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In scena al De Poche il dramma delle deportazioni nello spettacolo Ultima Fermata: chi è di scena? di Cristian Izzo.

Al Teatro De Poche va in scena fino al 24 febbraio Ultima Fermata: chi è di scena?, opera scritta e diretta da Cristian Izzo. Michele (Cristian Izzo) e Michele (Alessandro Langellotti) sono due fratelli autistici figli di un padre che, a causa dell’Alzheimer, ha finito per dar loro lo stesso nome. A proteggerli dagli insulti e dagli scherni della gente, è la madre (Laura Amalfi), che li educa al teatro, spingendoli a praticarlo per far sì che, recitando, nascondano quanto in loro c’è di “speciale”. La maggiore preoccupazione della donna è, però, in tempo di guerra, la legislazione razziale fascista e nazista, che non ammette l’esistenza di esseri definiti “impuri”.

Ma a niente servono le difese materne: i soldati arrivano nella casa e portano via i due ragazzi, intenti a dar loro quella che Hitler definiva “una morte degna per indegni”. L’ultimo regalo della cara madre, prima della definitiva separazione, sarà donar loro un’illusione che li difenderà dalla paura; Michele e Michele, infatti, lasciano il tetto materno credendo di dover andare a Roma per il loro grande debutto teatrale. Il vagone su cui i due viaggiano diviene così un palcoscenico dove i due ragazzi “giocano al teatro”, anche grazie alla rievocazione della madre. Evocheranno, sull’improvvisato palcoscenico, varie scene della tradizione teatrale napoletana, tra cui l’atto unico defilippiano Pericolosamente.

Il tema doloroso e tragico della deportazione fascio – nazista , viene trattato dal regista con una leggerezza ricercata e studiata, così da non apparire banale. Una levità che si riflette nelle anime dei due fratelli e nella dolcezza della loro madre e che si espande anche alla scenografia composta esclusivamente da una grande cassa posta al centro del palco. Comicità e drammaticità si intervallano in questa piéce, ma mentre la prima è rilegata ai momenti in cui i due ragazzi “giocano al teatro”, la seconda irrompe continuamente, spezzando così la risata e riportando lo spettatore alla cruda realtà che i due Michele stanno vivendo.

Il tema della semplicità ha anche un significato meta-teatrale: Izzo vuole mostrare che il teatro viscerale è quello privo di artifizi. Nelle battute finali infatti, la madre dirà ai figli: “O’ teatro è nato o’ scuro. ‘E scene, ‘e lluce, ‘e costumi… tutte sciocchezze nate per aiutare gli attori scarsi, poco interessanti.  Vuie site attori veri, vuie recitate ‘o scuro … “

Il teatro in quest’opera assume un ruolo fondamentale. E’ il teatro che, come una madre, protegge e nutre gli attori, li nasconde nel buio da cui è stato generato. Riuscite anche le musiche originali del Maestro Salvatore Torregrossa che, danzando nel buio, si innestano perfettamente all’interno della scena amplificandone il pathos.

Nel complesso lo spettacolo risulta ben costruito e di piacevole fruizione.

 

 

Carmela Pugliese

 

Theatre De Poche

via Salvatore Tommasi, 15 – 80135 Napoli

Tel. 081.549.09.28

mail.  info@theatredepoche.it

www.theatredepoche.it

Prezzo: 10 euro + 2 euro di tessera

Orari: sabato 23 ore 21, domenica 24 ore 18

 

 

 

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