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Galleria Toledo ospita fino al 21 aprile lo spettacolo Re sacerdote e profeta di e con Maurizio Igor Meta per la regia di Cinzia Sità. Un viaggio nella malavita e negli Opg.

“… e io so’ criminale

mai usata una pistola

e io so’ criminale

mai ammazzato …

(…) criminale

criminale

in carcere

in carcere

carcere

carcere

e Opg…”

 

ImmagineIl Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo ospita fino al 21 aprile lo spettacolo Re sacerdote e profeta di e con Maurizio Igor Meta per la regia di Cinzia Sità, di cui è stato da poco pubblicato il testo (leggi qui!).

La scena è totalmente vuota, priva di ogni artifizio, c’è solo Aldo il musicista (Maurizio Igor Meta) e la sua voce. Aldo è un rapinatore che segue alle lettera le dieci regole fondamentali della sua attività perché “fare una rapina è un lavoro, un mestiere, un mestiere duro. Bisogna usare la testa, calcolare il dettaglio” ed è proprio questa professionalità a far si che ogni sua rapina diventi “l’opera di un artista”. In una sorta di giro tondo elenca tutti i componenti della banda con cui mette in atto l’assalto al portavalori, Claudio O’ Nonno, Roberto Bob l’Attore, Giuvann’ l’Industriale, Ugo O’ Professore, Silvio Assopigliatutto e Ciccio l’Alfista.

Sarebbe stato il colpo perfetto, una rapina da manuale. Aldo con grande trasporto adrenalinico immerge lo spettatore nella scena del colpo: l’ansia, la paura, la lotta contro il tempo per continuare a respirare la libertà e in turbinio di parole e movimenti corporei lo porta con sé all’interno dell’Opg, l’ospedale psichiatrico giudiziario.

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Lui è il numero 1775, “17 il nome 75 il cognome”. L’inferno di questo luogo viene racchiuso nella figura di Mastrogiorgio, un infermiere “esecutore” che dà agli internati acqua salata, continue iniezioni di aloperidolo (farmaco antipsicotico, ndr.), inventando anche il “gioco della sputazza” per privarli ulteriormente della loro dignità di essere umani, di esseri viventi. Ed è proprio in questo claustrofobico, nauseante e doloroso ambiente che Aldo diventa il Re Sacerdote e Profeta, è lì che espia le sue colpe con la dignità di un “re” perché “un conto è rapinare le banche, un altro è togliere la vita”; lui è un professionista.

Sebbene Re sacerdote e profeta sia uno spettacolo che potrebbe offrire tantissimi punti di riflessione su temi rilevanti come la malavita, il concetto di criminale, il maltrattamento non solo fisico ma anche della dignità di un uomo all’interno degli Opg, tuttavia in scena non riescono ad essere approfonditi, perdendo il loro peso e diventando solo racconti superficiali, privi di emozioni che lasciano scorrere nelle parole di Maurizio Igor Mata un distacco dagli eventi narrati, come se egli stesso non sentisse sue le parole che pronuncia. Nonostante l’abilità dell’attore nei movimenti del corpo e nel modellamento della voce a mano a mano che il racconto si snoda, lo spettatore esce da teatro con una sensazione di vuoto, come se mancasse qualcosa.

 

Carmela Pugliese

 

Galleria Toledo

via Concezione a Montecalvario 34, Napoli

Orari: feriali ore 21; Domenica ore 18

Biglietti: intero 20 euro; ridotto 15 euro; giovani (under 30) 10 euro.

www.galleriatoledo.org

 

 

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