati spesi? E per fare cosa? Ogni tanto se ne parla. Tutto poi tace. Ma cosa deve essere, cosa sarà, un “Museo Totò” nel terzo millennio?
Mi chiedo a chi è venuto in mente di destinare per sede del “Museo Totò” un palazzo in cui, con assoluta evidenza e coerenza, verrà proibito ogni intervento che ne alteri l’architettura. Mi chiedo se i tecnici del Comune che hanno firmato il progetto hanno chiesto uno straccio di consiglio a chi di queste cose ne capisce. Mi chiedo se qualcuno conosce la parola “restauro finalizzato”. Mi chiedo se non si poteva coinvolgere fin dal primo momento la Soprintendenza che ha fior di architetti e competenze. Mi chiedo se non sia il caso di trovare una sede diversa ed immediatamente utilizzabile per creare questo Museo.
Ma mi chiedo cosa sarà questo Museo, cosa ci sarà dentro e cosa ne verrà fuori. Mi chiedo chi sarà a dare forma a questo Museo, con quale incarico e con quali criteri sarà incaricato. Vorrei conoscere qualche nome, vorrei conoscere qualche indicazione. Una mostra (brutta e costosa) su Totò fu presentata come primo esempio di un Museo a venire. Ho tutti i motivi del mondo per sospettare incarichi “di prestigio internazionale” a chi non saprà fare altro che spendere soldi a vuoto. La storia recente e remota di questa Città mi autorizza a pensare al peggio.
Sono andato ancora una volta a vedere “Dignità autonome di prostituzione” questa volta al Bellini. Ancora una volta un pubblico entusiasta. Ancora una volta tantissimi giovani che non volevano lasciare la sala dopo ore di spettacolo. E’ stato così a Roma, a Benevento, a Tarragona, a Napoli, e chi l’ha visto in tante altre città mi ha assicurato che l’entusiasmo del pubblico è stato sempre identico. Così un piccolo esercito di attori ed un regista con un’idea originale e con gli occhi aperti al mondo ed al talento, mettono insieme un progetto che ci fa pensare che in teatro tutto è possibile e qualche volta c’è anche qualcosa di nuovo da vedere.
Parlo con Renato Carpentieri per un’intervista sul suo ultimo spettacolo. Gli chiedo di Museum, mi risponde che forse non si farà. Spero che la sua stanchezza e sfiducia non siano vere. Museum è il più bel progetto nato in questa città negli ultimi dieci anni, costruito con pazienza insieme a Lello Serao e Libera Scena Ensemble, con l’entusiasmo di tanti attori, giovani scenografi, una costumista di talento ed esperienza come Annamaria Morelli, autori di qualità. Museum negli anni è diventato un appuntamento atteso da un pubblico sempre crescente. Qualsiasi città attenta e capace di investire in progetti di qualità gli assicurerebbe certezza e continuità. A Napoli niente di tutto questo. Se perdessimo questo progetto sarebbe non soltanto un peccato ma una sconfitta per molti. Qualcuno vuole impegnarsi perché Museum diventi finalmente un appuntamento stabile di questa città?
Giulio Baffi