La grande magia: De Filippo ritorna nel suo teatro
Il teatro San Ferdinando ospita fino all’11 novembre Luca De Filippo con La Grande Magia di Eduardo.
La Grande Magia, spettacolo in III atti, che fu definita la più pirandelliana tra le opere del grande Eduardo De Filippo, ci racconta l’illusione di una vita: Calogero Di Spelta (Massimo De Matteo) si illude di aver smarrito sua moglie, Marta Di Spelta (Lydia Giordano), in un gioco di prestigio compiuto dal professor Otto Marvuglia (Luca De Filippo), ma la donna in realtà è fuggita a Venezia con l’amante, Mariano D’Albino (Antonio D’Avino). Il motivo centrale della commedia è caratterizzato dal rapporto tra Illusione e Realtà: Calogero non è solo vittima dell’ “incantesimo”, ma ne è anche artefice. Per tutta la commedia non accetta che la moglie sia fuggita anche per colpa sua, per il suo atteggiamento d’indifferenza nei confronti dell’amata e per la sua smodata gelosia; è incapace di vedersi responsabile e preferisce l’incanto alla verità. Solo verso la fine si ha l’illusione che la “grande magia” sia pronta a volgere al termine, ma la riapparizione di Marta a Calogero e la sua confessione di ciò che veramente è successo, portano il marito a tornare nel gioco e a non voler affrontare la situazione dolorosa.
Nonostante la potenzialità emozionale dell’opera, lo spettacolo, soprattutto per le scelte registiche, non ha l’effetto che ci si aspetterebbe. Un esempio tra tutti è la scena del monologo di Amelia, interpretata da Giulia Pica, meritevole di particolare plauso, sebbene dalla regia sia stata messa nella condizione di non coinvolgere adeguatamente il pubblico: è, infatti, costretta in fondo al palcoscenico, su di una scala mentre dà le spalle alla platea.
La nota dolente, da un punto di vista della recitazione, è sicuramente la Giordano, la cui cattiva interpretazione raggiunge il suo picco nella scena finale dell’opera, interrompendo, nel dialogo con il ritrovato marito, il flusso di emozioni fino a quel momento esistente.
Luca De Filippo è invece degnissimo del nome che porta e la sua interpretazione rimanda subito alla memoria il padre, forse talvolta peccando di originalità, ma comunque procurando forti emozioni.
Le scenografie di Raimonda Gaetani sono ciò che di più originale si trova nella commedia. In particolar modo notevole, sia da un punto di vista registico che scenografico, risulta essere, nel primo atto, la scena della fuga dei due amanti a bordo di una barchetta che irrompe nella platea. Un altro momento in cui la scenografia è di forte impatto è nella scena finale, quando Calogero apre il baule dei vestiti della moglie e contemporaneamente si apre anche l’armadio retrostante.
Nel complesso l’opera risulta un buono spettacolo, capace di intervallare attimi di comicità pura a momenti di umorismo pirandelliano che nascondono il vero motivo tragico della commedia in questione.
Carmela Pugliese
TEATRO SAN FERDINANDO
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“Pecca di originalita” Ma che vuol dire???? Che deve fare per forza quello che faceva il padre altrimenti pecca???
E poi quando non lo fa lo si elogia, poichè la citata idea registica, che qui segue, è opera di Eduardo nelle note di regia del testo e non di Luca: “In particolar modo notevole, sia da un punto di vista registico che scenografico, risulta essere, nel primo atto, la scena della fuga dei due amanti a bordo di una barchetta che irrompe nella platea”
Tutti devono iniziare daccordo e pure sbagliare, ma cominciate a studiare un italiano interessante e non da prime classi inferiori e a studiare la materia che andate ad affrontare . Non basta essere feroci, cosa lecita, con un attore per essere interessanti, oramai anche la televisione ha abbandonato questi mezzi.
Buon lavoro, speriamo tutti
Perfettamente d’accordo: basta con questi recensori improvvisati, che non conoscono il testo (né lo hanno mai letto) e attribuiscono al regista quel che è invece volontà espressa dell’autore, che usano un lessico da verbale dei carabinieri, che dimenticano che Eduardo ha anche scritto una commedia a quattro mani con Pirandello (“L’abito nuovo”) che, forse, parlando dei “pirandellismi” di Eduardo, poteva essere opportunamente citata. Suvvia, un po’ d’impegno….