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Intervista con il poliedrico artista che ha fatto dell’arte dei burattini il suo mestiere e si prepara a debuttare con un nuovo spettacolo a Napoli.

 

patrone1In occasione dello spettacolo Fobia.. Loghi in scena il 20 e il 21 aprile nello spazio di AB OVO – Bottega d’Arte e di Bellezza (via Bellini 17 – Napoli), Quarta Parete incontra Gennaro Patrone, regista, attore, mimo e truccatore. Fondatore nel 2003 insieme a Imma Ferrari della Compagnia Officina Teatro, che realizza spettacoli teatrali a scopo pedagogico la cui peculiarità è quella  di dar vita a  rappresentazioni del teatro dei burattini ampliate da una storia narrata attraverso un’integrazione fra le maschere della Commedia dell’ Arte e i burattini veri e propri, di sé ama dire che il bisogno di esprimersi che ha, lo spinge ad esplorare ogni campo dell’arte. Di un’artista a 360°, dunque, si tratta, che preferisce approcciarsi al mondo del teatro come un bambino che ogni giorno costruisce la sua favola.

 

Parlaci della tua formazione. Chi sono stati i tuoi maestri? A chi ti ispiri?

Fin da bambino cercavo di imitare i personaggi dello spettacolo che ammiravo come Charlie Chaplin, Michael Jackson e Totò vestendomi e truccandomi come loro. Inoltre ho sempre avuto un amore viscerale per Pulcinella. Mi sono laureato in pittura all’Accademia di Belle Arti e subito dopo ho intrapreso il mio percorso di formazione teatrale. Ho studiato inizialmente presso il centro Santa Sofia di Napoli seguendo corsi di teatro-danza e di recitazione con Carlo Puzio. In seguito ho iniziato a seguire molti stage di formazione preferendo, soprattutto, quelli che si basavano sull’espressività del corpo e sulla Commedia dell’Arte. Mi sono anche appassionato al teatro dei burattini e ho studiato con Roberto Vernetti sempre al centro Santa Sofia.

 

Come definiresti il teatro dei burattini e quali sono le capacità che un bravo burattinaio deve avere?

Il teatro dei burattini per me è immediato e semplice ma nello stesso tempo rappresenta un contenitore di messaggi, di favole ed arte povera. Mi spiego meglio: il teatro dei burattini deve essere breve perché nasce in strada e quindi deve attirare l’attenzione del pubblico passante. Ma quel piccolo contenitore teatrale anche se fatto da fantocci e da “guarattelle ” poteva lasciar allo spettatore attento anche dei messaggi come il malcontento del popolo, di una società o una protesta contro qualche personaggio di potere. Il teatro dei burattini, inoltre, rappresenta anche un contenitore di arte se si pensa appunto all’artigiano che costruisce il burattino, al vestito e alle scenette. Io, quando penso a questo tipo di teatro, faccio sempre riferimento alla favola proprio perchè mi piace rappresentarlo sempre costruendo una storia che abbia, come dicevo, una piccola morale o più semplicemente un fine educativo.

 

e_vuommeche_e_pullecenella__conversazione_con_gennaro_patrone_3Perché le persone dovrebbero continuare ad andare a teatro oggi?

Credo che oggi, a causa della tecnologia, sia cambiato il nostro modo di vivere: siamo sempre davanti ad uno schermo e ad una tastiera, i rapporti sono troppo distanti e sono vissuti solo attraverso il web. Il teatro invece è vivo, è fatto di emozioni reali ed si basa su una continua interazione fra il pubblico e gli attori. Guardare uno spettacolo teatrale dal vivo è un’esperienza unica per le emozioni che si creano proprio in quel silenzio ancora mistico della rappresentazione, dei sentimenti umani che solo il teatro sa far vivere!

 

Qual è il tuo rapporto con il pubblico che viene a vederti?

È bello! Io sono innamorato del pubblico anche perché se scegli di fare questo lavoro lo fai sicuramente per una tua esigenza di esprimerti. Quando si lavora ad uno spettacolo si pensa fondamentalmente al pubblico, a come incuriosirlo, emozionarlo e divertirlo. La risposta almeno fino ad adesso è stata sempre positiva e questo ti fa credere sempre più in quello che fai!

 

A breve presenterai lo spettacolo Fobia… Loghi scritto e diretto da te. Di cosa parla?

Fobia…Loghi è uno spettacolo inedito ispirato a storie vere. Si divide in due monologhi incentrati sulla fobia e sulla pedofilia. In queste due piece c’è tutto me stesso, il mio senso di giustizia, l’ ironica tristezza del dramma e le mie ispirazioni tra cui Viviani, Ruccello, Petrolini.
Fobia…Loghi , insomma è un groviglio di ferro spinato, di vite diverse come la storia del dentista – barbone, Raffaele Mazza (Salvatore Cirillo) ispirato ad una storia vera, che narra di un uomo che vive sui marciapiedi non per scelta ma a causa di avvenimenti avversi che hanno distrutto i suoi sogni, il suo amore e i suoi equilibri. O come la crudele storia di Maria Addolorata (Imma Ferrari) protagonista e vittima sacrificale di una mente perversa che mette a nudo la sua drammatica esperienza, le sue confessioni sono come pugni che fendono il vuoto, in un fobico inconscio dal consumato dramma: le sofferenze , le violenze subite da un maestro, l’ innocenza di un crimine. Tanti episodi rivivono deformati e confusi ormai radicati sulla sua pelle, nei suoi sguardi, nella sua mente, unica sua inseparabile compagna di viaggio è l’ inerme interlocutrice , il suo unico affetto, la sua piccola…Insomma ombre diverse , ma proiettate da una sola fonte di luce.

 

377749_4862403156741_1481954116_nSei un’artista poliedrico: scultore, attore, truccatore, mimo… Come fai a conciliare tutte queste attività?

Un’ artista che parolone! Sono solo un bambino che rimane affascinato davanti ad un intero mondo fatto d’ arte e che si diverte a giocarci, e giorno per giorno scopre che ci sono ancora tante forme , colori che mancano per costruire la sua favola!

 

Cosa consiglieresti ai ragazzi che vogliono lavorare in teatro?

Lasciarsi trasportare ma seriamente con tanta umiltà e studio. Il teatro in particolare, non bisogna viverlo solo per sentirsi protagonisti su di un palco ma far in modo che il teatro diventi protagonista della propria vita!

Giulia Esposito

AB OVO – Bottega Bottega d’Arte e di Bellezza

Via Bellini 17 – Napoli

tel. 081 048 1550

Sito web http://www.abovonapoli.it

 

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