I sostenitori di De Rosa ora in scena con De Fusco
Quante opinioni e personaggi cambiano in 18 mesi.
Era il 20 dicembre 2010. Esattamente 18 mesi fa. Dalle pagine de “La Repubblica”, Conchita Sannino scriveva: “Il Consiglio di amministrazione del teatro Stabile Mercadante revoca la nomina al direttore artistico Andrea De Rosa (il cui contratto sarebbe scaduto nel 2013) che si dice «addolorato» e pronto a «dare battaglia legale». Al suo posto, arriva il regista Luca De Fusco”. Bufera nel mondo teatrale napoletano, panico per il cambio di guardia voluto dalla Regione Campania e in particolare da Caterina Miraglia. Decine di artisti si schierano al fianco di De Rosa, per molti ottimo direttore del Mercadante. In rete impazzano le proteste per quello che a tutti sembra un cambio di vertice volutamente politico. Indignazione, proteste, denunce. In una storica e commovente conferenza stampa, Andrea De Rosa comunica l’arrivo di De Fusco, annuncia ricorsi al tribunale contro il CdA del Mercadante. Intorno a lui a sostenerlo numerosi e importanti artisti napoletani. Sempre la Sannino scrive: “È invece accorato e pesante il j’accuse di De Rosa, circondato in conferenza stampa da volti noti e stimati degli artisti ed autori che lo sostengono, da Arturo Cirillo ad Antonio Latella, da Renato Carpentieri a Cristiana Donadio, da Maurizio Braucci a Pierpaolo Sepe, a Francesco Saponaro, Davide Iodice, Valeria Parrella e altri.”
Tra tutti questi nomi noti spiccano Latella e la Parrella, dimissionaria del Comitato Artistico del Mercadante, per divergenze interne e per il “cambio” di poltrone.
Ma dopo 18 mesi gli indignati, la guardia che tanto acclamava De Rosa, quelli che sentirono l’esigenza di accompagnarlo nell’ultima conferenza stampa, quelli che non condividevano l’arrivo di De Fusco, dove sono? Che fanno? Quali spettacoli propongono? In che rassegne?
Arturo Cirillo, dopo un anno di purgatorio ritorna al Napoli Teatro Festival Italia e al Mercadante con due spettacoli entrambi prodotti dallo Stabile e dal NTFI, come ben sapete diretti da De Fusco.
Antonio Latella, anche lui dopo un anno sabatico di protesta ritorna al Mercadante con C’è del pianto in queste lacrime in scena anche al NTFI.
Valeria Parrella , ai tempi dimissionaria, scrive un testo teatrale per uno spettacolo diretto da De Fusco, ovvero Antigone.
Davide Iodice, dopo aver partecipato l’anno scorso al NTFI, con il laboratorio “Figli” quest’anno bissa, partecipando alla nuova edizione del Festival e anche alla stagione del Mercadante.
Cristina Donadio è insieme a Pierpaolo Sepe protagonista di La casa morta, in scena sempre al NTFI.
Maurizio Braucci, dopo l’anno di pausa, ritorna al Mercadante e al NTFI con Arrevuoto.
Saponaro è in scena al NTFI con Yo, el heredero.
Salvo solo Carpentieri.
Ma allora il dubbio è: si rigenera il potere e le sue logiche perverse oppure sono sempre gli stessi artisti a scendere a compromessi? È possibile che quelli che rinnegavano l’arrivo di De Fusco, oggi ne compongono cartelloni e festival? Vuoi vedere che prossimamente a lamentarsi ci saranno i vari Paolantoni, Luigi De Filippo, ovvero tutti quelli che l’anno scorso gridavano: “Vittoria” per uno spettacolo al Mercadante, giudicato da molti “casa” strappata per troppi anni, addirittura esiliati?
Ad un certo punto avevamo pensato che l’arrivo di De Fusco non fosse stato nient’altro che un cambio al vertice, un cambio di “regime”. La destra teatrale dichiaratamente borghese, conservatrice e tradizionalista montava le sue tende al Mercadante. Ora una domanda sorge spontanea: è la vecchia guardia pseudo di sinistra ad aver convinto/subissato il direttore De Fusco o l’inglobamento di quest’ala rinnegata appena un anno fa è l’ennesima trovata di De Fusco per allungare la sua permanenza sulla poltrona del potere?
La redazione
Che bello leggere un articolo dove si fanno i nomi. Attendiamo risposte.
Io invece, da spettatrice coerente, non ho assistito a nessuno spettacolo dell’edizione 2011 del NTFI e credo che anche quest’anno continuerò la protesta.
Salve. Quale anno di pausa mi sarei preso? Facciamo Arrevuoto da sette anni e appunto durante l’insediamento di De Fusco nel 2011-2012 siamo fuoriusciti dal Mercadante e abbiamo creato la nostra associazione culturale, Arrevuoto, mentre prima il progetto era fatto dal Mercadante. Abbiamo così iniziato il progetto con autofinanziamento, faticosamente e con poche possibilità di riuscita, e alla fine abbiamo accettato di essere sostenuti, ma stavolta come associazione esterna, dal Mercadante che quest’anno non avendo soldi ha finanziato tutti i suoi progetti attraverso il Festival. Ora siamo organizzativamente autonomi (non finanziariamente, ma chi è che lo è?) e infatti abbiamo avuto varie polemiche con il direttore De Fusco ma vi ricordo, e vi prego di comprendere profondamente, che il nostro è un progetto di teatro e pedagogia che sposta energie e risorse verso delle situazioni marginali. Insomma non è uno spettacolo di ricerca, con tutto il rispetto per tali spettacoli. Cosa intendo dire con questo? I nostri spettacoli (3 repliche finali) sono gratuiti, non girano in tournée e sono frutto di laboratori complessi e molto frequentati nelle scuole del centro e della periferia di Napoli. Questi fondi pubblici vanno ad un progetto di intervento territoriale a vantaggio di giovani e ciò rientra più in una dinamica di sostegno socioculturale che nei finanziamenti a cultura e spettacolo. Noi oggi, come negli ultimi sette anni, siamo finanziati dal Mercadante e non dal suo direttore, con la stessa differenza che c’è tra istituzione e politico che ricopre quel ruolo, istituzione che ha l’obbligo a sostenere progetti di interesse collettivo. La nostra scelta è giustificata (e in definitiva De Fusco è discutibile ma non è Hitler) dall’esigenza di continuare a far beneficiare di queste risorse pubbliche degli adolescenti che altrimenti non avrebbero accesso ad esperienze per loro molto preziose e formative. La differenza è questa e il nostro atteggiamento – se volete opportunistico ma che noi riteniamo invece possibilista- si basa su questa finalità che se si riconosce come etica potrà servire a prendere in considerazione quanto da noi qui scritto.
Viva articoli come questo, dove non si propala aria fritta ma nomi, fatti e circostanze precise.
si fanno tutti i nomi tranne il nome di chi ha scritto l’articolo