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La Compagnia Dell’Obbligo mette in scena le parole di un giovane Eduardo Scarpetta, in una commedia dai toni brillanti.

 

Foto Andrea Falasconi

Foto Andrea Falasconi

Per tutto il periodo delle feste natalizie, fino al 6 gennaio, e ancora in replica l’11 e il 12 gennaio, è in scena sul palcoscenico del Teatro Arcas È buscia o verità per la regia di Francesco Sisto. La Compagnia dell’Obbligo ha deciso di allestire una scarpettiana, forse poco nota al grande pubblico rispetto ad altre commedie più celebri in quanto scritta nel 1872, quando Eduardo Scarpetta aveva solo 19 anni ed era stato da poco scritturato nella compagnia di Antonio Petito, di cui sarebbe diventato capocomico nel 1879.
È buscia o verità, ovvero Sciosciammoca busciardo e Pulecenella mbruglione è la classica commedia degli equivoci, delle gag divertenti, degli inganni e delle “buscie” a fin di bene, che permettono il lieto fine per i giovani innamorati.
Lo spettacolo ha inizio con un prologo in versi recitato da Anselmo (Riccardo Citro), padre di uno dei giovani protagonisti, nel quale è presentata la storia e ogni attore.
Siamo nel salotto di Feliciello (Vittorio Passaro), giovane gagà, bugiardo cronico, che di lì a poco accoglierà la sua “spusella” Amalia (Federica Totaro), accompagnata dal padre Bartolomeo (Peppe Carosella), ricco commerciante napoletano. L’unione tra i due giovani avverrà solo a patto che Feliciello si tolga quel brutto vizio di dir bugie. Intanto, prima dell’incontro tra i tre, per decidere il da farsi, sotto mentite spoglie s’introduce in casa di Felice, Giulio (Vito Pace), segreto innamorato di Amalia che vuol ostacolare a tutti i costi il matrimonio.
Ad ingarbugliare ancor di più la matassa è un altro amore, quello del servo Pulcinella (Ciro Pellegrino) che, con esperienza di mestiere, fa vivere la maschera in scena, e di Luciella (Viviana Cangiano), astuta e smorfiosa servetta in casa di don Feliciello, eco delle più alte figure femminili del teatro goldoniano (la farsa di Scarpetta si ispira al Bugiardo di Carlo Goldoni). I due servi innamorati hanno bisogno che il padrone prenda moglie perchè solo così la giovane domestica potrà ricevere 200 ducati in dote.

Foto Andrea Falasconi

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Le scene, che si susseguono veloci, tra un inganno ed un travestimento, accentuano la loro intrinseca verve col suono di una mandola e di un tamburo che accenna una classica tarantella, per le musiche originali del maestro Michele Maione.
Il triangolo amoroso dei nobili Amalia-Giulio-Feliciello ha il suo corrispettivo in quello di Luciella-Pulcinella-Asdrubale (Marcello Raimondi), anziano servitore in casa Sciosciammocca, invaghito della giovane e civettuola domestica. A dirigere le sorti e manovrare i fili dei “pupi” sono proprio quest’ultimi tre personaggi, i cui interessi personali s’intrecciano nel canovaccio della commedia scrivendo, con gesti e argute battute, la storia in divenire che si svolge anche attraverso gli a-parte teatrali dei personaggi, che così raccontano i propri segreti al pubblico.
L’epilogo finale di Pulcinella riprende, così come il prologo, la tradizione del teatro ottocentesco, il cui chiaro ed evidente omaggio registico è nella scelta di usare nella lingua recitata un napoletano arcaico, quasi dimenticato dagli stessi partenopei, nei costumi, disegnati da Adelia Apostolico, fedeli ai caratteri in scena e nella scenografia, semplice e icastica, disegnata da Clelio Alfinito.
Il tentativo del regista Francesco Sisto è quello di riportare in luce la memoria di un teatro, spesso declassato ad amatoriale, perché popolare, e ci riesce attraverso la semplicità della direzione e la bravura degli interpreti da lui scelti.
Un regalo da farsi per continuare a divertirsi a teatro in questo strascico di feste!

Antonella D’Arco

 

 

Teatro Arcas
Via Della Veterinaria 63, Napoli
Tel: 081 595 55 31 – 346 210 09 16 – 339 429 02 22
Gli orari:
2 Gennaio ore 21
3 Gennaio ore 21
4 Gennaio ore 21
5 Gennaio ore 18
6 Gennaio ore 18
Prezzo biglietto: 10 euro – Possibili riduzioni per under 25

 

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