Le intercettazioni a teatro
In Inghilterra va in scena MARCEL Basteranno un cuore, un cervello e del coraggio ad uscire dalla crisi?, spettacolo che parla di Berlusconi e della difficile condizione italiana.
Al Brighton Fringe l’Ursa Maior Teatro ha presentato lo spettacolo Marcel, un’installazione/performance ispirata a Duchamp e a Il meraviglioso mago di Oz (romanzo nato nell’Inghilterra in decadenza di fine Ottocento, ndr.), per approdare al concetto di crisi contemporanea. Una foto dello spettacolo, che ritrae un attore con l’immagine di Berlusconi disegnata sul fondoschiena, ha fatto il giro del web. Siamo andati ad intervistare una delle protagoniste dello spettacolo, Irene Ros, per saperne di più.
Come nasce l’istallazione/performance Marcel?
Il percorso che ha portato a Marcel è iniziato nei primi mesi del 2012, dettato dalla necessità di confrontarci con l’attualità, con cui il teatro ancora fatica a dialogare e dalla ricerca di una modalità di dialogo non scontata. La mia collega Sara Brugnolomi mi ha inviato l’ “INVITO PER LA PRESENTAZIONE DI PERSONA SOTTOPOSTA AD INDAGINI” di Berlusconi per il caso Ruby, scrivendomi: “Leggilo come se fosse un copione”.
Come è strutturata la performance Marcel e di cosa parla?
Marcel è nato come performance, come breve installazione, con il titolo “Ready to tale, fairy made”, come omaggio alla favola, il regno del surreale. “Ready to tale fairy made” prende l’avvio dal celebre ritratto di Duchamp Rrose Sélavy fatto da Man Ray, parte dal concetto di doppio. In scena c’è Sara Brugnolomi, gigantesca cantante lirica che alterna arie operistiche alle intercettazioni del caso Ruby, in un montaggio che sottolinea il contrasto tra la poesia dell’amore cantato e la perdita di significato della parola stessa, ripetuta meccanicamente.
Nello spettacolo (che è ancora un work in progress e che vede in scena ora, oltre a me, Szczepan Pawel Grebosz, Sara Brugnolo) abbiamo voluto portare avanti il contrasto tra sublime operistico e grettezza, delineando una cornice. Il setting è un blackout che dura da mesi e che riporta l’umanità ad una condizione bellica, ad uno scenario popolato da prostitute e soldati. Ci siamo ispirati alle opere di Grosz, Heartfield e Hausmann. Le parti dello spettacolo che riguardano le intercettazioni sono gli incubi dei personaggi, sono il preambolo. Spiegano come siamo arrivati a questa situazione.
La scelta di avere un attore in scena che mostra dei boxer con sopra disegnata la faccia di Berlusconi, dà allo spettacolo anche una valenza politica? Quale messaggio vuole trasmettere?
C’è una frase di Richter, che risale al 1917, che penso esprima in una riga quello che vogliamo trasmettere: “Se oggi qualcosa di comune esiste in tutti gli uomini, quel qualcosa è il dolore che stride, è la nausea, è la vergogna di vivere un tempo come il nostro”. Marcel non sarà sempre uno spettacolo su Berlusconi. Berlusconi non è l’oggetto, è un mezzo per rappresentare il grottesco dell’attualità. Vorremmo poter sviluppare lo spettacolo mantenendo la cornice e mettendo in scena di volta in volta diversi incubi, diversi ready made ispirati a casi di attualità.
Perchè scegliere la forma e le idee dadaiste per questo spettacolo?
Del dadaismo, come del surrealismo, mi ha colpito il rapporto con la contemporaneità. Abbiamo iniziato ad avvicinarci per caso a Duchamp, ci ha affascinate il concetto di ready made come oggetto che acquista un suo significato simbolico nella decontestualizzazione, nell’accostamento ad una funzione che non è la sua o nella negazione della sua funzione originaria, tanto da divenire opera d’arte, portatore non tanto del bello quanto di significati universali.
Oltre a Duchamp, vi ispirate anche al Mago di Oz. Qual è il legame con la crisi istituzionale, politica e sociale italiana?
All’inizio del nostro percorso mi era capitato di imbattermi in un articolo che parlava del Mago di Oz come di un romanzo che per metafore raccontava quella che era la crisi inglese dell’epoca. Del romanzo niente traspare in scena, è rimasto per ora soltanto un’ispirazione, è un immaginario che tengo sempre in mente nella creazione delle scene.
Credi sia difficile il debutto in Italia di Marcel?
Per ora non è prevista nessuna replica italiana. Lo spettacolo è stato allestito in inglese, con un supporto dell’Istituto di Cultura italiana di Londra.
I più curiosi potranno visionare parte dello spettacolo, cliccando su questo link: http://vimeo.com/44270949. Per tutti gli altri non resta che attendere l’arrivo in Italia.
Carmela Pugliese