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Dal bestseller di Pino Imperatore una commedia esilarante che racconta e denuncia la malavita.

unnamed (4)Pino Imperatore quando ha scritto il suo libro Benvenuti in casa Esposito si era prefisso un duplice obiettivo: esplorare dal di dentro, in chiave comica, uno spaccato della quotidianità della camorra e diffondere, in contrapposizione e in maniera nuova, tra i giovani un ulteriore messaggio di legalità. La omonima, libera trasposizione teatrale del lavoro letterario, scritta a sei mani da lui, Paolo Caiazzo e Alessandro Siani, che ha debuttato al Teatro Augusteo In scena ancora fino al 16 febbraio), ha mantenuto queste finalità permeandole di realismo, grazie all’interpretazione di un cast di attori di ottima scuola. Vista in quest’ottica la commedia è stata piacevole e leggera. Non ha mai indugiato sui temi abituali della criminalità organizzata nè tanto meno sugli stereotipi e pregiudizi di cui è vittima la nostra città. Racconta la storia di Tonino Esposito (Paolo Caiazzo), orfano di un boss della camorra, che vive con la sua famiglia nel rione Sanità. Riceve dal capo clan, un sussidio mensile e potrebbe vivere di rendita. Invece si intestardisce  a voler imitare le gesta paterne, senza riuscirvi. Goffo e sfortunato, ne combina di tutti i colori. Con lui sul palcoscenico hanno recitato la moglie, Patrizia (Loredana Simioli), la figlia Tina (Federica Altamura), la madre Manuela (Maria Rosaria Virgili), i suoceri Gaetano (Salvatore Misticone) e Assunta (Nunzia Schiano), don Pietro, il capo clan, (Gennaro Silvestro) , detto ‘o Tarramoto e “il capitano” (Mimmo Esposito), il teschio di un ufficiale spagnolo del XIX secolo, adottato da Tonino nel Cimitero delle Fontanelle,  che diventa un fantasma visibile solo a lui. C’è poi un nono personaggio, l’iguana Sansone, al quale presta la voce, fuori campo, Giacomo Rizzo.

La pièce si svuluppa in una serie di episodi più o meno brevi della vita degli Esposito ciascuno dei quali è annunciato, in stile cinematografico, da un titolo proiettato sullo sfondo del palcoscenico. Si passa dalla comica giornata di fine mese in cui Tonino deve ritirare il pizzo dai commercianti della zona al “dialogo” tra Gaetano e l’iguana. Dall’incontro tra don Pietro e l’intimorito e impacciato Tonino e il duetto tra i coniugi Esposito. Ancora, dai siparietti tra Assunta, Gaetano, Patrizia e Tonino alla scena in cui Patrizia si concede al boss Pietro perchè questi salvi Tonino.

unnamed (5)La comicità lascia spazio alla riflessione in due momenti particolari. Il primo è quando Tina si ribella al padre accusandolo di non essere nessuno e dicendogli che ha vergogna di lui e di appartenere a una famiglia di delinquenti. L’altro è quando il capitano pone a Tonino, che don Pietro vorrebbe diventasse il suo alter ego, la domanda «è meglio essere senza soldi e andare a testa alta in famiglia oppure avere soldi e potere e camminare a testa bassa e fuggire continuamente da tutti e da tutto?» Su questo interrogativo, che è poi è il significato etico e morale della commedia, cade il sipario. Ciascun attore ha interpretato bene il proprio personaggio. In particolare, Salvatore Misticone è stato come sempre esilarante; Nunzia Schiano ha espresso alla grande la “saggezza moderna” della nonna della famiglia (emblematica la sua battuta «si nu iphone senza whatsapp»); Loredana Simeoli è stata perfetta nel ruolo di moglie capofamiglia con un marito debole e incapace, ma di cui è fortemente innammorata. Mimmo Esposito si è rivelato impeccabile nel ruolo della “coscienza”, del grillo parlante. Unica e inconfondibile la voce di Giacomo Rizzo che ha fatto parlare Sansone. Altrettanto bravo Caiazzo, il protagonista principale, che però, ne esce un pò penalizzato: è, infatti, un monologhista puro che ha bisogno di spazio e tempo per potersi esprimere in tutta la sua comicità.

Essenziale la scenografia di Roberto Crea con solo due ambientazioni: la sala da pranzo di casa Esposito e il salotto di don Pietro. Non c’è nulla di Napoli e del rione Sanità. Evidentemente gli autori hanno fatto questa scelta per rendere universale la tematica trattata.  Belli e in “stile” i costumi di Mattia Sartoria. Le musiche sono di Frank Carpentieri. Il make up di Ciro Florio. La regia e video di Gianluca Ansanelli.

Mimmo Sica

 

Teatro Augusteo
P.tta duca d’Aosta 263 – Napoli
Tel. 081 41 42 43
info@teatroaugusteo@libero.it
http://www.teatroaugusteo.it/

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