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In scena a Lanificio 25 “Unalampa”, l’invettiva che Roberto Azzurro dedica alla sua città.

 

unalampaSabato 25 gennaio presso il Lanificio 25 (piazza Enrico De Nicola) Roberto Azzurro ha portato in scena per la prima volta nella città partenopea, in qualità di autore, regista e interprete, UNALAMPA – Un’invettiva su Napoli. Da subito si faccia particolare attenzione al sottotitolo del monologo che contiene la preposizione su e non contro: ciò a sottolineare che si tratta di una dedica critica verso Partenope, di cui bisogna iniziare vederne le assurde contraddizioni e non solo più la bellezza.
Lo spettacolo, diviso in sette canti, prima della data napoletana aveva debuttato a Caserta ma l’artista si è detto molto intenzionato a portarlo anche in altre città «per dimostrare che non siamo tutti addormentati», ovvero che esiste un nutrito gruppo di napoletani dotato di capacità di analisi e che pretende che la realtà in cui è nato e vive cambi in meglio: Napoli, infatti, sarà pure la città più bella del mondo, ma ciò nonostante non è possibile continuare a nascondersi dietro tale affermazione rifiutandosi di vedere, ipocritamente, i problemi che purtroppo ancora la caratterizzano. Da qui l’idea del regista/autore di inscenare una vera e propria invettiva, che ha il sapore di un discorso appassionato di un amante che sta per tradire l’oggetto dei suoi desideri perché colei che ama gli provoca sofferenza e sceglie, dunque, di rivelare tutte le negatività che le sono proprie e i suoi intrinseci difetti. In una sala affollata, giovane, frastornata e divertita al contempo, si è così consumato un vero e proprio sfogo liberatorio, da parte di colui che è sì un attore ma soprattutto un cittadino napoletano che ha così inteso offrire al pubblico il suo punto di vista sulla realtà circostante.
Chiara, pertanto, è la sensazione di trovarsi di fronte ad un artista che ama il suo luogo di origine, ma al tempo stesso non si sottrae dal puntare lo sguardo su una serie di situazioni legate alla quotidianità che ciascuno, almeno una volta nella vita, si è trovato costretto ad affrontare con la consapevolezza di poterle prima o poi rivivere. Perché Napoli fatica, probabilmente, a cambiare e ciò che altrove rappresenterebbe una eccezione, qui entra a far parte, invece, dell’ordinario.
Un fiume di parole è quello che investe gli spettatori in un’ora e mezza di rappresentazione, e incessante è l’invito, implicito, a riflettere su quanto si sta ascoltando. Ma la magia di UNALAMPA non si esaurisce in ciò: encomiabile, infatti risulta la capacità di Azzurro di trasformare le sue parole in immagini vivide, di rendere  tangibile ciò che racconta e denuncia partendo da suoi personali aneddoti arricchiti, poi, dallo sguardo di altri autori e poeti che in città vi hanno vissuto o l’hanno semplicemente attraversata, come Dante, Enzo Moscato, Paolo Coletta, Antonella Cilento e altri ancora.
Il ritmo della narrazione è serrato, veloce, quasi a rappresentare il caos e il disordine che contraddistinguono le giornate napoletane (tra traffico, trasporti pubblici mal funzionanti e mancato rispetto riservato agli altri), e ad interromperlo solo, tra un canto e l’altro, canzoni della tradizione in cui Napoli è protagonista.
A chiusura dello spettacolo, quando chiediamo ad Azzurro in maniera diretta che cosa ha provato a declamare l’invettiva proprio nella sua città, ci risponde regalandoci una metafora molto forte, che bene esprime quel sentimento che è di amore e odio insieme: «È come stare nel grembo di mia madre contro la quale inveisco».

 

Gabriella Galbiati

 

Lanificio 25
piazza Enrico De Nicola 46, Napoli
info@lanificio25.it
Tel. +39 081 6582915
FB: Lanificio25

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