“Skylab – La Gravità dei Corpi”, non semplicemente danza
In scena fino a questa domenica a Galleria Toledo uno studio sui corpi e le infinite possibilità di reazione nei confronti della gravità. Fisica e allegorie inattese.
Partiamo da un prologo indispensabile, anche se apparentemente profano: recarsi ad una rappresentazione di danza-teatro con l’aspettativa di assistere a uno spettacolo teatrale, equivale a guardare una partita di calcio a 5 aspettandosi qualcosa di similare ad un match 11 contro 11. Per quanto i criteri dell’insiemistica li definirebbero in un rapporto di intersezione tra loro, sono due sport diversi.
Questo il primo verdetto che ci consegna Skylab – La Gravità dei Corpi, in scena a Galleria Toledo sino a domenica 5 maggio, per la regia e le coreografie di Nicola Laudati.
Realizzato dalla Compagnia Laudati Danza, protagonisti Paola Ferraro, Corradina Grande, Nicola Laudati e Chiara Zompa, si tratta di un lavoro che tenta di descrivere l’azione e la reazione dei corpi rispetto alla legge che più di tutte le altre ne regola e limita (o, se si vuole, amplia) le possibilità. Presa da questo punto di vista, la messa in scena esplicita in maniera piuttosto sintetica e appariscente la natura del progetto che il titolo vuole trasmettere, ovvero uno studio di come i corpi si comportano quando ad interferire siano forze vettorialmente diverse, che con la gravità interagiscono e ad essa si sommano: incalcolabile è la varietà delle risultanti che si ottengono. Così come la descrizione dello spettacolo indica è l’interazione tra soggetti ad offrire le sfumature, le chiavi di lettura più svariate, dove può esserci chi utilizza l’altro come un appoggio per sostenersi, chi lo sfrutti come perno per cercare lo slancio e librarsi, chi gode semplicemente della propria autonomia. Skylab oltre ad uno studio fisico è un ritratto allegorico delle infinite possibilità di stare rispetto alle realtà circostanti. La gravità sta lì, può pesare come un macigno o permetterci la stabilità, tutto cambia a seconda del filtro d’osservazione.
La considerazione finale è che non si possa negare un certo merito all’artefice di un’opera fondata principalmente su arti figurative e che è tuttavia riuscita a rendersi esplicita. Quanto la modalità d’espressione stessa possa piacere o meno allo spettatore è altra cosa, che attiene alla scelta di recarsi a teatro, non al risultato che questa scelta possa generare.
Andrea Parrè
Galleria Toledo, teatro stabile d’innovazione
Via Concezione a Montecalvario 34 -Napoli
Contatti:
+39 081425037
Biglietti: da 10 a 15 euro
Orari: sabato ore 21; domenica ore 18