Angela Luce: sessanta anni di successi
Giulio Baffi ricorda la splendida artista che a distanza di anni continua a brillare ed emozionare.
Angela Luce ed i suoi “sessant’anni di palcoscenico”. La “Serata d’onore” che le è stata dedicata dal Comune e da amici intelligenti al Teatro Mercadante è stata una festa. Bella ed emozionate. Che fortuna esserci stato.
Conobbi Angela Luce in una estate lontana, protagonista di una “festa di piazza” a Vibo Valentia. C’ero andato per accompagnare gli amici della Nuova Compagnia di Canto Popolare ancora poco noti, a loro il compito di riscaldare la piazza. Lo fecero, e quando Angela Luce salì sul palco la piazza era “caldissima”. Lei era bellissima, un abito bianco generosamente scollato le rendeva onore, il pubblico era in delirio. L’ho poi incontrata altre volte. In scena sempre perfetta. Fuori altrettanto. Per qualità e cortesia. Abbiamo avuto qualche amico in comune. Ho seguito la sua vita d’artista con ammirata attenzione. L’ho applaudita e apprezzata per le sue eccezionali qualità d’attrice e di cantate. Oltre che per la sua bellezza.
Era in delirio anche stasera il pubblico che affollava il Mercadante. «Ho le mani gelate, è l’emozione» ha detto salutando gli spettatori che, in piedi, l’applaudivano. Sessant’anni in scena e ancore c’è il freddo dell’emozione che ti afferra. Per la battaglia che ogni artista affronta. Costruendo l’ennesima vittoria.
Bella che il tempo sembra non l’abbia sfiorata. Il gesto ricco e preciso, la voce pura come un cristallo, le parole cantate con una chiarezza rara e magnifica, il volto intenso ad interpretare la parte. Angela Luce canta e recita. Recita qualche sua poesia. Dice poche frasi emozionate. Canta gli amori che altre volte abbiamo incontrato, e questa volta ci sembrano più struggenti. Canta i dispetti subiti. Canta il piacere impudico e la tenerezza pudica. Canta il dolore che ferisce e lo struggimento che sana. Canta la tenerezza e la gioia. Canta le lagrime ed i sorrisi. Canta l’amore. Canta ed è felice. Canta è ci rende felici.
Che serata. Con spettatori esaltati ed amici commossi. E lei che sorride contenta. «Ora non ho più freddo» dice e per un ultimo gorgheggio di commiato rinuncia al microfono e rinuncia pure alla musica degli strumenti che l’hanno fino ad ora accompagnata. La sala trattiene il respiro. La sua voce è la festa, l’emozione e la gioia. Ancora una volta, dopo sessant’anni. Grazie Angela di averci incontrati.
Giulio Baffi