L’inferno a sala Ichos
Nella sala di San Giovanni a Teduccio, in scena Ashes of hell, che attualizza la critica brechtiana alla società dei consumi. Repliche fino al 17 febbraio.
“Mahagonny, un diamante incastonato nella terra
Mahagonny, il genio della lampada nascosto sotto la sabbia
Mahagonny, lo specchio delle tue brame
A Mahagonny puoi essere tutto ciò che vuoi
A Mahagonny puoi fare tutto ciò che vuoi
A Mahagonny puoi comprare qualunque desiderio.”
Quando a Sala Ichos va in scena Ashes of hell, un fottuto requiem per Mahagonny, e la città brucia, preda di un misterioso incendio, solo sei anime ne spuntano fuori, sei personaggi disegnati da Nicola Castelli e portati in scena da Nicolas Ceruti, sei brandelli di carne e di (dis)umanità: un’operatrice della città, un sacerdote, una sposa, una ragazza un po’ fuori di testa, l’uomo in impermeabile, colei che ha capito tutto.
Sputati fuori dalle fiamme e dalle ceneri dell’inferno di Mahagonny, i nostri eroi sono soli. Sei soli.
Egocentrici, disarmati eppure astiosi, spogli di tutto tranne che della loro meschinità; essi non subito intendono di essere stati sbalzati nel bel mezzo del nulla, illusi di partecipare a un gioco, di trovarsi in chissà quale arditissima macchinazione geniale di divertimento, certi di un celere intervento dell’autorità centrale, nel caso inverosimile ma pur sempre considerabile di esser finiti davvero nei guai.
La piece è una storia di una comunità impossibile e che non si realizza: le anime perse non sanno incontrarsi tra loro, si giustappongono furiose e quiete, si sostengono nella convinzione che la follia sia la normalità, salvo poi azzannarsi, a morsi feroci, quando il gioco si disvela troppo vero, che quasi fa impressione.
La malattia moderna del nulla si fa carne e corpo, eppure non perde il suo carattere evanescente, quasi virus inafferrabile, spada di Damocle perenne e tagliente.
E, in una tale assordante solitudine, se pure è presente un Socrate, un’anima intelligente che riconosce la vacuità dell’essere, di tempo e spazio, egli va incontro a morte certa: il prezzo della verità è sempre assai salato, l’epifania della verità mortifica le sciocchezze altrui; la verità, acuta, ferisce la mediocrità sempre.
E colei che ha capito tutto – perché è lei la madre di tutto, in un certo senso – “è una persona malvagia”, e si merita di morire.
Si merita di morire perché riconosce gli uomini dai mostri, perché comprende come l’agognata utopia si sia evoluta in una realtà distopica, perché è rimasta troppo umana, non si è fatta inghiottire dai gorghi delle possibilità che i danari consentono, ha ostinatamente continuato a preferire la vita al sogno.
Davvero un peccato che l’opera si esaurisca troppo brevemente: le premesse lasciano intendere una complessità di temi e situazioni che purtroppo non si realizzano, pur nella qualità della recitazione e delle problematiche sollevate; quasi che una sorta di pudore imponga un freno al collasso della civiltà, quella di Mahagonny e quella di oggi, e faccia chiudere il sipario prima dell’esplosione dell’oblio.
Replica fino a domenica 17 febbraio.
Antonio Stornaiuolo
Sala Ichos
via Principe di Sannicandro 32/A – San Giovanni a Teduccio, Napoli
Tel. 3357652524 – 081275945
orari: da giovedì a sabato alle 21; domenica alle 19.