“Valentin Express”: favola nera sul tempo perduto
La “clowneria metafisica” di Karl Valentin e la poetica di Bertold Brecht ed Herman Hesse “sferragliano” sulle rotaie di un treno pieno di speranza in cerca della salvezza.
La Compagnia Muricena Teatro porta in scena al Teatro San Carluccio (per il ciclo NAPOLI GAMES / Start) la favola nera Valentin Express, tratta dal libro Tingeltangel di Karl Valentin (attore comico di innovazione) e dalle poesie di Bertold Brecht ed Herman Hesse. La regia è di Daniele Marino, che ne ha curato anche l’adattamento. Traduzione di Mara Fazio.
Sul palco, otto giovani talentuosi attori: lo stesso Daniele Marino (Rud), Gennaro Cuomo (Wim), Federica Altamura (Klara), Antimo Casertano (Oliver), Katia Tannoia (nel duplice ruolo di Lenya e Aurora), Adriano Falivene (Accio), Raffaele Parisi (Simmerl)e Carlo Vannini (Otto) che ha curato anche le musiche dello spettacolo.
Monaco di Baviera, anno 1933. Anno della fine della Repubblica di Weimar e inizio del regime nazista di Hitler. Anno in cui gli ideali vengono sepolti dalla follia nazista e la luce della speranza viene offuscata dalle nubi grigie delle industrie belliche. La “favola” ha inizio… Simmer, giovane borghese dai modi impacciati siede sulla panchina della stazione ferroviaria di Monaco in attesa di un treno. A fargli compagnia ci sono Lenya con suo padre Otto, che vivono mendicando, e Klara che riversa sul marito Rud le frustrazioni che l’affliggono poichè tra non molto nessuno più avrà un posto di lavoro. A “risollevare” gli animi arrivano Wim e Accio, due sinistri personaggi travestiti da clown, membri delle SS (Sereni Sempre) che promettono a quanti saliranno sul treno, un roseo futuro in cambio di un “sostegno morale” (il benessere promesso da Wim e Accio altro non è, però, che un escamotage per perseguire il “grande progetto” nazista). A convincere i presenti ad accettare la proposta ci pensa il denaro che viene loro offerto e Otto in particolare, abbagliato dai soldi, si presta ad incitare gli altri a partire, portando addosso un cartello con su scritto “Viva il Partito” (il Partito Nazionalsocialista rappresentò il maggior beneficiario della crisi politico-economica che attanagliò tutto il periodo di durata della fragile repubblica di Weimar). L’unica ad opporsi ai due delle SS è Klara ma alla fine anche lei, con la forza, viene costretta a partire.
Passano alcuni anni e il secondo conflitto mondiale infuria in Germania come nel resto del mondo. Si giunge al 1945, la guerra è finita e sebbene i segni nell’animo di chi ha subito umiliazioni e non solo permangono, forte è la voglia di ciascuno di «sopravvivere, esistere, per avere indietro il tempo che gli è stato derubato con l’inganno e con le false ideologie». La scena che si presenta agli occhi del pubblico, pertanto, è quella iniziale della stazione ferroviaria di Monaco ma questa volta a mendicare è Accio che ha tradito le SS non condividendo la loro linea di pensiero che, ingenuamente, credeva aspirasse al benessere e alla felicità e, invece, si è rivelata improntata alla guerra e alla devastazione.
«La favola Valentin Express guarda al periodo della seconda guerra mondiale con amara ironia da kabarett dimenticato, attraverso sketches di Karl Valentin, e con spietata crudeltà poetica attraverso liriche di Bertold Brecht ed Hermann Hesse. Tre autori tedeschi, tre voci unite nella speranza e nel sguardo critico che li accomunò. Tre vittime della propria “razza” assetata di potere, tre mosche bianche, contestatori instancabili di un regime che ha finito per schiacciare ogni forma di umanità», spiega nelle sue note il giovane regista che, come un chirurgo, ha guidato la sua equipe di specialisti ad un intervento di successo.
Spettacolo impegnativo ma “leggero” come una favola; dai toni aspri ma al contempo dal linguaggio surreale, scelto per raccontare gli anni del regime fascista affidandosi al gioco e alla fantasia teatrali, Valentin Express è un omaggio molto ben costruito a tre grandi uomini, Valentin, Brecht e Hesse. «Un pretesto – come precisa Marino – per guardare oltre la corruzione e l’eterna fame che ci accomuna. Per guardare con occhi diversi i nostri difetti e i progressi, e per un attimo, osservare tutto con lo sguardo di un bambino incantato, che va al circo per vedere le tigri ruggire e i clown ballare al suono dei tamburi…»
Valentin Express farà sosta al Lanificio 25 (Piazza Enrico De Nicola, 46 – Napoli) i prossimi 13 e 14 giugno. Da vedere.
Francesco La Rocca