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Cronache teatrali dall’«Avanti!», 1916-1920

Giulio Tempesti al Chiarella

La compagnia di Giulio Tempesti aveva annunziato cinque recite straordinarie con cinque produzioni diverse.

Il successo della prima sera ha fatto replicare la Cena delle beffe.

La meteora benelliana non accenna ancora a tramontare.

La virtuosità personale del Tempesti riesce ancora a tener su un castelletto di carta pesta e di stucco cinquecentesco, e a far inghiottire non solo, ma anche a far applaudire le lunghe declamazioni del poema drammatico di Sem, che fanno rimpiangere anche la noiosa novella del Grazzini saccheggiato dall’autore.

Il Tempesti, che è l’attore benelliano per eccellenza, e nel quale la vuota declamazione è diventata abito artistico, continua stasera a prodursi nel Napoleone del Pelaez d’Avoine e si completerà con la Morte civile di Pietro Giacometti.

(28 settembre 1916)

Antonio Gramsci

 

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