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Quando la commemorazione di un grande artista rischia di danneggiarne il ricordo.

Chissà cosa ne avrebbe pensato Massimo Troisi di questo “speciale” andato in onda su Rai1 per ricordarlo. Da quando questo straordinario attore è scomparso c’è stata una gara, a volte davvero imbarazzante, di amici attori, di amici registi, di ricordi pieni di buone intenzioni e di brutti momenti di spettacolo. Ma questo organizzato dalla Rai credo li batta tutti. Povero di idee, banale e scontato. Hanno messo su una galleria di luoghi comuni, una sfilza di “testimonianze” e “contributi” davvero mortificanti.

Sono rimasto a guardare la trasmissione fino alla fine, sperando sempre in un guizzo d’invenzione, in un’impennata di divertimento, di vera emozione, magari di commozione, che non è mai arrivata. Tanti in fila a dirsi e a darsi. Ma Massimo Troisi ed il suo straordinario linguaggio, le sue strepitose invenzioni, il suo talento dove’era? Mettiamo che si sia trovato davanti allo schermo un telespettatore che di Troisi non aveva mai sentito parlare, che idea si sarà fatto di questo attore e del suo lavoro in teatro, nel cinema, in televisione? Si sarà chiesto certamente, il povero ignorante, perché mai tanto spreco di soldi, di tempo, di colori, di musiche.

Eppure Troisi è stato un grande poeta, un uomo spiritosissimo ed intelligente, un inventore straordinario, un piccolo e lieto rivoluzionario che ha segnato il linguaggio di una intera generazione proiettandolo oltre il proprio tempo. Su Troisi si sono scritti articoli, tesi di laurea, libri. Bastava forse cercare di mostrare i percorsi compiuti con il suo lavoro: il gesto, la parola, la scrittura, il teatro, il cinema, la televisione. Invece abbiamo visto e ascoltato tutto un blablabla noioso e triste.

Speriamo almeno che la raccolta di fondi da destinarsi in beneficenza sia andata bene. Ma quale è stato il ricavato forse non lo sapremo mai.

 

Giulio Baffi

 

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