A Ravello debutta “The Fool on the Hill”
QuartaParete ha assistito alla prima nazionale dello spettacolo con Michele Riondino dedicato ai Beatles e al giovane folle che determinò la fine di un sogno.
Sospesa tra follia e buon senso, tra diavolo e acqua santa è la coscienza di Mark Chapman divisa a metà.
Consegnare i Beatles alla storia o forse, piuttosto, conferire gloria a se stesso per sentirsi importante, il motivo che ha armato la sua mano quell’otto dicembre 1980 fuori al Dakota Building di New York.
Ex guardia giurata di Honolulu, per ciò che ha commesso ora è rinchiuso in carcere, le manette strette ai polsi e accanto una piccola radio gracchiante che trasmette brandelli di musica.
L’infanzia di Mark non è stata felice: odio verso il padre, violenza, tanto dolore e rabbia accumulata sono i sentimenti che ne hanno accompagnato la crescita, forgiato i pensieri, la visione del mondo circostante. Solo la musica dei Fab Four, ieri come oggi, è riuscita a tenergli compagnia; a colmare quel baratro di solitudine sul cui precipizio si trovava e si trova ancora, come la sua mente labile, la sua anima angosciata.
Eppure, neanche la musica è stata capace di salvarlo; neanche quelle canzoni tante volte ascoltate lo hanno riappacificato con se stesso e con gli altri. Probabilmente, anzi, sono state proprio loro a determinare l’inizio della fine.
Cinque colpi di pistola, un rumore sordo, ed ecco che la vita del giovane Chapman e quella dei Beatles tutti è cambiata per sempre. Che l’appellativo “assassino” gli si è cucito addosso, così come le accuse e il disprezzo dei fan e del mondo intero privati, d’un tratto, del loro mito. Dei loro miti.
Ma quanto in realtà – si domanda il venticinquenne omicida – egli è diverso dallo stesso Lennon, anche lui colpevole di aver “ammazzato” i Beatles molto prima di lui? E per quanto tempo ancora il perdono dovrà essere a lui negato, così come non è stato fatto, invece, per John, leader del gruppo rock inglese più noto al mondo, quando decise di abbandonare la band? Costretto nella sua piccola cella, domande senza risposta continuano ad alimentare i suoi ricordi che mai sbiadiscono; che mai lo scorrere del tempo attenua e mai lo farà…
Scritto da Stefano Valanzuolo che ne ha curato il soggetto ed il testo pensando a una pièce che fosse costruita intorno alle canzoni, così come è accaduto per il film Across the Universe, The Fool on the Hill – Storia minima dell’uomo che uccise i Beatles è andato in scena ieri sera in anteprima assoluta all’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello raccogliendo applausi e consensi.
Atto unico diretto da Marco Andreoli e costruito intorno alla figura di un attore, Michele Riondino, e cinque musicisti, il Quartetto Savinio ed il chitarrista Giampaolo Bandini a cui è affidata l’esecuzione (realizzata magistralmente) delle trascrizioni strumentali cameristiche di Leo Brouwer, affiancate da quelle commissionate per l’occasione a Toru Takemitsu e Roberto Molinelli, lo spettacolo è un alternarsi fluido di prosa e musica. Di parole, a cui Riondino conferisce vividezza e intensità, rendendo con efficacia la schizofrenia del suo personaggio e le sue contraddizioni, e di note, quelle delle melodie beatlesiane, appunto, arrangiate in versione classica: capolavori come Ticket to ride, Eleanor Rigby, Yesterday e ancora The Fool on the Hill («Un pezzo del ‘67 di Paul McCartney – spiega Valanzuolo – che, incredibile a dirsi, sembra profetizzare la follia di Chapman. Leggi il testo e guardi negli occhi quest’uomo che ucciderà l’altra metà dei Beatles, ponendo fine al sogno di una generazione»), Come togheter e molte altri esplodono, con tutta la loro forza, nell’universalità e versatilità che contraddistingue loro, grazie ai virtuosismi degli archi e al suono prestigioso della chitarra che suàdono con eleganza lo spettatore il quale altro non può che lasciarsi coinvolgere e trasportare da quanto sta ascoltando.
Essenziale la scenografia che affida a disegni psichedelici, le cui immagini scorrono sul fondo, la rappresentazione dello squilibrio del protagonista, mentre le luci enfatizzano, di volta in volta, le parti recitate e quelle musicali.
Dopo questo esordio ravellese, lo spettacolo debutterà ufficialmente a luglio, a Roma, nell’ambito della rassegna “I concerti del Parco” di Villa Dora Pamphilii.
Ileana Bonadies