I lavoratori dello spettacolo scrivono alla Fornero
Riportiamo di seguito la lettera aperta indirizzata al ministro Fornero da parte dell’associazione dei lavoratori e lavoratrici dello spettacolo.
Con la presente vogliamo sottoporre alla sua attenzione le specificità che caratterizzano lo svolgimento della prestazione lavorativa nel settore dello spettacolo e le criticità indotte in ordine alla tutela pensionistica delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo, sino al 2011 prestata del disciolto ENPALS.
Nel merito, i rapporti di lavoro di natura artistica e tecnica nel settore dello spettacolo sono caratterizzati da una spiccata discontinuità e una durata contenuta nell’arco dell’anno solare. Se assumiamo a riferimento i comparti tipici del settore, vale a dire quelli cinematografico ,musicale e teatrale, rileviamo come, nel 2010, i contratti di lavoro discontinui abbiano riguardato l’85 per cento dei lavoratori.
La durata della prestazione lavorativa finalizzata alla produzione dello spettacolo,che nei rapporti di lavori autonomo costituisce la componente utile ai fini assicurativi, è estremamente breve.
Al 31 dicembre 2011, il fondo pensionistico lavoratori dello spettacolo a fronte di 295.000 lavoratori attivi, registrava solo 55.000 pensioni.
Sempre alla stessa data l’avanzo di amministrazione ammontava a 2,2 miliardi di euro, con la prospettiva di lievitare, nell’arco dei prossimi trenta anni fino a 30 miliardi di euro.
Riteniamo che i predetti dati siano assolutamente indicativi di un regime pensionistico che, con le attuali regole, non essendo più in grado di assicurare alcuna rispondenza fra contribuzioni e prestazioni, produce generazioni di lavoratori dello spettacolo che, pur avendone sopportato i relativi oneri, risulteranno prive della tutela pensionistica obbligatoria.
A fronte di ciò, siamo a chiederLe – Signora Ministro – di voler promuovere un intervento di riordino dei trattamenti pensionistici nel settore dello spettacolo ispirato alle seguenti linee direttive:
1. riduzione del numero minimo di contributi giornalieri necessari per il conseguimento dell’annualità assicurativa per i lavoratori, subordinati che operano con rapporti di lavoro a tempo determinato.
Allo stato, i lavoratori a tempo determinato la cui prestazione è direttamente connessa con la produzione dello spettacolo acquisiscono l’annualità assicurativa con almeno 120 contributi giornalieri nell’arco dell’anno solare, quelli la cui attività non risulta direttamente connessa alla produzione dello spettacolo con almeno 260 contributi giornalieri;
2. introduzione di meccanismi preordinati a favorire la ricongiunzione della posizione assicurativa da e verso altre gestioni pensionistiche obbligatorie. Difatti, sovente l’attività svolta dai lavoratori del settore, ancorché caratterizzata da oggettive condizioni di professionalità, costituisce solo una parte della complessiva attività lavorativa assicurata presso altre gestioni pensionistiche;
Infine, Signora Ministro, pur nel nuovo contesto derivante dalla presenza di un unico Istituto previdenziale nazionale, ci permettiamo di sollecitare la Sua attenzione affinché si assicuri il contenimento dei fenomeni di evasione ed elusione contributiva – fenomeni che, in un settore come quello dello spettacolo, caratterizzato dalla dimensione ridotta delle imprese e dalla mobilità territoriale delle produzioni possono compromettere la costituzione della tutela previdenziale. Al fine di perequare i diritti e i trattamenti previdenziali tra i lavoratori dei vari settori, specifiche normative, e nella convinzione che, anche nell’ambito del processo di integrazione in atto, vadano preservate le specificità del disciolto ENPALS, attraverso una gestione speciale.
Coordinatore Provincila Fida Napoli
ANTONIO CRISPINO
Ben fatto. Condivido l’azione e le parole della lettera.