“Napoli 1647, Rivoluzione d’Amore”: per capire che siamo sempre gli stessi
Al teatro Elicantropo va in scena un intenso ritratto di Bernardina Pisa, che amò Masaniello quanto lui amò la libertà.
Andare al teatro Elicantropo per assistere, sino a questa domenica, a Napoli 1647, Rivoluzione d’Amore, consisterà in un’operazione similare a quella di guardarsi allo specchio. La storia è narrata da Bernardina Pisa, colei che accompagnò e affiancò Masaniello nella gloria e, soprattutto, nella caduta. I ritratti delicati e timidamente illuminati della donna, empaticamente interpretata da Ilaria Delli Paoli, sono colmi di parole di rimpianto e di accusa. “Popolo”, questo uno dei termini più utilizzati del testo. Un testo moderno quello scritto da Marilena Lucente, che riesce vigorosamente a significare quale sia il carattere del popolo, facile a glorificare quanto a voltare prontamente la faccia a coloro che sono stati i suoi beniamini. Testo attuale senza che questa soluzione sia cercata, calato nel suo periodo storico, ma versione vernacolare di quanto accade tutt’oggi.
Napoli 1647, è una messinscena che narra dell’intreccio tra l’amore e la rivoluzione citati nel titolo, inesorabilmente destinati a non poter esistere l’uno senza l’altro. Due elementi che girano attorno ad un concetto terzo, quello della libertà, che corteggiano ma dal quale si tengono, contemporaneamente, ben distanti. Bernardina Pisa ha profondamente amato suo marito, talmente tanto da soggiogare al vincolo secondo cui l’amore è fondamentalmente un ergastolo, una condanna all’univocità. E’ la stessa condanna che Masaniello ha subito per la passione riversata alla libertà: lui era di tutti, lei era solo sua.
Per il resto, la storia rappresentata rispecchia fedelmente una devozione alla sfera intima che lo spettacolo richiede. Le luci di scena, sì tanto minimaliste da essere assenti, chiarificano pose espressive di dolore, di indignazione, commozione, ma anche fierezza. Tutto questo per una donna costretta alla galera, poi alla prostituzione, quindi al dileggio e l’offesa, dopo aver assaporato l’ebbrezza della gloria. Una donna oramai indifferente a tutto questo, perché indirizzata verso la sola costrizione che sia realmente condanna: il suo amore.
Andrea Parrè
Teatro Elicantropo
vico Gerolomini, 3, Napoli.
In scena fino a domenica 14 aprile 2013
Inizio ore 18.00 (domenica)
Info e prenotazioni al 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio) email promozionelicantropo@libero.it
Costo 10 €