Clamore e rimborsi per l’Aida
La messa in scena dell’opera di Verdi, all’Arena Flegrea, travolta da una vertenza sindacale.
L’Aida, famosa opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, organizzata dalla Swiss World Opera, era prevista per 6 e 7 luglio all’Arena Flegrea. Molti, però, sono stati i disagi che l’hanno travolta, sia alla prima, iniziata con ben due ore di ritardo, sia in occasione della seconda rappresentazione che invece non ha nemmeno avuto luogo.
La presidenza della Mostra d’Oltremare, anch’essa tra gli organizzatori, ha ritenuto fondamentale precisare la propria estraneità alla vicenda con un annuncio ufficiale del proprio Ufficio Comunicazione: «La rappresentazione dell’Aida, prevista all’Arena Flegrea per sabato sera alle ore 21, è stata annullata per l’imprevisto insorgere di una vertenza sindacale tra gli artisti, i musicisti e la organizzazione Swiss World Opera rappresentata dalla signora Loretta Braschi». Inevitabile anche le scuse agli spettatori che ora dovranno essere rimborsati: «È la prima volta, rispetto a oltre 300 rappresentazioni artistiche effettuate all’Arena Flegrea dalla riapertura del 2001, che si è determinata una condizione di disagio alla quale solo parzialmente e per l’impegno del proprio personale si è riusciti a porre rimedio. La Mostra d’Oltremare prende atto, con profondo rammarico di quanto verificatosi, e si scusa con gli spettatori sia per il ritardo con il quale è iniziata la rappresentazione del giorno 6 luglio, sia per la cancellazione dell’evento previsto per questa sera».
Come detto, già alla prima erano sorti molti disagi: botteghini aperti in ritardo, lunghe attese sotto il sole, biglietti che riportavano importi sbagliati rispetto al pagamento (si presuppone anche una truffa alla S.I.A.E.) o che, causa ressa e cattiva organizzazione, hanno fatto riferimento a settori sbagliati, con la conseguenza che, persone che avevano pagato profumatamente un biglietto per le prime file si sono trovati a doversi sedere sui gradoni finali. Il tutto si è poi concluso con un’attesa di circa due ore in quanto l’opera prevista per le ore 21 è iniziata alle 23 circa per terminare alle 2 di notte con un IV° atto incompleto e non è stata sostenuta da tutti gli spettatori: alcuni, tra cui il sindaco De Magistris, spazientiti dopo aver trascorso due ore ad aspettare inutilmente sono andati via.
Inevitabili quindi i fischi a fine serata/nottata (di chi, temerario, è rimasto fino alla fine senza farsi prendere dall’impulso di abbandonare l’Arena dopo il I° atto, separato dal II° da un’attesa di mezz’ora). I fischi sono stati anche poi accentuati a causa della scarsa preparazione e della brutta esibizione sia della compagnia che del corpo di ballo, non certo all’altezza delle aspettative (ha fatto molto discutere anche l’assenza del soprano Hui-He visto che molti spettatori erano accorsi a vedere l’opera solo per la sua presenza). Insomma un flop completo che sicuramente farà ancora parlare di sè; infatti, se la causa ufficiale del ritardo della prima serata è stato un presunto incidente al pullman che trasportava i musicisti, la vera causa invece si è rivelata alla seconda serata con l’annullamento della messa in scena, ossia un problema tra musicisti e organizzatrice che ha portato al mancato pagamento delle serate agli orchestrali che quindi si sono rifiutati di prendere parte alla seconda replica facendola saltare. Attualmente, l’organizzatrice Loretta Braschi, responsabile dei dissidi, è irreperibile.
Insomma una vicenda quella accaduta che scredita parecchio l’opera e gli eventi culturali in genere, inducendo gli spettatori ad assumere per il futuro un atteggiamento certamente più di sfiducia e chiusura rispetto a tali appuntamenti. Naturalmente, si resta in attesa di conoscere gli sviluppi e si spera che chiarezza venga fatta, ma forte è la tentazione di credere che, probabilmente, come spesso accade, tutto finirà a “tarallucci e vino” e nessuno ne pagherà le conseguenze. A parte i poveri spettatori truffati, ovvio.
Gennaro Monforte