Una menzione speciale per MatriMORO
Al Festival di Asti riceve il riconoscimento del Premio Scintille lo spettacolo dell’associazione Manovalanza, per le suggestioni che sa dare.
Il Festival Asti Teatro ha promosso, anche quest’anno, un bando di concorso riservato a compagnie di giovani under 35 ed a progetti di spettacolo di drammaturgia contemporanea non ancora realizzati. Tra le proposte ricevute, provenienti da tutta Italia, sono stati selezionati otto progetti che, nell’arco di due serate (30 giugno e 1 luglio), hanno dato dei piccoli “assaggi” di venti minuti del loro spettacolo. Tra i finalisti, lo spettacolo Matrimoro dell’associazione Manovalanza. Nella serata conclusiva del Festival è stata proclamata vincitrice la compagnia messinese DAF, con la sua rielaborazione dell’Otello al cui centro spicca il conflitto generazionale tra giovani e adulti: “Da un lato, Otello, Desdemona e Cassio, triangolo di gioventù e belle speranze, dall’altro Iago e Emilia, eterni secondi, cinici e disillusi”. La giuria, composta da operatori teatrali, ha inoltre dato una menzione speciale allo spettacolo Matrimoro “come sostegno e riconoscimento di un progetto molto articolato e ricco di suggestioni che merita di essere portato avanti e osservato con molta attenzione”.
Matrimoro è un progetto teatrale, dell’associazione Manovalanza di Napoli, finalizzato al coinvolgimento diretto di due generazioni: i trentenni e gli ottantenni, i primi individuati nella categoria professionale degli attori e dei danzatori, gli altri scelti per età e città di provenienza in contesti non professionali, né teatrali. Si caratterizza come una ricerca artistica e antropologica in cui confluiscono finalità sociali ed esigenze etico/estetiche: teatro, danza, fotografia, performance urbana e documentazione video.
Tema portante del lavoro è il confronto tra la generazione dei trentenni e quella dei loro nonni; è una ricerca sulle ragioni intime della crisi economica, sociale e politica dei nostri giorni. Da questo confronto generazionale, si delinea un altro quadro: quello dell’uomo che cerca il suo posto nel mondo, chiuso in uno stato di continua precarietà, non solo economica ma anche sociale, tanto da coinvolgere anche il rapporto con la vita stessa e quello con Dio. Di qui, la vicenda della famiglia archetipa per eccellenza, Adamo ed Eva, Caino e Abele, diventa le file rouge della narrazione; il divino si mescola con l’umano. Caino che per gelosia uccide il fratello Abele sotto gli occhi di un Dio che non interviene, non fa nulla per impedire lo scorrere di sangue innocente, ma che subito dopo è pronto condannare in eterno Caino ad errare. Situazione questa che ci porta a porci la domanda “qual è il mio posto nel mondo? Perché il mio sacrificio non è gradito? Chi sta facendo, adesso, la parte di Dio? “.
Abele, i cui doni sono graditi a Dio può incarnarsi oggi nei nonni, mentre Caino siamo noi. Matrimoro, in maniera dinamica e suggestiva, racconta i riti di passaggio dell’umano nel suo tentato e precario rapporto col divino, in una serrata commistione di generi, estetica vitale di forma.
MatriMORO
Regia di Adriana Follieri
Aiuto Regia Fabio Cotone, Claudio D’Agostino
Attori | Danzatori: Dora De Maio, Cynthia Fiumanò, Fiorenzo Madonna, Francesco Nappi, Nello Provenzano
Disegno Luci: Davide Scognamiglio
Suono: Gianpiero Sapienza
Scene: Eugenio Picardi | Lab Art&Craft
Costumi: Lucia Votoni
Coordinamento generale: Barbara Nardacchione
Carmela Pugliese