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A chiusura dell’E45 Fringe Festival, in scena l’operetta dark scritta da Claudio B. Lauri, per la regia di Luca Saccoia.

 

lucL’anima buona di Lucignolo è uno spin-off del famosissimo racconto di Collodi Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino. Prende le mosse dalla parte in cui Pinocchio e il suo amico Romeo, detto Lucignolo, divenuti due ciuchini nel paese dei balocchi, sono venduti al Direttore di un circo e diventano bestie acrobate per gli spettacoli.

Sarà proprio il Direttore, interpretato da Luca Saccoia, povero e malconcio a causa del fallimento della sua impresa circense, a raccontarci la storia di Lucignolo a cui dà voce e anima Mario Zinno.

Terzo e ultimo personaggio presente in scena è L’Omino di burro (l’eclettico Enzo Attanasio), il mercante di ciuchini, colui che vende Lucignolo e Pinocchio al Direttore.

Claudio B. Lauri presenta un testo originale, sia per lo stile, sia per i contenuti, in particolare per il modo in cui viene rappresentata, metaforicamente, la situazione politico-sociale e umana dei giorni nostri. I “restringimenti economici” del direttore e del suo circo, le beffe e gli inganni che questi subisce da parte dell’Omino di burro, il rapporto d’amicizia e competizione tra Pinocchio e Lucignolo, e la fine a cui questo è destinato rappresentano un quadro perfetto di un mondo in cui non sono permessi passione, amore e compassione senza cattivi ritorni.

Anche la regia risulta ben fatta: sempre equilibrata, non genera cali di attenzione da parte del pubblico, valorizzando bene la complessità dello spettacolo (che si evince a partire dal linguaggio adottato, ricercato e mai banale) in cui si alternano musica, canto e parole e in cui frequenti sono i salti temporali tra il presente del racconto e il passato narrato dal Direttore e su cui si muovono anche gli altri due personaggi. libretto-196x300

Ad accompagnare gli attori (anche cantanti) le belle musiche di Luca Toller che spaziano dal jazz alle musiche da cabaret sottolineando con convinzione i molteplici sviluppi della storia e i diversi sentimenti che la attraversano. A suonarle sul palco, oltre che allo stesso Toller al piano, Carmine Brachi alla batteria e alle percussioni, e Francesco Gallo agli strumenti a fiato.

Perfettamente calati nel ruolo, i protagonisti non deludono mai il pubblico, sia per quanto riguarda il canto, sia per l’impeccabile recitazione. In particolare, convincente si rivela l’interpretazione di Luca Saccoia, che riesce a dipingere uno splendido personaggio di cui si apprezzano moltissimo l’uso della voce e le espressioni del volto.

Funzionali al genere da “operetta dark”, così come lo spettacolo è stato definito, le scene di Francesco Felaco e il disegno luci di Luigi Biondi e Giuseppe Di Lorenzo. Un plauso particolare va fatto a Gina Oliva per i costumi.

Un’ottima nuova tappa, dunque, per questo progetto a lungo termine articolato in più fasi – come il regista ci descrive – e che già risoltosi nella pubblicazione della drammaturgia, e nella messinscena dello spettacolo stesso, si dovrà arricchire ancora, nelle intenzioni degli autori, di un audio-libro e un adattamento cinematografico.

 Valerio Corvino

 

 

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